altratella.it, che fare?

Abbiamo lanciato l'hashtag #altratellachefare? per decidere insieme cosa può essere domani questo (non-) luogo e spazio. PARTECIPA ANCHE TU! Leggi tutto

La discarica di Atella nel disastro rifiuti lucano

Un'interessantissima video-inchiesta sui rifiuti e il loro smaltimento, analizzando la questione e i suoi sviluppi nell'area del Vulture. E in quest'area ricade anche la discarica di Atella di località Cafaro, discarica che rientra a pieno titolo nell'enorme business legato allo smaltimento dei rifiuti. Leggi tutto

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali, se si applicasse un canone equo (come suggerito dagli autori della ricerca) di 10 euro/mc la nostra regione incasserebbe 9,2 milioni di euro. Leggi tutto

Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

giovedì, settembre 30, 2010

Il piano industriale di Marchionne. Convegno a Rionero il 2 ottobre

L’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, insieme a Decanter, la rivista della sinistra lucana, e alla Rete a Sinistra, ha organizzato per il 2 ottobre, dalle 16.00 alle 20.00, a Rionero in Vulture (Potenza) presso il Centro sociale, un convegno sul Piano industriale di Marchionne visto dalla Fiat di Melfi.

Dopo i saluti di Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata, e Piero Lacorazza presidente della Provincia di Potenza, introdurranno i lavori Antonio Placido, Francesco Garibaldo e Guido Viale.

Interverranno tra gli altri: Giovanni Barozzino, Davide Bubbico, Antonio Califano, Giuseppe Cillis, Nino D’Agostino, Emanuele De Nicola, Piero Di Siena, Angela Lombardi, Enrico Mazzeo Cicchetti , Antonio Pepe, Paolo Pesacane, Francesco Pirone, Erminio Restaino Anna Maria Riviello, Giannino Romaniello, Laura Serra, Luigi Scaglione, Giacomo Schettini, Pietro Simonetti, Rocco Vita, Vincenzo Viti.
Il convegno sarà concluso da Gianni Rinaldini.

domenica, settembre 26, 2010

Mancusi: saranno realizzate le discariche di Atella e Genzano

L’assessore al dipartimento Ambiente e territorio, Agatino Mancusi, ascoltato sullo stato di attuazione delle politiche regionali per lo smaltimento dei rifiuti. Questa mattina, presso la sala del Parlamentino del Consiglio regionale, si è riunita la Quinta Commissione consiliare permanente “Controllo – Verifica – Monitoraggio” presieduta dal consigliere Michele Napoli (Pdl) alla presenza dei consiglieri Dalessandro (Pd), Singetta (Api), Romaniello (Sel), Navazio (Ial), Mollica (Mpa) e Falotico (Plb). La prima parte dei lavori è stata dedicata all’audizione dell’assessore al dipartimento Ambiente e Territorio, Agatino Mancusi, sullo stato di attuazione delle politiche regionali per lo smaltimento dei rifiuti. Presenti anche il dirigente generale, Donato Viggiano, e il responsabile dell’ufficio Prevenzione e controllo ambientale, Francesco Ricciardi. “In questi ultimi mesi il lavoro svolto è stato meticoloso e attento e la questione rifiuti è stata affrontata in maniera seria e radicale. Iniziamo un nuovo percorso per il quale c’è bisogno del contributo di tutte le parti politiche per raggiungere un risultato positivo per la Basilicata”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore al ramo, Agatino Mancusi, il quale nel sottolineare che “si vuole affrontare seriamente il problema incanalandolo nella giusta direzione” ha comunicato una serie di azioni messe in campo dal Dipartimento per far fronte ai problemi che si sono presentati negli ultimi mesi sul territorio regionale. Prime fra tutte le due ordinanze del Presidente della Giunta regionale, del 28 maggio 2010, inerenti l’allineamento della vigente programmazione ai contenuti dell’intesa istituzionale tra Regione Basilicata e Province di Potenza e di Matera e le disposizioni urgenti per fronteggiare le carenze impiantistiche per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella provincia di Potenza (la discarica potentina di Pallareta e quelle da realizzare di Atella e Genzano di Lucania). “Forte attenzione – ha continuato Mancusi – è stata riservata all’Osservatorio regionale dei rifiuti della Basilicata (Orr) che, oltre ad essere un organo indispensabile nella gestione dei rifiuti sul territorio lucano, è uno strumento di supporto tecnico-amministrativo per la Giunta regionale e per gli Enti locali”.
“Grazie all’Osservatorio – precisa l’assessore – abbiamo contezza dello stato di salute o di malattia del territorio regionale”. “Alla luce delle problematiche emerse – ha aggiunto Mancusi – è stato affidato uno studio all’Università degli studi della Basilicata al fine di evidenziare tutte le criticità a breve termine e di analizzare la base impiantistica esistente e la sua adeguatezza rispetto agli obiettivi di efficienza e di copertura del fabbisogno in funzione degli scenari evolutivi”. L’Assessore ha poi ricordato che “il 3 settembre è stata sottoscritta un’intesa con la Provincia, il Comune di Matera e l’Ato per la gestione dei rifiuti nella provincia materana e per il recupero volumetrico dell’impianto di località La Martella e che sono stati avviati anche i tavoli tecnici per il superamento delle problematiche legate alla realizzazione degli impianti nei comuni di Atella e Genzano”. “Altra azione strategica che il Dipartimento ha avviato – ha concluso Mancusi – riguarda l’implementazione di azioni di raccolta differenziata che si attueranno con il contributo del Consorzio nazionale imballaggi (Conai) e indirizzata al recupero degli imballaggi domestici e industriali”.
Sull’argomento sono intervenuti i consiglieri Falotico (Plb) e Romaniello (Sel). Per Falotico “la Basilicata ‘verde’ potrebbe esserlo sempre di più se si lavora con puntualità e serietà per evitare i qualunquismi della politica. La Regione – continua Falotico – deve darsi dei paletti validi per tutti”. Romaniello ha poi sottolineato la necessità di capire “cosa è avvenuto da quando è stata prodotta la legge ad oggi, sia dal punto di vista legislativo che dei trasferimenti delle competenze. Tanti gli interessi presenti in questo settore – afferma Romaniello – per cui è necessaria una corretta programmazione della Regione”. La Commissione, acquisita la relazione dell’Assessore al dipartimento Ambiente e territorio ha, quindi, deciso di aggiornare i lavori per meglio approfondire la tematica.
Di seguito un video che rappresenta bene la situazione della discarica di Atella e le sue conseguenze:

Tour della monnezza 2 from olachannel on Vimeo.

sabato, settembre 25, 2010

Caro Nord...

Un piccolo contributo per meglio comprendere la nostra terra, la storia di un sud pre-unitario prosperoso e civilmente avanzato, che dopo il 1861 viene oppresso da un nord affaristico e prepotente.

Buona visione.

lunedì, settembre 13, 2010

Lettera a Nichi Vendola da Pescara


Quale politico, prima di mercoledi scorso, era venuto in Abruzzo smuovendo una folla così? Nessuno.

Lui invece ci è riuscito, e la folla non solo constava di migliaia di persone che per Villa Sabucchi si sono rivelate addirittura troppe… ma era soprattutto una folla variopinta: dal ragazzino imberbe alla vecchietta che -accompagnata dalla nipote- era lì a sentirlo parlare nonostante i suoi problemi di deambulazione… Dall’uomo distinto in giacca&cravatta ai giovani rasta. E’ stata una festa. Un tripudio. Nichi Vendola piace e piace alla grande. Convince, e convince col sentimento.
Le doti oratorie del governatore della Regione Puglia sono entrate nelle nostre case come quelle di Berlusconi, è vero, solo che Nichi ha impiegato pochissimi mesi… e non anni; solo che Nichi lo ha fatto dalle piazze, e non dalle televisioni, raccontando il Paese in cui viviamo, e non le favole per ubriaconi da bar di cui il nostro attuale Presidente del Consiglio; e viene applaudito dalle folle che si riuniscono spontanee, e non da stranieri e disoccupati per 100 euro; le folle, poi, non sono protette da polizia in assetto antisommossa, e le videocamere possono entrare… Dove va Nichi c’è il problema di sufficienza di spazio e di monitorare il traffico nei dintorni… e non quello di pagare progettisti e caddisti per far sì che la Piazza sembri piena agli occhi delle telecamere “addestrate”.

Neanch’io volevo crederci, io che posso dire con orgoglio di aver militato dentro Rifondazione Comunista e che mai e poi mai avrei votato per un simbolo senza Falce&Martello. Io che so delle “5 mozioni” e che per tanto non considero un “compagno” l’in-fausto Bertinotti e tanto meno Vendola. E soprattutto io che vedo nel Movimento5Stelle un grande movimento popolare che non si limita a cortei colorati ma che arrivando nei Consigli e eliminando in primis i privilegi della Giunta ede l Consiglio stesso ha dimostrato agli italiani di fare sul serio, di fare i fatti concreti. No, non lo avrei mai detto.

Lo hanno definito un affabulatore, un incantatore senza un serio programma… lui stesso si definisce, romanticamente, un “cantastorie”. Eggià… per capire Vendola, per “sentire” Vendola, occorre anche una buona preparazione alle spalle; quella cultura che partendo da Socrate e attraversando la mitologia greca arriva fino al ‘900… fino a donarti la passione più amara che ci sia: la politica. Ma “anche per chi non legge Freud” Nichi sembra essere finalmente la svolta.
Nichi Vendola è così, “outsider” nel triste e monotono panorama della politica italiana; definito “trasgressivo” solo perché in Italia abbiamo -purtroppo- il Vaticano… un Vaticano che sinceramente stento a immaginarmelo a fare affari con lui…

Nichi Vendola è sincero, si accalda, suda e si asciuga il sudore dalla fronte mentre parla; si scalda, per un attimo si sbraccia ma se lo fa è perché sta entrando nel nocciolo di una questione ancor più calda… questioni di cui più nessuno parla, e la gente la vedi che lo ascolta intenta e lo ammira, fa sì con la testa, e poi applaude entusiasta. Prima di lui le campagne elettorali erano incentrate su l’Alitalia (come fosse il problema degli italiani… e quando anche Tirrenia “affonda”, allora è colpa dell’UE… poveri noi elettori… sempre così distratti!).

Vendola non ti fa innamorare di sé con un “programmone” da campagna elettorale, no; Vendola -capisco che per i “pragmatici” è difficile da capire-, ti fa innamorare di sé perché ha capito ciò che troppi elettori sanno ormai da tempo, pochissimi politici hanno avuto il coraggio di dire, e troppa gente in questo Paese ha l’interesse di tenere nascosto!: quella che abbiamo dall’11 giugno 1984 non è più Sinistra, quella cara vecchia Sinistra che il “dolce Enrico” ha instillato nei cuori degli italiani onesti, negli italiani che amavano la Fiat non tanto perché ci lavoravano loro, ma perché la Fiat era l’Italia. Quei padri e quelle madri di famiglia che dopo un’infanzia da romanzo storico, fatta di sacrifici, di rinunce, di orgoglio e di sacrifici, hanno vissuto il Grande Sogno. Hanno creato la loro Famiglia… la nostra Patria! Quell’Italia che ha portato nel mondo le bellezze che Dio ha creato, e che ha saputo risollevarsi dalle putride e vergognose macerie del nazifascismo con Orgoglio e con Dignità! Quando i “figli di Leonardo” erano degni di essere i suoi figli, quando l’Europa ci ammirava perché sfornavamo talenti e Opere d’Arte e varcavamo i cancelli delle fabbriche col sorriso in faccia. Perché il lavoro lo abbiamo messo al primo posto della Costituzione più bella del mondo, perché quelli che oggi la televisione nomina cercando di attribuire un nonsocchè di dispregiativo, “i comunisti”, capirono prima di tutti che il lavoro è il perno cardine di una civiltà, di una società che si possa chiamare tale! Senza un posto di lavoro un uomo è difficile che si senta tale!, a patto che non lavori per la mafia -imperdonabilmente paradossale che oggi proprio noi riconosciamo a Berlusconi il “merito” di essere stato il primo a capire l’enorme potenziale che avrebbe potuto celarsi dietro in televisione becera, squallida e per decerebrati mentali!- E invece dopo l’Enrico personaggi come D’Alema e Veltroni hanno rigurgitato addosso ai nostri Valori un’altra sinistra, perpetrando un alto tradimento e cavalcando l’onda “VATICAN-USA”, calpestando la nostra cara vecchia Sinistra fino a relegarla a improbabili individui “in odore con Mastella”! No. Questo ha capito Nichi Vendola! Per un italiano che ormai ha capito chi c’è dietro le stragi di Falcone e Borsellino, per un italiano che quando comincia X-Factor lancerebbe il televisore giù per le scale, per un pensionato al quale Grande Fratello ha smesso di “essere utile” già alla seconda edizione, per un’italiana che se fa un figlio perde il posto, per un ragazzo che se studia non lavora e se lavora non studia, per una donna che sente le lancette del proprio orobilogio eppure la voglia e il bisogno di un bimbo sono ancora il motore della sua vita, per un malato che non ce la fa più di soffrire e per la madre che deve riconsegnare la sua tessera elettorale perché la polizia ha ammazzato suo figlio di botte e nessuno fa niente! No, per un italiano così non c’è più programma elettorale che possa bastare! Siamo una platea che s’è alzata in piedi e la favola non se la mangia più! Ma la afferra e la vuole rompere in testa a chi quella favola la vuole ancora cantare! Siamo un branco di bestie divise e che sputa addosso al tricolore, da una parte, vanno a Predappio dall’altra! Siamo divisi su tutto perché non esiste trasmissione televisiva che non sia impacchettata per farci odiare e ammazzare dagli altri e da noi stessi!

Siamo brutti. Siamo schifosi. Siamo il popolo che applaude Dell’Utri e Schifani e dà dello “squadrista” a chi invece ha ancora il coraggio di indignarsi! Di alzarsi in piedi e di gridare! A “W Giancarlo Caselli, W il pool antimafia!” lo hanno ammazzato, e chi di noi lo sa! Una scossa elettrica come un proiettile deviato da un calcinaccio in una piazza che per te si chiama Alimondi, per me si chiama Giuliani!

4 orizzontale: il popolo italiano li ignora da vivi e li adora da morti: EROI! L’ultimo ha il nome di un Angelo… e non saranno mai quelli della tv! Gli eroi sono quelli che si ammazzano su una catena di montaggio per sfamare i propri figli senza scendere a compromessi. Che rinunciano alle cure e ai medicinali perché il loro sogno è un figlio che si laurea. Che si laurea per poi andare a fare il precario o il cameriere o il call center che ci rompe l’anima a tutte le ore! Perché la mafia è facile, ma se sai che se sei lì 8 ore al giorno è perché te lo impone Lei, Cosa Nostra, quella montagna di merda capitanata da un buffone pagliaccio ipocrita e volgare, che quando compare in quella maledetta scatola prendi tuo figlio e gli giri la testa per non fargli vedere lo schifo di cui siamo capaci!

Questo ha capito Nichi Vendola! 4 giornalisti mandati dal Sistema con l’intento di metterlo in difficoltà e che invece si sono rivelati 4 fornitori di assist stupendi per mandare Nichi Vendola in gol, ancora e ancora una volta! Sembrava di sentir l’”OOOOOOOOOOHHHH” da stadio quando Totti sta calciare il rigore ad ogni risposta che stava per dare… ad ogni sua presa di respiro con la quale avrebbe accesso la folla incendiandola di orgoglio, ad ogni risposta, dopo ogni domanda. E la cosa più bella era vedere come Nichi ascoltava con sentito rispetto anche il giornalista più palesemente di destra!

Un Uomo. Un signore!

No, non mi meraviglio che oggi Vendola piaccia nella stessa misura a una giovane insegnante come a un ricco imprenditore. Perché Nichi ha quel Pathos che ti fa capire che gli imprenditori non sono tutti uguali, e lo fa capire anche ha un ottuso “comunista” come me! Che non sono tutti come quell’individuo che risponde al nome di Marchionne, osannato da Raiset ai tempi della fusione solo perché era in cantiere l’idea piduista di cancellare il Contratto Nazionale sputando in faccia alla nostra bandiera che neanche più il suo supremo rappresentante vuole tutelare! Una fusione non viene mai perché le cose vanno bene, sia per le banche e sia per le auto! Una fusone imprenditoriale viene sempre perché le cose non funzionano più, e da soli non si resta in piedi!

Ma Raiset si preoccupò di creargli un’aureola, l’aureola del capace, del “vissuto”… un’aureola simile noi la conosciamo bene… se la mise in testa Berlusconi quando si presentò agli italiani!
Ecco perché contro Vendola non basta agitare lo spettro del “Romantico e bravo ma solo a parole”! E’ da qualunquisti fare così! E’ proprio grazie alla vertiginosa caduta libera del nostro Paese che ci siamo accorti di lui. Il nostro Paese traghettato dall’assurdo all’ormai accettato disgustoso malcostume spacciato in tv e fecondato nel grembo di un 12enne che odia un pakistano solo perché pakistano! Questo treno nero e a chiazze verdi guidato da Bossi-Tremonti-Riina e Provenzano con il tacito assenso di Bersani e il Vaticano!

Bè, per quest’Italia sembra proprio non esserci più spazio quando senti parlare Nichi Vendola! Lo consigli ai bambini, agli ammalati, alle persone tristi, agli sfruttati e agli emarginati, Nichi vendola è una nuova pagina di un romanzo che si può ancora salvare… che iniziò bene per poi schifare… ma siamo pur sempre il popolo Italiano, e Nichi ci sta facendo tornare a riempire i polmoni di orgoglio quando lo pronunciamo! “Io sto con Nichi e con chi a quest’Italia vuole ancora bene!” Erano anni che non succedeva! E che piaccia o no, ma a Nichi basta ascoltarlo parlare per tornare a crederci! Per innamorarsi di lui! Per dire “per fortuna che lui è gay!”, così se vince perderanno terreno anche molti stupidi luoghi comuni che infangano l’onore dell’Italia attraverso sconvolgenti pagine ci cronaca che fanno il giro del mondo deridendo il tricolore! Se vince Nichi Vendola vincono tutti gli omosessuali, anche chi come Amaro&Gabbano non lo meriterebbe! Vinceranno tutti coloro che odiano lo Stato italiano perché debole con i forti e pugno di ferro con i deboli! Non c’è bisogno che torni baffone! Basta che a Internet non mettano il bavaglio e che Raiset non continui a raccontar di ciotole per cani quando l’Italia trema, frana e Vendola riempie piazze e cuori della gente! Nichi Vendola è una dono del Cielo, di un Dio che ci guarda e pensa che finalmente sia terminata per noi anche la stramaledetta quarta settimana! Forse perché per molti il 2012 è in arrivo, forse perché il capitalismo è alla frutta e ha incastrate sotto le unghia le croste del fondo del barile! Perché anche Obama ha deluso e Rattzingher sembra davvero l’ultimo Papa come disse Nostradamus!

Quando sei lì ad ascoltare Nichi, credimi, tu di un programma elettorale non ne vuoi sentir parlare! Ma vorresti salire sul palco ed abbracciarlo di baci! Perché sorridi sereno quando noti che anche la borghese lo sta applaudendo, e non per “fare” la borghese, ma perché anche quell’agente in blue jeans ha una moglie e un figlio da sfamare! Nichi Vendola accorcia le distanze! È il nemico numero 1 della televisione italiana! È il Gino Strada che raccoglie i bambini feriti sotto i colpi delle “missioni di pace” e non ha tempo per spiegare a chi spara, ma ha fretta di curare chi muore!

Lasciatemelo dire, Nichi Vendola è la cosa più bella che ci potesse capitare, e anche se non dovesse “bastare” a invertire la pietosa rotta che gentaglia affiliata al Sistema dei berluscones ha inflitto all’Italia, comunque resterà alla Storia! Chiunque lo ha ascoltato dal vivo sa le mie parole.
In un’epoca in cui il Presidente della Repubblica destituisce dal suo mandato un sindaco eletto dal Popolo perché fa la raccolta differenziata meglio di tutti, e invece firma leggi vergogna come lo scudo fiscale e non alza un dito contro chi col tricolore ci si pulisce davvero il deretano, signori, non esistono tragedie greche capaci di narrare. Quando una classe politica ormai consapevole di essere allo sbando più totale, al governo dal 2008 col consenso di 2 italiani su 10, che sta infangando irrimediabilmente l’Onore della nostra Divisa e la reputazione dell’Arma sequestrando carriole e picchiando vecchietti terremotati…; ora la tv non riesce più a imbambolare le masse dicendo loro che no-global vuol dire delinquente! No, quando ascolti Nichi Vendola no-global vuol dire NO ALLA GLOBALIZZAZIONE! No al fatto che puoi chiudere in Italia e aprire in Romania e spacciarti per “imprenditore”… No, la verità è che Nichi Vendola fa paura! Fa paura innanzitutto alla mafia, e con lei a tutti i poteri forti racchiusi nel 10% degli italiani strasazi del 90% delle ricchezze dell’Italia! Nichi Vendola non lo vuole il Papa, ma non perché è frocio!, ma perchè arriva al cuore della gente come lui non ha mai saputo fare dalle inedite “tre fumate nere” della Storia!

Il mondo è alla frutta e Nichi Vendola non è il Messia, ma in quest’era fatta di disgrazie e di tragedie, di padri che uccidono i figli e di figli che massacrano le madri, bè, Nichi Vendola è l’unica buona notizia che si sente nell’aria!

Crescere con dei valori che poi da adulto scopri essere soltanto carta straccia buona a farti stare male e a complicarti la vita perché tu la schiena non la piegherai, non ha prezzo, per la Repubblica delle banane!; fatta di veline prostitute e ministre, di Ministri avanzi di galera che sputano in faccia al popolo dopo che sono riusciti a saldargli fette crudo attorno agli occhi! Di gentaglia che l’ergastolo equivarrebbe all’indulto e che invece è lì seduta in Parlamento e può decidere per me! La terza media di Bossi e il dottorato del pizzaiolo sotto casa erano solo l’anticamera dell’inferno targato Raiset! Targato PD/L! Perché l’Italia che amavo è morta il 20 luglio del 2001 a Genova, quando un uomo che oggi scala consensi anche a sinistra era il ministero dell’Interno e oggi la sinistra senza palle vorrebbe con sé!

Bè, che bell’effetto fa ascoltare Nichi Vendola… non me l’aspettavo così questo articolo…
Per dovere di cronaca e di onestà intellettuale, caro Nichi, io non ti voterò! No. Sono convinto che a breve sarai il degno Presidente del Consiglio della Repubblica italiana, grazie a Dio. Ma non ti voterò, caro Nichi, perché io infervorato dalla Sinistra e i suoi Valori di Giustizia, Lavoro ed Uguaglianza, grazie a Dio ce li ho nel DNA grazie a Salvatore Tedeschi, Partigiano della Brigata Maiella, vissuto nella mia famiglia in quanto mio nonno putativo! E grazie a mia madre e a mio padre, che mi hanno fatto studiare, a mia sorella che anziché rivelarmi che fossi di sinistra sin da bambino, mi ha messo in mano i libri e la Storia!, cosicché io oggi possa avere gli strumenti per interpretare la realtà che mi circonda, e non tentennare mai! E grazie anche alla mia maestra, una Donna che oggi sarebbe fiera ed orgogliosa di prendere a schiaffi la Gelmini e tutti quegli ingordi porci che sniffano cocaina sulle nostre auto blu e depenalizzano la pedofilia “lieve”! Forse perché lieve è la loro capacità di guardare in faccia i loro figli, e i loro ex-elettori il giorno che saranno dentro 4 metri quadri puzzolenti di piscio! Quando vorranno anche loro impiccarsi con il filo di seta meritando invece un grande fratello spietato, 24 ore su 24, e se la cella sarà illuminata lo sarà solo perché molti italiani meriterebbero il gusto di guardarli marcire dietro le sbarre anche nel buio della notte!

No Nichi, come vedi io appartengo agli esasperati! E quando Grillo parla di chiudere le banche domani mattina e lavorare 30 ore settimanali, uno come me gode molto di più, Nichi! Perché l’amore delle parole e l’amore del vero erano sentimenti in voga che ci hanno fatto belli e grandi, sì, ma oggi siamo alla frutta, e quindi al sodo, a riforme che interpreterebbero la Costituzione alla lettera per mandare in galera tutta la classe politica ma prima deve svuotare le tasche! Perché quelli come me non vogliono Berlusconi in galera, no, vogliono Berlusconi in galera e tutti i suoi beni mobili e immobili sequestrati e a beneficio delle classi più povere! Lui e tutti gli altri! Voglio una piazza in ogni città intitolata al generale Dalla Chiesa, a Pippo Fava, a Falcone e a Borsellino, e voglio un riconoscimento che incoroni Roberto Saviano a patrimonio dell’Umanità adesso ch’è vivo! E mi piacerebbe avere l’elenco di tutti i carabinieri e i poliziotti che a Genova quel giorno picchiarono come i peggiori delinquenti non hanno mai fatto, con quella rabbia e quella cattiveria spietata figlia soltanto di un odio fascista che nulla dovrebbe avere a che fare con la nostra Divisa della Polizia di Stato! Io sono e resto fino alla morte un antifascista puro sangue e un comunista fino all’osso, grazie a Dio!

E non ti voto, Nichi, perché sono convinto che cadrai sotto i colpi dei dirigenti del PD! Gli infiltrati! Coloro che sono lì a farci credere che a Moro lo hanno ucciso le Brigate Rosse! No Nichi, le tue parole sono immense, e il tuo impegno è sincero come il sorriso di una madre, ma quello che dici lo realizzi se guardi a Marco Ferrando e prendi le dovute distanze da gente come Rutelli, la Bindi e Bersani!

Tutto ciò che dici è bello, ma non lo può essere con chi in Italia a distrutto la Sinistra, la Sinistra che sento che tu ami.

Pescara, 8 settembre 2010
Mirko Leandri

venerdì, settembre 10, 2010

No alle scorie industriali bruciate nei cementifici e nelle centrali a biomassa

La rifiuti connection lucana si “arricchisce” di un nuovo capitolo. La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – che più di una volta ha ricevuto accuse di allarmismo – reputa oltremodo grave la recente scoperta di Italia Terra Nostra, giornale online diretto dal giornalista Gianni Lannes, circa le 1.187 tonnellate di scorie industriali stipate in 16 convogli ferroviari giunti dalla stazione di Palermo Brancaccio, intercettati nello scalo di San Nicola di Melfi e che sarebbero destinate alla cementeria Costantinopoli s.r.l. – del gruppo Sacci – di Barile.

La nostra Organizzazione ha più volte espresso, a mezzo stampa, i propri dubbi sulle numerose richieste di utilizzo come combustibile del CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) ed altre scorie industriali nei cementifici, inceneritori ed impianti a biomassa ubicati in Basilicata, paventando il rischio che presso questi impianti si potessero smaltire in realtà rifiuti speciali pericolosi, tossici e nocivi in assenza di azioni puntuali di monitoraggio delle sostanze inquinanti bruciate ed immesse nell’ambiente. Nello specifico, la OLA contestava, con proprie osservazioni, l’autorizzazione regionale e chiedeva agli Uffici Regionali – già nel 2009 – di rigettare il procedimento VIA, nonchè il progetto presentato dalla società Costantinopoli s.r.l. che prevedeva “la modifica sostanziale dell’impianto per la produzione di cemento e clinker con il conseguente aumento dei quantitativi di stoccaggio anche delle ceneri leggere prodotte e l’utilizzo del CDR”. Le nostre osservazioni evidenziavano come l’aumento considerevole delle emissioni inquinanti sia direttamente correlato all’aumento della produzione di cemento e clinker presso lo stabilimento, aggravato dall’uso del CDR. La cementeria di Barile è situata proprio a ridosso del centro abitato e sino al 2007 produceva 1.800 tonnellate/medie al giorno di clinker, utilizzando i materiali prelevati da una cava ubicata nel territorio comunale. Sempre nel 2007 il cementificio ha richiesto ed ottenuto dalla Regione Basilicata l’Autorizzazione Integrata Ambientale con un aumento della capacità produttiva da 335.000 t/anno a 850.000 t/anno t/anno di cemento (quantità queste oggi quasi triplicate). Un’attività certamente incompatibile con la tutela del territorio e la salute dei residenti, considerando che il cementificio di Barile utilizza già nel proprio ciclo produttivo, oltre ad olio combustibile e gas, il Pet Coke (rifiuto industriale derivante dalla raffinazione del petrolio). Il fabbisogno energetico complessivo dell’impianto di Barile è infatti considerevole (ben 72.000 m3 annui di Pet Coke, 360.000 Kg di olio combustibile, oltre 750.000 m3 di gas) per oltre 14.000 ore di funzionamento annuo i cui costi si è inteso “ammortizzare” facendo ricorso ai rifiuti ed alle scorie industriali. Nel ciclo di fabbricazione del cemento risulterebbero, inoltre, ingenti quantitativi annui di rifiuti derivanti da processi produttivi e di consumo anche per la produzione della miscela del clinker ed in particolare quelli riferiti ai codici CER relativi alle ceneri di scarto della combustione del carbone, della lignite e di materiali ferrosi che si aggiungono a quelle immesse direttamente nell’ambiente.

Alla luce della recente scoperta e delle nostre denunce la OLA chiede un immediato intervento delle Autorità preposte per accertare le eventuali responsabilità circa il caso dei vagoni carichi di scorie industriali, la reale natura e la composizione del carico rinvenuto. All’Arpab si chiede di provvedere ad un monitoraggio continuo presso questi impianti, considerando che i cementifici già bruciano in Basilicata il CDR, materiali cementizi, rifiuti pericolosi e scorie industriali che risultano – da alcuni studi effettuati dall’Agenzia per l’Ambiente americana – la seconda fonte di emissione di diossine e furani dopo gli inceneritori, rilasciando nell’ambiente sostanze pericolose quali metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e acido cloridrico dannose per la salute delle popolazioni. Alla Regione Basilicata ed alla Provincia di Potenza la OLA chiede, infine, di vietare nella propria programmazione di settore l’uso dei pericolosi combustibili derivati da rifiuti e altre scorie prodotte dall’industria nei cementifici e nelle centrali a biomassa capaci di incrementare in modo esponenziale il potenziale inquinante di questi stabilimenti sui quali sono attualmente inesistenti azioni pubbliche di monitoraggio ambientale.
Tratto da Olambientalista

domenica, settembre 05, 2010

Melfi chiama Italia

di Nichi Vendola

Sono state inviate tre lettere nelle ultime settimane. Si sono incrociate nell’etere, si sono forse sfiorate,non si sono intrecciate. Non sono entrate in comunicazione tra loro. Non hanno dato vita a quella sinergia dalla quale dipendono interamente, oggi, le sorti della sinistra e dell’intero paese.

Due di queste lettere sono state inviate dall’ex segretario del Pd Walter Veltroni e dal suo successore Pierluigi Bersani, la terza la hanno spedita quei tre operai della Fiat di Melfi che incarnano oggi la prima linea della resistenza non solo in nome dei diritti dei lavoratori ma anche della dignità stessa del lavoro e della persona umana contro il cinismo cieco del profitto e la sua ottusa logica.

E’ di per sé positivo che i dirigenti di quel partito abbiano scelto di affidarsi allo spessore della parola scritta e non alla futilità delle comparsate televisive o alla messinscena vacua delle mosse a effetto, dense di apparenza e spoglie di sostanza. E’ positivo nonostante la vaghezza che segna la lunga missiva dell’ex segretario e il lessico intriso di politicismo che penalizza la seconda. E’ però inquietante l’assenza, in queste due lettere, di qualsiasi riferimento al sentimento, alla denuncia, all’urgenza di giustizia che animano la terza, quella degli operai di Melfi.

Melfi non è una enclave arretrata, lasciata indietro dal luminoso progredire di democratiche relazioni industriali. E’ uno degli esperimenti pilota in cui viene messo a punto il futuro tempestoso che attende le generazioni più giovani. E’ il laboratorio finale di un lavoro senza diritti, della precarizzazione come condizione umana essenziale, di una logica della produttività e del profitto promossa a unica misura di valore.

Questo disegno non è altra cosa dal populismo mediatico in cui si risolve il berlusconismo: ne è l’altra faccia. Sono feroci gemelli che procedono appaiati, di volta in volta scegliendo quale mandare avanti. Coniugati, incarnano un’idea di società, una cultura diffusa, una visione della relazione fra le persone. Per sconfiggerli la sinistra deve saper mettere in campo un’architettura complessiva di segno opposto ma altrettanto coerente, altrettanto omogenea, altrettanto ambiziosa. Cercare rifugio nelle capanne fragili delle piccole furbizie, delle alleanze inconsistenti e di alchimie politiche esoteriche e incomprensibili non ci aiuterà. Non servirà a sconfiggere il populismo berlusconiano. Non fermerà la precarizzazione globale e onnivora della società italiana.
Se il centrosinistra, qualsiasi nome scelga di darsi, vorrà competere per vincere nelle prossime elezioni, poco importa se tra un mese o tra un anno, dovrà farlo dimostrando di saper creare una nuova connessione fra quei due linguaggi che hanno oggi perso ogni capacità di comunicare fra loro: quello della politica e quello del paese reale, quello dei nostri palazzi e quello dei mille luoghi dove si sta consumando la degradazione del lavoro in una forma di moderna schiavitù, spogliata di ogni diritto. Nessuna formula convincerà mai il nostro popolo se l’alleanza di centrosinistra non sarà fondata, anziché sull’ipocrisia dei “programmi” scritti solo per essere sventolati e poi disattesi, sulla solidità di un progetto comune e di un’idea condivisa di società e di civiltà, sulle fondamenta profonde di valori unitari.

Hanno ragione tutti quelli che chiedono di affrontare la prossima prova elettorale con regole diverse. Cambiare questa legge elettorale ignobile sarebbe doveroso. Ma le leggi elettorali non sono prodotti di sartoria, che si possano ridisegnare di volta in volta prendendo le misure a seconda delle circostanze e della convenienza immediata. Modificare la legge elettorale, senza ricadere negli errori e nei puntuali fallimenti degli ultimi due decenni, deve significare oggi misurarsi senza reticenze con il fallimento del bipolarismo e con una crisi profonda della democrazia, partendo non dal microscopico e spesso errato calcolo del vantaggio a breve ma da un’idea della democrazia sostanziale, della rappresentanza dei criteri con cui ripristinare il potere reale dei cittadini, degli elettori, del popolo. Di tutto possiamo aver bisogno, oggi, tranne che delle miopi furbizie.