altratella.it, che fare?

Abbiamo lanciato l'hashtag #altratellachefare? per decidere insieme cosa può essere domani questo (non-) luogo e spazio. PARTECIPA ANCHE TU! Leggi tutto

La discarica di Atella nel disastro rifiuti lucano

Un'interessantissima video-inchiesta sui rifiuti e il loro smaltimento, analizzando la questione e i suoi sviluppi nell'area del Vulture. E in quest'area ricade anche la discarica di Atella di località Cafaro, discarica che rientra a pieno titolo nell'enorme business legato allo smaltimento dei rifiuti. Leggi tutto

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali, se si applicasse un canone equo (come suggerito dagli autori della ricerca) di 10 euro/mc la nostra regione incasserebbe 9,2 milioni di euro. Leggi tutto

Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

sabato, dicembre 19, 2009

Beviamo l'acqua del rubinetto, buona, sicura, comoda e poco costosa

Abbiamo affrontato qualche tempo fa la questione acqua da bere nel post: Imbrocchiamola! ; ribadiamo che il consumo di acqua del rubinetto conviene:
  1. per una questione economica(costa 1000 volte meno di quella imbottigliata!);
  2. aiuta l'ambiente perchè riduce il consumo di plastica e dell'inquinamento dovuto al trasporto;
  3. ci affanna dal trasportare pesanti fardelli dal supermercato verso casa.
Se volete confrontare l'etichetta della vostra acqua in bottiglia preferita con quella che sgorga dal vostro rubinetto di casa eccovi l'etichetta dell'acqua di Atella:

Potete stampare l'etichetta e applicarla su una bottiglia di vetro che utilizzerete per imbottigliarvi l'acqua direttamente dal rubinetto di casa e servirla in tavola, cominciando così a risparmiare e salvaguardare l'ambiente...insomma a contribuire nel vostro piccolo a costruire un mondo migliore.

giovedì, dicembre 03, 2009

Governare per dare risposte ai più deboli/2

A seguito della nostra iniziativa-proposta Governare per dare risposte ai più deboli, diversi sono stati i commenti all'iniziativa.
Per quanto riguarda i canali dove reperire le risorse per le misure a sostegno dei ceti bisognosi(o per tagliare comunque i costi della macchina amministrativa comunale), un utente del blog(firmatosi Silvio Berlusconi) propone 8 validissimi punti su cui aprire una discussione in merito.
Aspettiamo contributi sul confronto:
Silvio Berlusconi ha detto...
Proposte & rami secchi da tagliare:
1)Incremento ICI sulla 2° Casa
L'uovo di colombo.Io ho soppresso l'ICI sulla prima casa, voi sinistrati che non avete condiviso la mia iniziativa potreste pensare di incrementare quella sulla seconda casa, in maniera da recuperare in parte quella dela prima ma soprattutto di farlo a spese di chi attualmente soffre meno la crisi, senza per questo colpire i non proprietari o i proprietari di singola casa.I ricchi proprietari di immobili faranno un pò di sacrifici in più, potranno sempre appellarsi alle loro presunte e spesso ostentate doti di solidarietà e altruismo.
2)Spese urbanizzazione
Attualmente chi si accolla le spese di urbanizzazione delle più recenti avventure immobiliari atellane? E'ingiusto proporre una ripartizione progressiva e crescente delle stesse spese sulla base della distanza dei siti costruttivi dal centro del paese?
3)Case popolari
A chi appartengono, sono ancora del comune? Se si, perchè non si permette a chi le occupa da anni e fosse interessato,di aquistarle (a prezzi contenuti s'intende). Sarebbe utile a fare cassa.
4)Auto blu (Comunale)
Questo inutile capriccio e residuato della peggiore politica Italiana(più adeguata agli anni di tangentopoli che quelli di questa crisi) si potrebbe vendere all'asta per ricavare qualche briciola, ma soprattutto per far cessare inutili spese(bollo, assicurazione, manutensione)(scommetto essere almeno 2000cc e neanche a gasolio)
5)Rimanendo in tema motori, il nostro comune ha la fortiuna di avere il più vicino distributore di metano, perchè non convertire le motorizzazioni di tutta la flotta bus e auto(è certo una spesa nell'immediato ma che si rivelerebbe un risparmio permanente per il futuro)
6)Passi carrabili
Esiste un loro canone, a quanto ammonta? Sussistono i margini di un loro seppur minimo incremento?E' un suolo pubblico di cui si usufruisce per fini privati, nelle situazioni di crisi gli interessi pubblici devo prevalere sui primi.
7)ISEE e mensa
I costi della mensa scolastica sono calcolati sulla base delle reali condizioni economiche della famiglia dello studente o vengono stabiliti in maniera indiscriminata?
8)Compensi & Cariche
Sono sicuro che gli assessori comunali non percepiscano alcun compenso, qualora così non fosse saranno ben disposti a rinunciarvi (soprattutto se percepiscono già un adeguato stipendio). In questa situazione sapranno interpretare i loro compito come un servigio. Se non sono disponibili a questa rinuncia sicuramente si troverà qualcuno disposto a farlo come servizio gratuito, con cui sostituirlo.
16 novembre 2009 12.57

lunedì, novembre 30, 2009

Rifiuti connection

INCHIESTE BASILICATA, VANGUARD ITALIA SU RIFIUTI CONNECTION

Rifiuti Connection - curata da Pietro Dommarco, giornalista freelance e presidente della OLA e Vito Foderà, presentatore di Vanguard Italia - per la prima volta in televisione porterà la questione rifiuti e gli interessi nascosti, proprio come le tonnellate di fanghi industriali e fosfogessi radioattivi interrati nell'ex area industriale di Tito Scalo, a dimostrazione di uno scandalo sotto gli occhi di tutti.
Il Vanguard mostrerà falde contaminate e discariche di amianto a cielo aperto, fino alle storie delle vittime dell'asbesto, altra questione irrisolta di portata nazionale.
 
Tutto questo in un racconto generale della falsa immagine della "Basilicata isola felice", dove nel silenzio si nascondono pesanti eredità ed interessi multinazionali legati allo smaltimento dei rifiuti. Un viaggio, dal passato al presente, tra quelle valli (Valle del Basento, Val Camastra, Val d'Agri, Valle dell'Ofanto) che dal sogno di un'industrializzazione chimica e petrolchimica oggi cedono alle mancate bonifiche di due siti d'interesse nazionale (Val Basento e Tito Scalo), all'emigrazione di massa, ai tassi altissimi di inquinamento e alle malattie tumorali.
Un sistema, quello "dei rifiuti connection" - ambientalmente insostenibile per il territorio ed economicamente sostenibile per le lobby e le mafie - che va, appunto dall'ampliamento delle discariche alla contaminazione delle aree industriali, dagli inceneritori camuffati da centrali a biomassa e cementifici al traffico dei rifiuti, nazionale ed anche internazionale.
 
In occasione dell'uscita dell'inchiesta partirà ufficialmente anche un nuovo progetto giornalistico che prende il nome dall'omonima inchiesta: http://www.rifiuticonnection.it/, per seguire ed approfondire sistemi ed interessi.
 
Di seguito l'inchiesta:

giovedì, novembre 19, 2009

Il governo privatizza l'acqua e i beni comuni

Con un decreto del 10 settembre scorso (D.L. 135/09, Art. 15) il Governo regala l’acqua ai privati: sottrae ai cittadini l’acqua potabile, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.
Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita
Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale
Si tratta di un provvedimento inaccettabile!



Comunicato stampa Forum Italiano Movimenti per l’Acqua
Approvato l’art. 15: acqua privata per tutti!La battaglia si sposta sui territori: gli Enti Locali si riapproprino del bene comune acqua
Oggi con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l’esame del decreto 135/09 il cui art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia.
Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune com’è l’acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è sceso da subito in campo per contrastare questo provvedimento con la campagna nazionale "Salva l’Acqua" verso la quale si è registrata un’elevatissima adesione.Ad oggi abbiamo consegnato al Presidente della Camera 45.000 firme a sostegno dell’appello che chiedeva il ritiro delle norme che privatizzano l’acqua. Inoltre, migliaia di persone hanno manifestato il proprio dissenso e contrarietà all’Art.15 in un presidio svoltosi lo scorso 12 Novembre a Piazza Montecitorio e in varie mobilitazioni territoriali, migliaia di persone hanno inviato mail ai parlamentari per chiedere di non convertire in legge il decreto 135/09, molte personalità hanno espresso da una parte la loro indignazione e dall’altra il loro sostegno alla campagna.
In questi giorni è cresciuta nella società la consapevolezza che consegnare l’acqua al mercato significa mettere a rischio la democrazia. Nonostante questa mobilitazione della società civile e degli stessi Enti locali, il Governo ha imposto il voto di fiducia e non accoglie le richieste e le preoccupazioni espresse anche molti Sindaci di amministrazioni governate da maggioranze di differenti colori politici.
Come Forum dei Movimenti per l’Acqua siamo indignati per la superficialità con cui il Governo, senza che esistessero i presupposti di urgenza, ha voluto accelerare la privatizzazione dell’acqua. A questo punto siamo convinti che la contestazione dovrà essere ricondotta nei territori, per chiedere agli Enti Locali che si riapproprino della podestà sulla gestione dell’acqua tramite il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e nel contempo di sollecitare le Regioni ad attivare ricorsi di legittimità nei confronti del provvedimento.Queste percorsi di mobilitazione sono percorribile così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d’Italia, da ultimo quello di Venezia.
Il popolo dell’acqua c ontinuerà la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico assumendo iniziative territoriali e nazionali volte a superare l’Art. 15 del decreto legge. Come Forum dei Movimenti, chiediamo a tutta la società civile di continuare la mobilitazione e far sentire il proprio dissenso anche dopo l’approvazione dell’art. 15 attraverso mobilitazioni sui territori ed invio di messaggi a tutti i partiti, ai consiglieri comunali provinciali e regionali, ai parlamentari locali. A Sindaci ed agli eletti chiediamo di dar vita nelle rispettive istituzioni a prese di posizioni chiare che respingano la legge e di dar vita a iniziative di protesta nelle istituzioni stesse.

lunedì, novembre 09, 2009

Governare per dare risposte ai più deboli

La crisi economica di ampiezza sovranazionale non poteva non far sentire i suoi effetti nella nostra comunità. Infatti, i dati pubblicati dall’ISTAT e dall’osservatorio sulla povertà sono allarmanti e rappresentano un significativo incremento delle fasce a rischio, specie nel mezzogiorno.
Crisi che, nel nostro comune, ha già messo in bella mostra il collocamento in cassa integrazione, la mobil
ità o addirittura il licenziamento di numerosi cittadini.
Emblematici i casi “Vicenzi” (ex Parmalat), “Filatura di Vitalba”, “I.B.M.” e altrettanto preoccupante lo stato d’abbandono di quasi tutta l’area industriale di Vitalba.
Quanti sogni svaniti nell’arco di pochi anni! Come non bastasse, a questo impietoso fotogramma va aggiunto lo stato di sofferenza in cui versano tante attività condotte dai nostri artigiani e commercianti.
Tenendo ben presente questa situazione, Sinistra e Libertà ritiene opportuno e doveroso proporre, all’Amministrazione Comunale ed alle forze poli
tiche presenti in Consiglio, di intraprendere nuove misure di aiuto a favore di coloro che in questo periodo e nei vari settori hanno perso il lavoro, o sono precari, cassintegrati, inoccupati cronici.
Aiuti concreti che dovranno prender corpo in una formale delibera in cui andranno individuati i servizi comunali (scuola, libri, trasporto, mensa, ecc...) attraverso i quali si potrà venire in aiuto delle tante famiglie che sono o che si troveranno in difficoltà economiche.
Sinistra e Libertà è convinta che questa sia solo una piccola iniziativa, un piccolissimo esempio di politiche sociali alla portata dell’Ente co
munale.
Si discutano le modalità, si rintraccino le risorse, si individuino i fruitori e si focalizzino i rami secchi della spesa pubblica: la risposta ai ceti più deboli è l’altissimo ruolo a cui la POLITICA è chiamata, specie nei momenti di crisi.
Importante è che non si perda tempo ulteriore.

mercoledì, ottobre 07, 2009

Anch'io sono Peppino Impastato!

CAMPAGNA PER DEDICARE A IMPASTATO VIE IN TUTTA ITALIA

"Anch'io sono Peppino Impastato! - Una strada in ogni città per non dimenticare". E' il titolo dell'iniziativa finalizzata chiedere a tutti i sindaci italiani di intestare una via o un locale di proprietà pubblica a Peppino Impastato, il militante di Dp ucciso dalla mafia a Cinisi (Palermo) nel 1978.
L'iniziativa, lanciata dal quotidiano on line Tusciaweb, in tre giorni ha già raccolto l'adesione di numerose testate web di tutta Italia e di molti amministratori pubblici, tra i quali l'assessore regionale del Lazio Giuseppe Parroncini, il presidente della provincia di Viterbo Alessandro Mazzoli, il vice sindaco di Viterbo Marcello Meroi, l'ex ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni.
Adesioni sono giunte da Milano, Torino, Napoli, Messina, Potenza, Varese. Il gruppo Facebook creato a sostegno dell'iniziativa ha ricevuto 1.500 adesioni in tre giorni. La campagna è stata lanciata per "rispondere" alla decisione del Comune di Ponteranica (Bergamo), di togliere l'intitolazione della biblioteca ad Impastato per dedicarla ad un bergamasco.

Chi era Peppino Impastato
http://it.wikipedia.org/wiki/Peppino_Impastato

Contattiamo anche noi il sindaco di Atella mandando una mail all'indirizzo info@comune.atella.pz.it (l'indirizzo diretto del sindaco non è reperibile) e chiedendo di intestare una via, un edificio pubblico o un evento.

Un esempio di testo per la mail potrebbe essere questo:
"Caro sindaco,
Ho aderito all'iniziativa “Anch'io sono Peppino Impastato!” lanciata in Italia dal quotidiano on line Tusciaweb. E che vede la partecipazione attiva di migliaia di persone.
Il sindaco di Ponteranica ha voluto togliere a una biblioteca il nome di Peppino Impastato, straordinaria persona che combatté la mafia in Sicilia e per questo fu assassinato.
Credo che fatti del genere ci tocchino tutti trasversalmente, come cittadini di questa Repubblica. Per questo ritengo che vada data una risposta forte, univoca e inequivocabile.
Per questo le invio la richiesta affinché una strada, una piazza, un evento nel nostro comune sia dedicato a Peppino Impastato.
Dedicare una via, una piazza, un luogo pubblico o un evento a Peppino Impastato significherebbe mantenere vivo il suo ricordo contro chi cerca di cancellarlo. Ieri come oggi. Significherebbe custodire gelosamente la memoria di chi è stato assassinato dalla mafia e contro di essa si è battuto a viso aperto.
La ringrazio della sua attenzione.
Firma"

venerdì, settembre 04, 2009

A quanti non si sono rassegnati al delirio berlusconiano e continuano a resistere

Un film-documentario che parla di come la televisione in Italia ha modificato i costumi e le coscienze. Di come una persona ha saputo imporre la propria figura ai "teleimbabolati" grazie alle televisioni di cui era proprietario e a quelle di cui lo è diventato "di fatto" da presidente del consiglio.
Nonostante tutto, ci sono settori di popolazione che non hanno creduto e ceduto alla cultura berlusconiana, persone che hanno resistito e resistono all'omologazione.Cittadini consapevoli che si muovono in un deserto imbarazzante di barbarie, individualismi esasperati, ipocrisia dilagante e dove domina l'importanza di apparire, a tutti i costi.
Proviamo a spegnere tutti la televisione per almeno un mese, ne usciremme delle persone diverse e migliori.

Il trailer del film Videocracy:

sabato, agosto 29, 2009

Melfi, scene di inizio Novecento

Da ormai troppo tempo, nella piana di San Nicola di Melfi aleggia il fantasma della lotta di classe, quel fantasma di un passato che agita il sonno dorato dei dirigenti d'azienda che solo pochi anni fa' decisero di aprire un'isola di toyotismo nelle campagne del meridione, nella speranza di far leva sulla disperazione e il ricatto della disoccupazione per trovare braccia docili e rassegnate allo sfruttamento e all'oppresione.
È durato poco il mito della fabbrica integrata: dalla rivolta dei 21 giorni della primavera del 2004 gli operai hanno imparato a non chinare il capo da allora è stato un susseguirsi di scioperi e iniziative di lotta. A maggio lo sciopero della ex-Ergom contro 30 licenzimenti ha bloccato per una settimana la catena di montaggio spalmata sul territorio, a luglio lo sciopero sul premio di risultato ha nuovamente fermato la produzione. La dirigenza della Fiat si innervosisce, ogni giorno di sciopero significa 1.500 vetture in meno di quella Grande Punto che rappresenta oggi il core business dell'azienda automobilistica e corre ai ripari: da Pomigliano arrivano pullman carichi di crumiri, per l'azienda sono 500 ma in fabbrica gli operai confermano che sono molto di più.
Selezionati accuratamente dalla Fiat tra i 5.000 operai dello stabilimento campano, attraverso i paramenti di affidabilità aziendale e clientelismo politico-sindacale, questi lavoratori sono il tentativo di piegare la resistenza operaia di Melfi. Anche la disarticolazione dell'indotto industriale è parte di questa strategia. Bisogna rompere quella "contiguità dei corpi cooperanti" che permette il travaso non solo della componentistica da un azienda all'altra, ma anche della rabbia e del conflitto sociale.
Non a caso, al presidio permanente alla Lesme incroci gli sguardi e i volti già noti delle lotte della Fiat, così come vedi arrivare gruppi più o meno consistenti di operai degli altri stabilimenti dell'indotto che non solo scioperano in sostegno della vertenza della Lesme, ma hanno anche la possibilità di raggiungere fisicamente i cancelli della fabbrica ed esprimere così concretamente la loro solidarietà ed il loro sostegno, consapevoli che lo smantellamento della Lesme è solo un tassello di un progetto più complessivo che rischia ben presto di toccare anche loro.
Spostare la produzione da Melfi a Chiavari non ha alcun altra spiegazione se non questa. Non c'è alcuna crisi, la produzione va a gonfie vele, avendo una commessa garantita e duratura, eppure i proprietari hanno fretta di smontare i capannoni e i macchinari per scapparsene a Chiavari. Una produzione accellerata di scorte a luglio, così come il cambio della agenzia di security preposta al controllo esterno dello stabilimento, lasciavano già presagire il proposito di smantellare tutto ad agosto e far trovare agli operai al rientro l'inaspettata sorpresa. Nel giro di pochi mesi la produzione sarebbe ripresa finalmente in un clima di cooperazione ed armonia, quella cooperazione ed armonia che la fabbrica toyotista doveva garantire e che ora i padroni vorrebero ricostruire attraverso l'affidamento della produzione di questi alzacristalli ad una qualche cooperativa locale ligure per sbarazzarsi di operai e sindacati.
Malgrado i lavoratori della Lasme negli ultimi anni non abbiano certo brillato nella partecipazione e nella mobilitazione alle diverse lotte di Melfi, il rischio di finire in mezzo ad una strada li ha messi in movimento fin dal 13 agosto: due settimane di vacanza fuori ai cancelli della fabbrica, in un luogo deserto e desolato a 40 gradi all'ombra, tutto cemento, capannoni e asfalto cocente.
A differenza della Innse, qui gli operai sono quasi tutti iscritti alla Fiom, all'interno della Lasme quasi l'80% è iscritto al sindacato di Rinaldini, ma c'è anche il camper fisso della Rdb/Cub e presenziano anche gli altri sindacalisti della Cisl e Uil, con la loro solita montagna di bandiere e dall'inconfondibile look di affaristi azzeccagarbugli che arrivano finanche a sblaterare sulla possibilità e la legittimità delle gabbie salariali.
Martedì sera si passa all'azione. Dopo aver sfondato il cordone di polizia posto il giorno precedente a difesa della sede di Confindustria a Potenza, gli operai hanno compreso come l'occupazione dello stabilimento non poteva esser certo rinviata di giorno in giorno per la semplice presenza di un paio di vigilantes all'ingresso. Si apre il cancello e si corre tutti dentro.
Vai a pensare che tra quei vigilantes assunti solo poche settimane prima ci fosse un folle armato che spara ripetutamente per intimorire gli operai in corsa sul vialone dello stabilimento e che agita nervosamente la pistola ad altezza d'uomo nei confronti di Emanuele, un compagno della Fiom, che gli dice a gran voce di metter giù quella pistola.
Scene di inizio novecento che si rivivono tra mamme con il passeggino, bambini che da giorni animano il presidio e gli operai che legittimamente ora sono ancor più incavolati neri. Eppure questi spari sui lavoratori non destano scalpore così come nemmeno degnI di un trafiletto sui giornali locali sono gli spari di un audace proprietario terriero di Lavello che, a meno di 10 chilometri dalla Lasme, apre il fuoco con il suo fucile contro alcuni immigrati che si erano rifugiati per la notte in un casolare diroccato di sua proprietà, stremati dal lavoro nei campi. Silenzio e indifferenza avvolgono questi atti di pura violenza e bieco terrorismo. Verrebbe quasi la voglia di vedere queste scene con i ruoli ribaltati...
No, non sparano gli operai, stiano tranquilli lor signori, ed anche gli immigrati continuano a piegar la schiena 12 ore sotto il sole cocente del Tavoliere per 3 euro al cassone di quei pomodori il cui sugo assaporisce le nostre tavole.
Ma fuori e oltre l'individualismo imperante, fuori e oltre l'imbarbarimento razzista, fuori e oltre il controllo sociale e culturale, nella società prendono spazio percorsi di resistenza all'omologazione silente e di ricostruzione di legami e conflitti sociali: per quanto possano apparire meramente difensivi, a volte anche egoistici o arretrati, negli spazi sociali come quello prodottosi in questi giorni fuori i cancelli della Lasme e delle altre fabbriche in lotta, prende corpo un senso comune e una solidarietà collettiva che disintegra progressivamente l'apatia sociale, l'indifferenza e la solitudine sociale.Cioè le travi sulle quali poggia il potere.
Francesco Caruso

Tratto da L'Altro

sabato, agosto 22, 2009

"Munnezza" e discariche.


venerdì, agosto 21, 2009

SOSPENDERE LAVORI PER DISCARICA DI ATELLA

Sospendere con urgenza i lavori di realizzazione della nuova discarica ad Atella “al fine di valutare con i cittadini, in un Consiglio comunale aperto, tutte le problematiche da essi sollevate”. E’ quanto chiede, in un comunicato stampa, la Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista, coordinamento apartitico di associazioni e comitati di cittadini) al Comune di Atella e all’assessore regionale all’Ambiente, Vincenzo Santochirico, esprimendo solidarietà ai cittadini di Atella “che da stamattina hanno occupato il sito dove sono iniziati i lavori di costruzione della mega discarica”. “Nonostante il deludente 5% di Raccolta Differenziata dichiarato dal'Amministrazione comunale – afferma la Ola - Atella ospiterà infatti una nuova mega-discarica comprensoriale, prevista dal Piano provinciale dei Rifiuti, che dovrà accogliere la "monnezza" dei Comuni di Atella, Rionero in Vulture, Ruvo del Monte, San Fele, Rapone e Barile. La nuova discarica, di 90.000 metri cubi e del costo di oltre 2 milioni di euro, dovrebbe sorgere in località Cafaro, nell'area adiacente alla discarica esistente la cui capacità è di 140.000 metri cubi per una capacità complessiva di 230.000 metri cubi. Abbinato alla nuova discarica è previsto un nuovo impianto di vagliatura, nonostante il vecchio non sia mai stato utilizzato, che rischia di fare quindi la stessa fine”. Per la Ola “il nuovo progetto avviene in spregio della salute e dei legittimi interessi degli agricoltori e degli allevatori, già danneggiati, con problemi di inquinamento causati dalla discarica esistente, di cui ora se ne prevede l'ampliamento in assenza della bonifica del sito della vecchia discarica”. In questo modo, conclude l’Organizzazione è stato inferto “il colpo mortale alla raccolta differenziata capace di risolvere i problemi legati alla gestione dei rifiuti ed evitare anche conflitti sociali”.

Di seguito un video sulla discarica di Atella:

mercoledì, agosto 19, 2009

Metapontino: trivelle in mare!

Un impianto di trivellamento nel mar Jonio. A 70 metri metri dalla battigia. Per l’estrazione del petrolio. Un progetto, in dirittura d’arrivo, che vede la ferma opposizione dei comitati, ambientalisti e enti locali del Metapontino, in Lucania.Il «mostro», infatti, dovrebbe sorgere nel golfo di Taranto con le proteste che interessano entrambe le sponde regionali: sia la Puglia che (soprattutto) la Basilicata. Le multinazionali che hanno ottenuto le concessioni per il trivellamento dei fondali marini sono l’Eni (per la parte pugliese) e la Consul Service (per il tratto lucano). A quest’ultima nello scorso autunno succede l’Apennine Energy srl. E’ qui che le associazioni scoprono il piano e iniziano la loro battaglia. Subito dopo si accodano alcuni consigli comunali del Metapontino, le amministrazioni locali votano delibere contrarie al trivellamento del mare. Per vari motivi. «La distruzione del paesaggio oltre alle albe joniche raderà al suolo, tutta l’economia turistica, posti di lavoro e gli investimenti turistici nella zona», afferma Felice Santarcangelo, del comitato No-Scorie Trisaia, ricordando come il disegno delle multinazionali potrebbe portare a pericolosi fenomeni di «subsidenza» (abbassamento del suolo a seguito delle estrazioni di gas fino ad oltre 5 metri che possono generare allagamenti). Motivo per cui il presidente del Veneto, il pidiellino Giancarlo Galan (sotto la spinta della Lega) ha vietato progetti simili nel golfo di Venezia.«Aumenterebbe l’erosione delle coste mettendo in crisi le spiagge, i campi agricoli e i villaggi turistici per tutto il lido lucano - continua Santarcangelo - Oltre a perdere le nostre attività economiche ci ritroveremo un territorio inquinato senza risorse necessarie per sostenere tutti i servizi di cui la regione ha bisogno per le misure federaliste messe in atto dallo stesso governo». Lo stesso che, con l’ultimo disegno di legge «Energia» voluto dal ministro Scajola, espropria le regioni dalla Via (valutazione di impatto ambientale) sulle trivellazioni. Scavalcando quindi i pareri dei governatori di Puglia (Niki Vendola) e Basilicata (Vito De Filippo). Non intenzionati, al momento, a dare il loro consenso al progetto.I comitati locali non tralasciano nemmeno l’impatto distruttivo dell’estrazione petrolifera nei confronti degli ecosistemi, dei fondali marini, della flora e della fauna: «Nei fondali nello Jonio esistono ancora vulcani attivi - denunciano ancora - E il terreno è geologicamente giovane». Non hanno intenzione di accettare un altro «scempio» nella propria zona. Soprattutto dopo l’arrivo delle scorie nucleari (battaglia poi vinta nel 2003 dal movimento no-nuke di Scanzano), e l’emergenza rifiuti con discariche malfunzionanti (con tanto di infiltrazione della mafia nella gestione delle ecoballe). Il territorio è già saturo.

Tratto da IL MANIFESTO

martedì, agosto 11, 2009

L'uomo di Atella

Viaggio nei meandri della cultura archeologica lucana. Intervista al professor Edoardo Borzatti von Löwenstern, ordinario di Paleontologia Umana all’Università di Firenze. Voce narrante: Tonia Bruno.



No alla "monnezza" nei cementifici della Basilicata

Di recente - presso l’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata - stanno pervenendo richieste di utilizzo del Cdr (Combustibile Derivato da Rifiuti) in cementifici, inceneritori ed impianti a biomassa ubicati in Basilicata. E’ il caso del cementificio di Barile ove la società Santa Maria di Costantinopoli Srl, del Gruppo Sacci, ha chiesto alla Regione Basilicata di utilizzare il Cdr nel proprio stabilimento, attivando la procedura VIA di cui la Legge Regionale n.47/98. Il progetto prevede di modificare, sostanzialmente, l’impianto per la produzione di cemento e clinker con il conseguente aumento dei quantitativi di stoccaggio anche delle ceneri leggere prodotte.
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - ricorda che il cementificio di Barile è situato proprio nel centro abitato. Entro il 31 Agosto - cioè entro 60 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata (BUR Basilicata n.32 del 1 Agosto 2009) - il pubblico interessato può presentare osservazioni per quello che la nostra Organizzazione non esita a definire, se autorizzato, un vero e proprio colpo di mano che apre la strada all’utilizzo del Cdr anche in altri cementifici ed impianti a biomassa nella Regione.
La OLA ricorda, infatti, come già nel 2005 la Giunta Regionale approvò una Deliberazione che derogava le norme del Piano Energetico Regionale vigente - approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale del Basilicata n.260 del 36 Giugno 2001. La Giunta Regionale dell’epoca tentò di far assimilare il Cdr alle biomasse, cancellando conseguentemente i divieti imposti dalla programmazione regionale vigente. Tale proposta della Giunta Regionale, per fortuna, non fu mai approvata dal Consiglio Regionale di Basilicata ed il nuovo Piear (Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale) non è ancora “passato” con legge. Nel chiedere agli Uffici Regionali di bocciare il progetto in parola, poiché incompatibile con l’ambiente e la salute dei cittadini di Barile e dell'intero territorio del Vulture, la OLA preannuncia la propria ferma opposizione al perverso disegno di quanti, per mero scopo di profitto, intendono bruciare la “monnezza” in inceneritori, centrali a biomassa e cementifici.

Da Ola

martedì, agosto 04, 2009

Riceviamo e volentieri pubblichiamo


giovedì, luglio 16, 2009

"Senza mezzi termini"

Il “decreto sicurezza”, quello delle ronde e del reato di clandestinità, è legge dello Stato. L’ha promulgata ieri, con qualche perplessità e preoccupazione, il presidente della repubblica Napolitano. Rinviare il testo al parlamento dev’essergli sembrato imprudente. Firmare in silenzio l’ennesima legge vergogna dev’essergli sembrato imbarazzante. Nel dilemma - dopo aver firmato - ha pensato di scrivere una lettera a ministri e presidente del consiglio, per invitarli a valutare le eventuali “criticità”. Come no.
Di seguito l’appello alla disobbedienza civile di Alex Zanotelli in tema di reato di clandestinità.

Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un paese come l’Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all’estero!), ora infliggiamo agli immigrati, peggiorandolo, lo stesso trattamento, che noi italiani abbiamo subito un po’ ovunque nel mondo.
Questa legge è stata votata sull’onda lunga di un razzismo e di una xenofobia crescenti di cui la Lega è la migliore espressione. Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni XXIII° nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare è un diritto.
Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (gli immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l’ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all’anagrafe. Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell’esclusione e dell’emarginazione.
«Questo rischia di svuotare dall’interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa - così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali». Vorrei far notare che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l’esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la Costituzione italiana parla di diritto d’asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge.
E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana.
Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile. È l’invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California), quando nel 2006 si dibatteva, negli Stati Uniti, una legge analoga che definiva il clandestino come criminale. Nell’omelia del Mercoledì delle Ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles disse che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto.
Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d’Africa per oltre 20 anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d’ingiustizia e d’impoverimento.
Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: “Non molesterai il forestiero né l’opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto” (Esodo 22,20).

mercoledì, luglio 08, 2009

Thanksgiving

Da qualche anno ha preso piede un nuovo must comportamentale nel post elezioni: la festa del thanksgiving. Il nostro unto dagli elettori, una volta accertato il possesso della poltrona amministrativa (si il possesso, perché è difficile che se ne separi nei successivi 10 anni), si scapicolla in litostampa per comunicare ai suoi protetti (definirli elettori è riduttivo per loro e offensivo per tutti quelli che votano da uomini liberi) il doveroso “grazie” (si sa, succede anche al padrone di dover sorridere al servo oltre che assicurargli i mezzi di sostentamento) e data e luogo di frizzi e sollazzi. Come dicevano i romani panem et circenses. Mentre si appropriano indebitamente del nostro paese e del nostro futuro ci offrono i pasticcini e noi, mitridatizzati dalla televisione, non ci accorgiamo che stanno assassinando il nostro pensiero e la nostra volontà. Viziati da abitudini fescennine viviamo chiusi nel penitenziario della codardia e affidiamo il nostro benessere sociale ad un manipolo di solipsisti. Un manifesto ci colpisce profondamente, per la facondia dell'autore. In Italia il voto è espresso secondo un criterio inversamente proporzionale alle capacità e alla onestà degli intenti. Secoli fa gli imperatori di Roma per distrarre il popolo offrivano spettacoli nel Colosseo, consapevoli del fatto che gutta cavat lapidem. Dosi sapientemente somministrate di idiozie e facezie fiaccano anche l'animo più nobile.
Ora che anche i festeggiamenti per le vittorie scontate ( come scontato e istituzionalizzato è il voto di scambio e il ricatto) sono terminate e dolcini e pizzette sono stati digeriti, potete per cortesia ( per gentilezza, non perché ci ubriacate di tasse) liberarci la provinciale dalla frana? Se lo fate alle prossime elezioni vi votiamo anche noi.

giovedì, luglio 02, 2009

Pasolini e l'anarchia del potere

Trentacinque anni fa un lucidissimo Pasolini spiegava come il potere mercifica i corpi. Ancora oggi certi meccanismi risultano ignoti alla quasi totalità della massa, eppure il risultato di questa manipolazione è sempre più evidente. Ci stiamo abituando a mangiare la merda, come le vittime del suo Salò?

Testo:

Nulla è più anarchico del potere. Il potere fa praticamente ciò che vuole, e ciò che il potere vuole è completamente arbitrario, o dettatogli da sue necessità di carattere economico che sfuggono alla logica comune.Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. E un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti.

Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano.

"Mi piace la vita glamour, la vita mondana e le cose firmate!"

Il regime è un regime democratico, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente ad ottenere, il potere di oggi, cioè il potere della civiltà dei consumi, invece riesce ad ottenere perfettamente, distruggendo le varie realtà particolari. E questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che noi non ce ne siamo resi conto. E avvenuto tutto in questi ultimi dieci anni. E stato una specie di incubo, in cui abbiamo visto attorno a noi l'Italia distruggersi e sparire. Adesso risvegliandoci, forse, da questo incubo, e guardandoci intorno, ci accorgiamo che non cè più niente da fare.

"Tanto non saprete mai come la penso e non saprete mai i sentimenti che ho. I miei sono veri, io lo so che sono veri!"

Luomo è sempre stato conformista. Se cè una caratteristica principale dell'uomo è quella di conformarsi a qualsiasi tipo di potere o di qualità di vita trovi nascendo. Forse biologicamente luomo è narciso, ribelle, ama proprio la propria identità, ma è la società che lo rende conformistico e lui ha chinato la testa una volta per sempre dinnanzi agli obblighi della società.Io mi rendo ben conto che se le cose continuano così, l'uomo si meccanizzerà talmente, si alienerà talmente, diventerà così antipatico e odioso, che questa libertà qui andrà completamente perduta.

sabato, giugno 27, 2009

Spett.le Cardinal Bagnasco...

Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.

Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?

Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete

domenica, giugno 21, 2009

Gli indifferenti


Una proposta: chiediamo in prestito 4 o 5 carrette del mare a quei gentiluomini che gestiscono il traffico di disperati nel Mediterraneo, rastrelliamo tutti i mantenuti dalla criminalità politica e li imbarchiamo verso le coste africane. Se i paesi africani non ce li rispediscono indietro indignati, noi chiediamo di fare a cambio. In Italia vengono tutti i cittadini dei paesi africani che desiderano vivere qui e noi gli mandiamo i nostri. Gli mandiamo tutti quelli che con l'avvicinarsi dell'età lavorativa scendono in campo, non nel senso di campo di coltivazioni (magari) ma nel senso che scoprono la vocazione per la politica, tutti quelli che si annoiano negli uffici dei palazzi governativi perché dopo aver letto il giornale e aver navigato su internet non sanno come trascorrere il tempo fino al timbro di uscita, tutti quelli che dopo anni di ignavia e di tedio passati, nei loro miseri paeselli, a lucidare la carrozzeria della loro Mercedes di quarta mano (orgoglio meridionale) coronano il loro sogno di indossare la Divisa ( i sogni però si pagano in contanti), tutti quei “professionisti” che li lasci ingegneri e li ritrovi sindaci ( perché da “semplici” ingegneri dovrebbero farsi il culo per guadagnare in quanto il guadagno sarebbe proporzionato alle capacità), tutti quei dipendenti ospedalieri che si moltiplicano in modo esponenziale come funghi in autunno (nei paesi dove ce n'è uno, dopo tanticchia triplicano). Potremmo imbarcare anche le ronde nere e le ronde verdi, ma saremmo costretti a buttarli a mare perché neanche il Nyanmar gli darebbe asilo politico.
Ma come fanno gli Italiani brava gente a non arrossire di vergogna quando starnazzano che il clima di insicurezza è dovuto alla presenza di stranieri? Come può il paese leader mondiale per esportazione di organizzazioni criminali sanguinarie e pericolose blaterare di romeni ladri e africani spacciatori con l'aggravante dell'abbronzatura? La rovina dell'Italia è l'italiano medio. Colui che si sveglia la mattina e fa colazione mentre il TG5 opera il quotidiano lavaggio del cervello, va a lavoro a bordo di tutti i suoi risparmi, giace al bar per almeno 1/3 della sua giornata, quando non guarda la partita si preoccupa che i figli crescano idioti e maleducati come lui, non ha mai letto un libro ma con la proverbiale prosopopea dell'ignorante dà lezioni su tutto e giunta la sera, sazio e appagato della sua nullità, si gode lo spettacolo televisivo delle meravigliose avventure di miserabili come lui. Dopo ciò che è successo a Napoli il 26 Maggio scorso, quando un italiano incontra un romeno dovrebbe abbassare lo sguardo e sentirsi sconfitto.

P.S. Se a qualcuno dovesse prendere fuoco la coda di paglia può addebitare l'incendio alla sua viltà e non certo all'autore del post.

mercoledì, giugno 17, 2009

Avanguardia Italiana

Un mese fa un artista tedesco ha vinto una gara bandita dalla città di Berlino per l'istallazione di una scultura in una piazza della bellissima e modernissima città tedesca. Il progetto consiste in una montagna di terra. L'artista si dava per sconfitto in partenza, data la natura provocatoria della sua opera, invece ha battuto la concorrenza ed ha inaspettatamente vinto.
Possiamo affermare(con la dovuta cautela) che il suddetto artista abbia intrapreso, mentre l'idea per la sua scultura era ancora allo stato larvale, un viaggio alla scoperta delle bellezze storico-architettoniche (peraltro tenute e curate magnificamente) della Basilicata. Durante il suo peregrinare, egli si è imbattuto nel borgo quattrocentesco di Atella, dove l'idea-larva è sbocciata ed è divenuta farfalla.
Difronte al cumulo di terra dovuto alla frana di 3 mesi fa sulla provinciale il nostro turista teutonico ha trattenuto a stento le lacrime, di gioia ovviamente. Gli amministratori locali (Comune, Provincia, e chi peggio ne ha più ne metta) si erano impossessati dell'idea e avevano installato un'opera uguale non in una piazza ma addirittura lungo una strada aperta al traffico automobilistico, quando si dice l'Avanguardia. Questo è ciò che ha pensato l'ingenuo artista, avvezzo a pensare dal point of view di un tedesco (mai avrebbe potuto immaginare che fosse solo malaffare politico e arroganza del potere). Purtroppo noi sappiamo che la realtà è diversa. La realtà è che noi versiamo dei soldi allo Stato sotto forma di tasse, soldi che lo Stato dovrebbe restituire ai suoi cittadini sotto forma si strade percorribili (ho detto strade percorribili, non tratturi regi asfaltati), welfare ( che vuol dire assistenza agli indigenti e non truffa aggravata), adeguata politica sanitaria votata all'assistenza dei malati ( che non si traduce in ufficio di collocamento per clientes il cui scopo nella vita è quello di passeggiare lungo i corridoi degli ospedali con la divisa da OS) etc etc.
Qualcuno è in grado di spiegare a chi è finito contro la frana per evitare i TIR come mai, nonostante le Giunte Comunali e gli uffici della Provincia pullulino di ingegneri, architetti e geometri, per rimuovere la “scultura” debbano passare mesi? In che modo si possono giustificare ai cittadini queste presenze professionali oltremodo numerose negli apparati di potere se non avvalendosi del soi-disant valore aggiunto di cotanti fior di progettisti? ( non pretendiamo che smettiate di scambiarvi gli appalti tra Comuni, io do un appalto a te nel mio Comune e tu lo dai a me nel tuo, vogliamo semplicemente che ci liberiate la provinciale così non stiamo lì a menarvela e potete continuare a fare gli accattoni con la mano tesa verso colui che vi ha blindato nel posticino tranquillo che vi assicura lo stipendio).
Ha ragione chi disse: dai ad un italiano il posto di lavoro fisso e una squadra di calcio vincente e non desidererà niente altro.

Anonimo

mercoledì, giugno 10, 2009

Risultati europee e provinciali

PROVINCIALI
  • Per il dato generale della provincia di Potenza clicca qui
  • Per i risultati nel collegio di San Fele, comprendente i comuni di Atella, San Fele, Ruvo del monte e Filiano clicca qui
  • Per il risultato nel solo comune di Atella clicca qui

EUROPEE

  • Per il dato nazionale clicca qui
  • I risulati della regione Basilicata li trovi qui
  • Il dato nel comune di Atella qui

venerdì, giugno 05, 2009

SOGNO QUINDI ESISTO

Il video della manifestazione di chiusura della campagna elettorale di Nichi in Puglia-Piazza Prefettura, Bari, 4 Giugno.




Alle europee(scheda arancione) vota così:

mercoledì, giugno 03, 2009

Appello al voto

Avremmo voluto mostrare, attraverso la proiezione della Video-Inchiesta “L’anticasta-L’Italia che funziona”, come anche in Italia esistano esperienze amministrative dove la politica riesce ad infondere ancora fiducia nei cittadini attraverso scelte coraggiose e di discontinuità…ma il maltempo lo ha impedito.

Avremmo voluto mostrare che non è vero come molti vanno dicendo ormai da tempo: i politici sono tutti uguali!Esistono realtà dove gli amministratori, insieme ai cittadini, hanno innescato percorsi virtuosi, e dove le persone credono nella possibilità di migliorare le cose a partire dalla propria abitazione, dal proprio comune.

Alcune delle iniziative contenute in questo video erano parte integrante del programma amministrativo con cui la Sinistra atellana s’è presentata alle scorse elezioni amministrative, presentando come candidata sindaco Francesca Ruggiero.
Quali le proposte nel nostro programma amministrativo?
1. raccolta differenziata porta a porta o domiciliare
2. il mercato contadino
3. mobilità sostenibile
4. e il metodo di governo della democrazia partecipata, tanto per citarne alcune…

Nuovi stili di vita consapevoli e modus operandi della politica che vorremmo acquistassero voce in Provincia e in Europa, e questo giustifica la nostra scelta di sostenere Ilario Bochicchio con Sinistra per la Basilicata, candidato consigliere provinciale, e di votare Sinistra e Libertà alle europee.

Molti girano per case e strade pregando di non sprecare voti, di votare per chi ha buone probabilità di essere eletto…chi spruzza giovanilismo da tutti i pori, chi invoca il voto a suon di moderatismo…potranno esortarci con ogni pretesto, ma non ci distrarranno mai dalla necessità e dalla voglia di cambiare davvero le cose, non possono spaventarci dalla facoltà di sognare perché, come scriveva un filosofo, 'finché ho un desiderio ho una ragione per vivere'.

lunedì, giugno 01, 2009

FIAT DI MELFI, INTERVENGA IL GOVERNO PER SBLOCCARE ASSUNZIONI PRECARI

Mentre si gioca a risiko sui giornali con fabbriche e stabilimenti di Opel, Fiat, Chrylser, nella nostra provincia dell’Impero, il vecchio “prato verde” di Melfi, a cavallo tra Lucania e Puglia,
si sta consumando una vicenda emblematica della fase attuale dell’internazionalizzazione dell’industria dell’auto.
I lavoratori Fiat Sata sono chiamati via Sms per lavorare o meno a causa dello sciopero in corso nelle fabbriche dell'’indotto: ad esempio, gli operai della Plastic Components (ex Ergom) come quelli dell’intera galassia indotto Fiat scioperano da una settimana per imporre la riassunzione dei lavoratori interinali licenziati a Melfi, cioè nell’unico stabilimento nel quale la produzione “tira”.E il Governo continua a tacere, lasciando allo sbando il futuro di migliaia di occupati nel settore auto.
I lavoratori, in una fase drammatica per i loro redditi e l’occupazione, offrono un esempio straordinario di coscienza e di solidarietà. Scioperano per una causa, che in un momento come questo si definirebbe incomprensibile: il diritto al lavoro di un gruppo di precari che per tre anni hanno sperato di vedere stabilizzata la loro condizione.È doveroso sostenere la lotta dei lavoratori interinali e di quelli che in questi giorni si stanno mobilitando al loro fianco.È indecente che ad una Fiat impegnata in trattative a largo raggio sullo scacchiere mondiale sia consentito di incassare prebende di Stato ed incentivi di vario titolo, scaricando a buon mercato i suoi esuberi.
È necessario che le forze democratiche comprendano il valore generale di questa battaglia e la sostengano: sui pochi interinali lucani di oggi si misura l’atteggiamento che l’azienda assumerà, in autunno, per le migliaia di lavoratori cassintegrati italiani di domani. Chiamiamo il ministro Scajola a battere un colpo sulla questione, che è dirimente per il futuro dei nostri lavoratori e sarà di esempio anche in tutta Europa.

mercoledì, maggio 27, 2009

PRATICHE LOCALI per fronteggiare la CRISI GLOBALE

Domenica 31 maggio 2009 alle ore 21.00, in piazza Gramsci,
proiezione della VIDEO-INCHIESTA:
l'ANTICASTA- L'Italia che funziona
Questa VIDEO-INCHIESTA racconta un appassionante viaggio nei Comuni dell'Italia a 5 stelle, alla scoperta di persone e progetti che se non fossero veri sembrerebbero incredibili.
Uno schiaffo all'immobilismo della politica e agli sprechi della CASTA, l'esempio concreto che un altro modo di fare politica non solo è possibile, ma si sta già facendo.
Realtà straordinarie dal punto di vista del risparmio energetico e economico, della mobilità sostenibile, della produzione di energia da fonti rinnovabili, della gestione dei rifiuti, dell'acqua e del territorio...
Successi indiscutibili che mostrano la concretezza di scelte alternative divenute possibili attraverso un grande coinvolgimento della popolazione, chiamata a partecipare attivamente alle decisioni che riguardano l'interacomunità.Migliaia di cittadini impegnati nella costruzione di un domani migliore.Per quanti sognano ancora di “cambiare il Paese”, piuttosto che di “cambiare Paese”.
La denuncia coraggiosa della Casta, che inizialmente aveva alimentato grandi speranze di cambiamento, ha finito per generare invece, alla lunga, un diffuso senso di impotenza, una profonda disillusione e un conseguente distacco dalla politica.
Proprio questo, paradossalmente, consente alla Casta di conservare indisturbata e addirittura di aumentare i propri privilegi e gli sprechi!
Per evitare di mettersi realmente in discussione e per legittimare se stessa la Casta ha dipinto mediaticamente l'intera Italia come un paese malato che condivide i vizi e le carenze dei propri rappresentanti politici, i quali sono così apparsi essenzialmente "rappresentativi" del popolo.
Tuttavia esiste anche un'altra Italia, fatta di tante persone oneste -non solo nella società civile, ma anche nelle istituzioni locali- che si battono ogni giorno per un paese migliore e che stanno già dimostrando con i fatti che le alternative concrete esistono.Il cambiamento, ancora una volta nella storia, non può che partire dal basso.E per fortuna questo sta già accadendo!Contributi di Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Franca Rame, Maurizio Pallante, Jacopo Fo, Andrea Segré, Edoardo Salzano...

venerdì, maggio 22, 2009

Woodcock: "La Basilicata è il Kwait d'europa"

Atella. Il pm all’incontro del progetto “Educare alla cittadinanza” saluta la Basilicata. L’invito a valorizzare petrolio, acqua e vino. Presente anche Iannuzzi


«Sto per lasciare la Basilicata. Dopo quasi dieci anni, mi trasferisco a Napoli nella mia città d'origine»: queste le parole del pm più famoso d'Italia, HenryJohn Woodcock, ad Atella per l'incontro conclusivo sul progetto "Educazione alla cittadinanza per vivere insieme". Un lavoro svolto con i ragazzi delle classi I e III B della scuola media cittadina. «Dopo tanti anni ho imparato ad amare questa regione, i suoi abitanti - dice Woodcock ai giovani con un filo di commozione - così non posso non cogliere questa occasione per esortare gli abitanti lucani adacquisire una nuova consapevolezza dei tesori di cui dispone la Basilicata che potrebbe diventare il Kuwait d'Europa». Una terra che possiede «tre tesori impagabili: petrolio, acqua e vino». Quello di Woodcock è un invito a darsi da fare e non sottovalutare le potenzialità del nostro territorio. Guardando con occhi esterni, infatti, è impossibile non chiedersi come avendo a disposizionetutte queste caratteristiche la nostra sia ancora una regione povera. Il messaggio forte è stato fatto proprio dai ragazzi della scuola media di Atella che coordinati dai professori Margherita Petrino e Franco Ruggiero hannorealizzato un progetto complesso composto da una serie di eventi susseguiti regolarmente a partire dal 18 marzo. Incontri che hanno visto protagonista oltre il magistrato anglo napoletano e per acquisizione ormai lucano, anche il giudice della corte d'Appello di Potenza Alberto Iannuzzi e lo psicologo Michele Dinardo. Affrontando i temi di giustizia, uguaglianza, legalità, bullismo i giovani studenti hanno imparato a lavorare in team ed hanno acquisito una nuova consapevolezza. Legalità come concetto relativo«che può dire tutto e niente» dice Woodcock portando l'esempio del principio di legalità che negli anni '30 con le leggi razziali. «In quel periodo il principio di legalità imponeva ad un giudice di osservare la legge razziale - spiega Woodcock che aggiunge - io non avrei più fatto il giudice». Ianunzzi sottolinea l'importanza dell'istituzione "scuola" come prevenzione dell' illegalità. «La magistratura ha un carattere repressivo» dice. «Interviene nelmomento in cui l'illecito è stato già commesso. La scuola, invece, può prevenire la formazione di futuri criminali inculcando nei ragazzi una cultura improntata alrispetto» ricordando le parole di Falcone sulla necessità per l' Italia di un esercito di insegnanti. Rifiuto dell'illegalità che avviene tramite una maggiore consapevolezza e coerenza per riuscire passare dalle affermazioni ai fatti.Woodcock ha poi un consiglio da dare a tutti i ragazzi: «Mantenere e conservare sempre la capacità di indignarsi». L'indignazione come «antidoto fondamentalecontro la cultura pressappochista del così va perché così deve andare». La capacità di indignarsi non solo di fronte ai casi eclatanti. «Ci sono tanti altri casi gravi che però suscitano meno scandalo perché possono sembrare più banali, come i concorsi pubblici truccati. Se si entra nell'ordine di idee che alcune distorsioni sono la normalità è finita». «I ragazzi - conclude Woodcock - hanno ancora le risorse e le energie per indignarsi».

Tratto da Il Quotidiano della Basilicata

giovedì, maggio 21, 2009

Cari sudditi ecco a voi il vostro Sultano

mercoledì, maggio 20, 2009

Appello: "Non trasformate la Basilicata in colonia energetica e pattumiera d'Italia"

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - e le associazioni firmatarie dell'appello "Non trasformate la Basilicata in colonia energetica d'Italia",, fanno ricorso alla sensibilità e coscienza dei cittadini, della società civile lucana, delle Istituzioni e delle organizzazioni politiche e sindacali ancora sane, affinché non venga portato a compimento il disegno di trasformare la Basilicata in colonia energetica e pattumiera d'Italia...continua su: http://www.olambientalista.it/salviamolabasilicata.htm

Per aderire all'appello come associazione, comitato e movimento: adesioni@olambientalista.it

Per aderire come cittadino: http://firmiamo.it/salviamolabasilicata
Grazie a tutti.

Di seguito il video dell'azione dimostrativa di Greenpeace a Scanzano Jonico contro il deposito di scorie nucleari:

domenica, maggio 10, 2009

Franitalia

Viaggiatore stanco ci scrive ancora: la frana sulla ex S.S.93, i terremoti, i viaggi con trenitalia...buona lettura.

Il mio viaggio continua. Questa volta non in automobile attraverso frane e smottamenti lungo la declassata(di nome e di fatto) SS93, oggi strada provinciale, ma in treno, nel declassato Eurostar, oggi Eurostarcity(un nome nuovo e prestigioso per un treno vecchio, un bluff insomma). La frana è ancora lì dove l'avevamo lasciata, causa amministratori comunali e provinciali (degni protagonisti delle più surreali novelle pirandelliane) impegnati in ardui equilibrismi diplomatici al fine di designare i candidati per le imminenti elezioni amministrative ( ma non venivano acclamati a gran voce dai comitati cittadini dei partiti?) e causa Protezione Civile impegnata in Abruzzo. I civili di Atella, Filiano e viciniori possono attendere a meno di un provvidenziale terremoto che ci permetta di ricostruire, oltre ai pollai, come successe nel 1980, anche le strade (chi non ha tirato su il palazzo di 2 piani laddove prima del sisma c'era la capanna della legna o il granaio di 3 metri per 2?). Fino ad un anno fa chi viaggiava sulla tratta Lecce-Milano sedeva sulle comode poltroncine dei treni Eurostar, treni veloci e piuttosto confortevoli, oggi invece viaggia sopra un brand. Gli Eurostarcity altro non sono che i treni sui quali i miei genitori raggiungevano Milano 35 anni fa con il marchio “Eurostar” dipinto sulla carrozzeria. Hanno preso i vecchi treni che in Francia, Germania e Spagna hanno distrutto per dignità e per rispetto dei loro cittadini o esposto nei musei delle antichità , gli hanno dato una mano di vernice, hanno “brandizzato” le fiancate (per giustificare il prezzo del biglietto, quello si “eurostar”) e privi del benché minimo ritegno vendono posti su questi treni- truffa. Trenitalia come Alitalia, un nome una garanzia. Fosse successo in un paese normocivilizzato ci sarebbero state le barricate e le rivolte dei cittadini sbeffeggiati, in Italia invece quello che conta è il marchio, la firma, il brand impresso a caratteri giganteschi così come gigantesco è il vuoto nelle menti. Lo sanno bene gli esperti di marketing che sono riusciti a trasformare, escogitando un nome evocativo, delle tradotte in treni superlusso, senza provocare l'indignazione di chicchessia. Che fine hanno fatto i veri Eurostar? Con un colpo di bacchetta magica sono diventati i Freccia Rossa ( in Italia basta un barattolo di vernice per progredire) della nuovissima Alta Velocità italiana. I treni sono sempre gli stessi, i prezzi sono stati moltiplicati per 3. Sapete chi altro è stato declassato da tempo? Noi. Da persone con una dignità e una mente pensante a bipedi con il bancomat.
Un viaggiatore stanco



sabato, maggio 09, 2009

Atella ovvero "Leonia"



La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal piú perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime ilastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio.
Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio.
Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali l’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: piú che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno vuole piú averci da pensare.
Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare piú lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro piú vasto. Aggiungi che piú l’arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, piú la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. E’una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne.
Il risultato è questo: che piú Leonia espelle roba piú ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri.
Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre città, che anch’esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta. I confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni infetti in cui i detriti dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano.
Piú ne cresce l’altezza, piú incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d’anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse, allontanare i nuovi immondezzai.

"Le Città Invisibili"
Italo Calvino