Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

mercoledì, dicembre 15, 2010

Nella Valle di Vitalba, dove i rifiuti diventano ricchezza

Pubblichiamo di seguito l’intervento del direttore del Quotidiano della Basilicata, Paride Leporace. Egli descrive l’attività svolta dal gruppo Seari nell’area nord della Basilicata, dove opera anche il gruppo EDF Fenice, di cui il Consorzio Seari può essere considerato un indotto . ”Un’attività – scrive Leporace – che dimostra come si possa fare business dalla monnezza”. Peccato che non si sia scavato a fondo in quella monnezza dalla quale c’è chi ricava business.
Si sarebbe potuto forse descrivere una realtà più profonda e meno bucolica di quella che traspare e che un cronista più esperto d’ambiente avrebbe potuto certamente descrivere con aggettivi più incisivi di quelli usati nell’articolo. Peccato che in Basilicata la differenziata non sia mai decollata. Peccato davvero che questo business sia distante anni luce da una realtà che appare troppo patinata per essere vera. Di seguito l’articolo:
Era da tempo che non incontravo delle maestranze altamente motivate e soddisfatte del proprio lavoro, semplici operai e capireparto orgogliosi di un ciclo produttivo innovativo e utile alla loro vita ma anche alla collettività. La questione è nodale perché non avviene in un impianto manufattiero tradizionale ma in un grande stabilimento dove ogni singolo dipendente si occupa di trattare e riciclare e possibilmente riutilizzare ogni singolo rifiuto.
Ho avuto la possibilità per un’intera mattinata di seguire le attività del gruppo Seari collocato nella valle di Vitalba. E’ uno dei tre impianti che ancora funzionano in un’area industriale predata da avvoltoi del Nord che hanno aperto capannoni per potersi guadagnare investimenti a fondo perduto sommate come spreco del Sud e finite ad ingrassare le partite Iva della razza padrona padana. Qui un tempo si costruivano motori. Il mito dei pistoni da Formula Uno è morto quasi subito. Poi degli imprenditori locali, ma nel dna di uno di loro scorre anche generoso e creativo sangue romagnolo, hanno dopo qualche primo balbettio trovato la formula adatta per fare business con la monnezza. Nessun finanziamento pubblico e investimenti di tasca propria. L’impianto è un piccolo gioiello di nuova architettura industriale. L’esterno nel verde è distante anni luce dagli scenari da Blade runner che siamo abituati ad osservare attorno agl’inceneritori. All’interno gli uffici hanno un design da loft molto a la page. Nel ventre dell’impianto l’aria non è irrespirabile come ti aspetti. Il ciclo passa per le mani dei singoli che scartano, verificano, controllano. I rapporti sindacali sono buoni. In una mensa a dimensione umana dirigenti e operai pranzano insieme gustando la buona cucina preparata da una signora del posto. I titolari pensano molto al sociale. Sono l’avanguardia vera di quell’economia green che in questa vallata è fatta di corpi che vivono meglio la loro epoca trattando materiali che non vanno dispersi. Meno disperdi più guadagni. L’azienda gestisce anche i compattatori automatizzati con dispositivo ottico. Hanno anche quelli piccoli buoni per i vicoli dei paesi che utilizzano il loro servizio. La differenziata è una realtà condivisa. Sono pochi comuni. Chi si occupa di rifiuti forse è bene che vada da Seari a comprendere come si governa un problema e come diventa una risorsa. Il futuro passa da Atella. Ricordiamocelo.
[di Paride Leporace - Il Quotidiano della Basilicata 14/12/2010]Tratto da Olambientalista

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