altratella.it, che fare?

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La discarica di Atella nel disastro rifiuti lucano

Un'interessantissima video-inchiesta sui rifiuti e il loro smaltimento, analizzando la questione e i suoi sviluppi nell'area del Vulture. E in quest'area ricade anche la discarica di Atella di località Cafaro, discarica che rientra a pieno titolo nell'enorme business legato allo smaltimento dei rifiuti. Leggi tutto

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali, se si applicasse un canone equo (come suggerito dagli autori della ricerca) di 10 euro/mc la nostra regione incasserebbe 9,2 milioni di euro. Leggi tutto

Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

lunedì, marzo 25, 2013

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali per un volume totale di 920.000.000 di litri imbottigliati dalle falde lucane su 680 ettari in concessione alle società imbottigliatrici. Di contro, la regione Veneto ha incassato 15.692.641,29 euro con un volume poco più che doppio rispetto a quello lucano: 2.422.148.031 i litri imbottigliati e 1.644,55 ettari in concessione dalla regione del nord.

Questi e altri dati saltano all'occhio scorrendo le pagine della ricerca "Acqua in bottiglia, un'imbarazzante storia all'italiana - Regioni inadempienti, impatti ambientali per tutti, profitti esagerati per pochi" redatta da Legambiente e dalla rivista altreconomia (qui l'intera ricerca in .pdf). Così come l'anno scorso, la regione Basilicata viene rinviata nella gestione delle acque minerali, applicando un canone inferiore a 1 euro a mc (stabilito dalle linee guida nazionali). Le tariffe nella regione dove insistono marchi quali Lilia (Coca-Cola), Gaudianello, etc...sono di 70,92 € per ettaro (minimo annuo 7.092,50) e solo 0,30 € per metro cubo imbottigliato contro i 4 € applicati in Abruzzo.

Se si considera anche l'impatto ambientale per la produzione delle bottiglie in Italia (pari a circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2 immessi nell'atmosfera), l'inquinamento prodotto per il trasporto delle bottiglie lungo lo stivale ed oltre (ad esempio, l’acqua Lilia dalle fonti del Vulture (Basilicata) percorre 847 km per arrivare a Genova e 861 per raggiungere Milano), e lo smaltimento necessario della plastica delle bottiglie...si capisce bene che è un'attività che con la sostenibilità ambientale non ha molto a che fare.

Al tempo stesso occorre mettere in campo anche una forte azione per aumentare la fiducia degli 
italiani nell’acqua di rubinetto che conviene all'ambiente e alle tasche: per ogni 100 litri erogati emette solo circa 0,04 kg di CO2, non ha bisogno di imballaggi né tantomeno di utilizzare il petrolio per il trasporto e per la fabbricazione delle bottiglie di plastica necessarie per il suo trasporto e costa 200 volte meno rispetto all'acqua imbottigliata. Inoltre l’acqua “del sindaco” è di buona qualità, ecologica e rigorosamente controllata da norme sanitarie; in alcune situazioni può essere poco allettante al gusto, ma con dei semplici accorgimenti è facile renderla piacevole al palato e al portafoglio.

I redattori della ricerca hanno calcolato che "se al contrario si applicasse un canone uniforme su tutto il territorio e soprattutto più elevato, ad esempio 10 €/m3, come abbiamo proposto in più occasioni, si arriverebbe ad avere un introito di 123 milioni di euro all’anno per le Regioni italiane, risorse che potrebbero essere vincolate a investimenti sul territorio riguardanti la tutela degli ecosistemi acquatici". In particolare, la Basilicata passerebbe dagli attuali 323mila euro a 9,2 milioni di euro, un adeguamento necessario, perché l’acqua bene comune, oggi viene svenduta alle società imbottigliatrici. Se poi, una parte di questi introiti rimanessero ai comuni su cui insistono le concessioni di sicuro il ritorno ai cittadini sarebbe più diretto e "percepito".

Alessandro Pietropinto

Di seguito la ricerca sfogliabile:


martedì, marzo 19, 2013

Ad Atella il I° convegno regionale sulla canapa

Il convegno si terrà Venerdì 29 Marzo, alle ore 18:00 presso la biblioteca comunale di Atella (Pz).
L’incontro è destinato ad agricoltori, ditte edili e curiosi (qui l'evento su Facebook). Si parlerà di progetti legati alla coltivazione di canapa sativa, delle tecniche di coltivazione, della sostenibilità della coltura della pianta e dei suoi svariati usi: dal tessile all’edilizia, dai prodotti alimentari alla cosmesi.
 
Saranno presenti al convegno il presidente di Assocanapa Felice Giraudo, il presidente di Canapuglia Claudio Natile, l'architetto Livio Ripamonti per Equilibrium ( ditta produttrice del mattone di canapa), la dott.ssa Manuela Tolve per l’associazione Lucanapa onlus ed Andrea Trisciuoglio per l’associazione Luca Coscioni che affronterà le tematiche riguardanti l’aspetto medico legato alla canapa ed ai farmaci da essa ricavati.
 
E’ prevista la partecipazione di medici nutrizionisti e autorità locali.
Durante il convegno sarà possibile degustare prodotti a base di canapa realizzati dai forni Telesca e Galasso, si potranno acquistare le uova di Pasqua con semi di canapa tostati realizzati dalla Pasticceria Mancusi di Sarnelli.

Di seguito un video sulla prima piantagione di canapa sativa di Basilicata, proprio ad Atella:

 

lunedì, marzo 18, 2013

Ricerche idrocarburi anche nell'area dell'Aglianico DOC

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, rende noto che la società Delta Energy Ltd – con sede centrale in Brighton, 43 Park Crescent, East Sussex BN2 3HB, Regno Unito – dopo aver presentato il 28 maggio 2012 presso gli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico la nuova istanza di permesso denominato “La Bicocca” ricadente nei Comuni di Barile, Melfi e Rapolla ed estesa su oltre 155 Kmq, ha chiesto alla Regione Basilicata ed agli enti locali l’attivazione della procedura VIA ai sensi della L.R. 47/98. Infatti, con avviso pubblicato sul recente Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata n. 7 del 16/3/2013, la società con sede di rappresentanza presso lo studio romano dell’avvocato Turco e sede periferica a Matera, vuol effettuare ricerche di idrocarburi anche nel cuore del Vulture, area di produzione del vino Aglianico doc. La nuova istanza di permesso di ricerca “La Bicocca” della Delta Energy, dopo il permesso “Palazzo San Gervasio” della Aleanna Resources, va infatti ulteriormente ad estendere le aree per la ricerca di idrocarburi a nord del territorio regionale.
Questa volta la Delta Energy si rivolge alle aree di produzione del vino Aglianico del Vulture, a quelle cerealicole ed olivicole di pregio, ove sono presenti valenze ambientali, archeologiche, naturalistiche, SIC e ZPS incluse nella Rete Natura 2000 dell’Unione Europea. La Ola chiede ai comuni interessati di Barile, Melfi e Rapolla che hanno già ricevuto la richiesta della Delta Energy in questi giorni di convocare consigli comunali aperti ed opporsi alle richieste della Delta Energy nei termini fissati di 45 giorni, ovvero entro il 1 Maggio 2013.
La Ola esorta i produttori agricoli del Vulture ad opporsi ora e far sentire con forza la propria voce, prima che sia troppo tardi, per non vedere compromessa l’immagine dei loro prodotti ma anche il territorio, così come la Val d’Agri tristemente testimonia.
La Ola è costretta a denunciare nuovamente l’assordante silenzio della Regione Basilicata che fa finta di opporsi alle nuove istanze di permessi di ricerca, fidando nella cosiddetta moratoria bluff (art.37 della L.R. 16/2012) impugnata per incostituzionalità dal Governo Monti presso la Corte Costituzionale, mentre gli uffici del dipartimento ambiente attivano quasi ogni settimana nuove istanze VIA da essi considerate “atti dovuti”. E’ in questo modo – evidenzia la Ola – che si spalancano le porte alle compagnie minerarie, grazie ai conflitti d’interesse dall’esito scontato.