Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

mercoledì, agosto 19, 2009

Metapontino: trivelle in mare!

Un impianto di trivellamento nel mar Jonio. A 70 metri metri dalla battigia. Per l’estrazione del petrolio. Un progetto, in dirittura d’arrivo, che vede la ferma opposizione dei comitati, ambientalisti e enti locali del Metapontino, in Lucania.Il «mostro», infatti, dovrebbe sorgere nel golfo di Taranto con le proteste che interessano entrambe le sponde regionali: sia la Puglia che (soprattutto) la Basilicata. Le multinazionali che hanno ottenuto le concessioni per il trivellamento dei fondali marini sono l’Eni (per la parte pugliese) e la Consul Service (per il tratto lucano). A quest’ultima nello scorso autunno succede l’Apennine Energy srl. E’ qui che le associazioni scoprono il piano e iniziano la loro battaglia. Subito dopo si accodano alcuni consigli comunali del Metapontino, le amministrazioni locali votano delibere contrarie al trivellamento del mare. Per vari motivi. «La distruzione del paesaggio oltre alle albe joniche raderà al suolo, tutta l’economia turistica, posti di lavoro e gli investimenti turistici nella zona», afferma Felice Santarcangelo, del comitato No-Scorie Trisaia, ricordando come il disegno delle multinazionali potrebbe portare a pericolosi fenomeni di «subsidenza» (abbassamento del suolo a seguito delle estrazioni di gas fino ad oltre 5 metri che possono generare allagamenti). Motivo per cui il presidente del Veneto, il pidiellino Giancarlo Galan (sotto la spinta della Lega) ha vietato progetti simili nel golfo di Venezia.«Aumenterebbe l’erosione delle coste mettendo in crisi le spiagge, i campi agricoli e i villaggi turistici per tutto il lido lucano - continua Santarcangelo - Oltre a perdere le nostre attività economiche ci ritroveremo un territorio inquinato senza risorse necessarie per sostenere tutti i servizi di cui la regione ha bisogno per le misure federaliste messe in atto dallo stesso governo». Lo stesso che, con l’ultimo disegno di legge «Energia» voluto dal ministro Scajola, espropria le regioni dalla Via (valutazione di impatto ambientale) sulle trivellazioni. Scavalcando quindi i pareri dei governatori di Puglia (Niki Vendola) e Basilicata (Vito De Filippo). Non intenzionati, al momento, a dare il loro consenso al progetto.I comitati locali non tralasciano nemmeno l’impatto distruttivo dell’estrazione petrolifera nei confronti degli ecosistemi, dei fondali marini, della flora e della fauna: «Nei fondali nello Jonio esistono ancora vulcani attivi - denunciano ancora - E il terreno è geologicamente giovane». Non hanno intenzione di accettare un altro «scempio» nella propria zona. Soprattutto dopo l’arrivo delle scorie nucleari (battaglia poi vinta nel 2003 dal movimento no-nuke di Scanzano), e l’emergenza rifiuti con discariche malfunzionanti (con tanto di infiltrazione della mafia nella gestione delle ecoballe). Il territorio è già saturo.

Tratto da IL MANIFESTO

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