Da qualche anno ha preso piede un nuovo must comportamentale nel post elezioni: la festa del thanksgiving. Il nostro unto dagli elettori, una volta accertato il possesso della poltrona amministrativa (si il possesso, perché è difficile che se ne separi nei successivi 10 anni), si scapicolla in litostampa per comunicare ai suoi protetti (definirli elettori è riduttivo per loro e offensivo per tutti quelli che votano da uomini liberi) il doveroso “grazie” (si sa, succede anche al padrone di dover sorridere al servo oltre che assicurargli i mezzi di sostentamento) e data e luogo di frizzi e sollazzi. Come dicevano i romani panem et circenses. Mentre si appropriano indebitamente del nostro paese e del nostro futuro ci offrono i pasticcini e noi, mitridatizzati dalla televisione, non ci accorgiamo che stanno assassinando il nostro pensiero e la nostra volontà. Viziati da abitudini fescennine viviamo chiusi nel penitenziario della codardia e affidiamo il nostro benessere sociale ad un manipolo di solipsisti. Un manifesto ci colpisce profondamente, per la facondia dell'autore. In Italia il voto è espresso secondo un criterio inversamente proporzionale alle capacità e alla onestà degli intenti. Secoli fa gli imperatori di Roma per distrarre il popolo offrivano spettacoli nel Colosseo, consapevoli del fatto che gutta cavat lapidem. Dosi sapientemente somministrate di idiozie e facezie fiaccano anche l'animo più nobile.
Ora che anche i festeggiamenti per le vittorie scontate ( come scontato e istituzionalizzato è il voto di scambio e il ricatto) sono terminate e dolcini e pizzette sono stati digeriti, potete per cortesia ( per gentilezza, non perché ci ubriacate di tasse) liberarci la provinciale dalla frana? Se lo fate alle prossime elezioni vi votiamo anche noi.
Il tuo voto ad un uomo così
"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo politico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insediato al posto di potere egli ti poteva garantire una raccomandazione, la promozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i parlamenti e le assemblee regionali e comunali degli uomini peggiori, spiritualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla società.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".
Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)
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