Lungo la strada che da Atella porta a Rionero, in una
zona residenziale, si trova ormai da 20anni, quello che rimane dell'ex
stabilimento Lucana Bitumi Spa e Lucana Calcestruzzi Srl che produceva conglomerati bituminosi, conglomerati
cementizi e prodotti in cemento armato. Chiunque
transiti lungo l'arteria non può fare
a meno di notare quei capannoni abbandonati, ammassi di lamiere e cumuli di bidoni
accatastati. E come se non bastasse, con il passare degli anni, la struttura si
è andata via via sgretolando e, di quello che una volta era il tetto dello stabilimento,
a terra sono rimaste le coperture di cemento e amianto.
Ed è proprio quell'amianto, a prescindere dal degrado in cui
versa l'area che si estende su una superficie di circa due ettari di terreno a
destare le maggiori preoccupazioni.
E' il 1992 quando lo stabilimento chiude per fallimento. Passano
gli anni ma quel sito rimane chiuso e in balia del tempo. Nel 2009 gli uomini
della Guardia di finanza appongono i sigilli all'ingresso e alla struttura: a fare
paura è quell'eternit utilizzato per la costruzione della copertura del capannone.
Ma di bonificare la zona neanche a parlarne.
Dopo vent'anni dalla chiusura dello stabilimento a lanciare
l'allarme, per la presenza di una vera e propria bomba a orologeria dal punto
di vista della salute pubblica e dell'inquinamento ambientale, una ventina di
persone che, a giugno del 2011, hanno dato vita, ad Atella, all’associazione “gap– Idee in divergenza”.
L'articolo apparaso su Il Quotidiano della Basilicata |
Quello che chiedono è la bonifica del sito intorno al quale sorgono anche numerose abitazioni.
La copertura dell'ex stabilimento, che un tempo produceva
conglomerati bituminosi, ormai quasi del tutto crollata, come detto, era composta
soprattutto da amianto. Oggi quelle lastre
sono per terra, soggette al degrado ma soprattutto all'azione degli
agenti atmosferici che ne amplificano la pericolosità per la salute umana.
Difficile non notare quello che è davvero sotto gli occhi
di tutti i cittadini di Atella che ormai dal 1992 vivono a stretto contatto con quelle lastre
di eternit e ovviamente respirano i
filamenti di amianto che dal terreno si innalzano mescolandosi con
l'aria. Vent'anni sono davvero troppi e così i ragazzi dell'associazione
“gap- Idee in divergenza” di Atella hanno deciso di far sentire la propria voce affinché qualcuno - Comune, Regione o Arpab - intervenga e provveda a bonificare la zona. E per
dare maggiore eco alla loro legittima richiesta i ragazzi hanno realizzato un
video denuncia che è possibile vedere sul sito altratella.blogspot.com.
Il video, oltre a documentare la situazione di degrado dell'ex
stabilimento Lucana Bitumi Spa e Lucana Calcestruzzi Srl, propone anche la testimonianza del signor Antonio Di Felice
che è stato sia custode che operaio dell'ex-cementificio.
Tratto da il Quotidiano della Basilicata
Di seguito il video:
0 commenti:
Posta un commento