altratella.it, che fare?

Abbiamo lanciato l'hashtag #altratellachefare? per decidere insieme cosa può essere domani questo (non-) luogo e spazio. PARTECIPA ANCHE TU! Leggi tutto

La discarica di Atella nel disastro rifiuti lucano

Un'interessantissima video-inchiesta sui rifiuti e il loro smaltimento, analizzando la questione e i suoi sviluppi nell'area del Vulture. E in quest'area ricade anche la discarica di Atella di località Cafaro, discarica che rientra a pieno titolo nell'enorme business legato allo smaltimento dei rifiuti. Leggi tutto

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali, se si applicasse un canone equo (come suggerito dagli autori della ricerca) di 10 euro/mc la nostra regione incasserebbe 9,2 milioni di euro. Leggi tutto

Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

domenica, dicembre 30, 2007

Giovedì 3 Gennaio: I Cento Passi


« Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio dire che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! »
Peppino Impastato

Giovedì 3 Gennaio all'interno del ciclo "Documentiamoci",ore 16 e 30, presso il circolo " la Sinistra l'Arcobaleno" proiezione de "I Cento Passi"
di Marco Tullio Giordana dedicato alla vita e all'omicidio di Peppino Impastato, impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra, la Sicilia.


Ecco un assaggio:

lunedì, dicembre 24, 2007

L'altro Messico


L'altro Messico. Il subcomandante Marcos è tornato film di Francesca Nava, ripercorre un anno molto particolare per il Messico, il 2006, l'anno del risveglio, dove il Messico del basso alza lo sguardo e si unisce al grido di dolore degli zapatisti del Chiapas, che non accettano più di sopportare i soprusi e le umiliazioni dei potenti "che lassù in alto si arricchiscono alle nostre spalle" (cit. del Subcomandante Marcos).

Il punto di partenza è l' Altra Campagna, un'iniziativa civile e pacifica,) partita all’inizio del 2006 e conclusa il 2 dicembre dello stesso anno, attraverso la quale il movimento zapatista esce dal Chiapas alla ricerca della propria base popolare: gli operai, gli insegnanti, gli studenti, gli anziani, le donne e i bambini che – come tutti gli indigeni del Messico - non si sentono rappresentati dai partiti politici, siano essi di destra o di sinistra.
Centrale è il messaggio del Subcomandante Marcos, che incita al rovesciamento dell'assioma su cui si basa la politica "che dall'alto si accorda e dall'alto decide", puntando invece su un nuovo modo di fare politica:
la politica dell'ascolto, disposta ad esplorare nuove strade, che non siano quelle tradizionali avvinghiate nell'abbraccio mortale dei mezzi di comunicazione. Una politica che parte dal basso e che raccoglie le istanze della gente "umile e semplice".

Nel film sono documentate, oltre all'Altra Campagna zapatista e alle elezioni presidenziali, anche le repressioni di Atenco e Oaxaca, dove sono stati uccisi dei bambini e molti civili e dove decine di donne sono state stuprate da agenti federali (viene raccolta la testimonianza di una ragazza che descrive le violenze subite).
Il film contiene le immagini, girate in soggettiva, della morte del reporter statunitense Bradley Roland Will, ammazzato ad Oaxaca da paramilitari del governo federale. Vi sono inoltre le testimonianze dello scrittore Paco Ignacio Taibo II, che con Marcos ha scritto un libro giallo dal titolo "Morti scomodi" e quella di Carlos Montemayor, scrittore e antropologo che ha conosciuto e più volte intervistato il Subcomandante.
Tra le voci dell'Altro Messico anche un lungo intervento di Fausto Bertinotti, appena eletto presidente della Camera (intervistato nel giugno del 2006), che ricorda il suo incontro con Marcos nel 1997 e parla del senso dell'Altra Campagna e della lotta zapatista, anticipatrice di tutti i movimenti di critica alla globalizzazione.

Si tratta di un'opera completamente indipendente della giornalista bergamasca in collaborazione con Oyibo Productions e Telemaco, i cui proventi saranno destinati a tre comunità zapatiste (Oventik, La Garrucha e Zirahuen, la prima comunità zapatista nata fuori dal Chiapas).

L'appuntamento è Giovedì 27 Dicembre alla ore 16,30 presso il circolo "la Sinistra l'Arcobaleno" in Piazza Gramsci,Atella.

Di seguito un'intrudizione al tema trattato nel documentario:

Documentiamoci


Il circolo "la Sinistra l'Arcobaleno" di Atella,organizza nelle domeniche e giovedì di questo periodo festivo, il ciclo di film e documentari, Documentiamoci.
Le proiezioni hanno inizio alle 16,30 presso la sede in Piazza Gramsci.

Il programma:
Domenica 23 - I Diari della Motocicletta
Giovedì 27 - L'Altro Messico
Domenica 30 - O'Sistema
Giovedì 3 - I Cento Passi

Alla conclusione delle proiezioni si darà ampio spazio al dibattito e al confronto.
Vi aspettiamo.Per informazioni info@altratella.tk

sabato, dicembre 01, 2007

Appello alla partecipazione

Ci risiamo. Per la terza volta in 4 amministrazioni consecutive c’è il ritorno del commissario prefettizio al Comune di Atella.
C’è poco da dire: la caduta dell’amministrazione comunale, dettata da una difficoltà nel “gestire” gli interessi particolari di cui i componenti della medesima sono portatori, lascia un vuoto ed uno sconforto nella società atellana.
Una cittadina, Atella, che da oltre un decennio si vede amministrata dalle solite persone e famiglie che in maniera diretta o indiretta siedono nella stanza dei bottoni della comunità angioina.

In primavera si ritornerà alle urne per designare la nuova compagine amministrativa ed è necessario invertire la rotta, tagliare col modus operandi delle passate amministrazioni. Ma come sarà possibile mettere in atto questo cambiamento? L’impresa non è semplice, anzi…ma i semi di speranza vanno coltivati, curati e, alla fine, raccolti.

Innanzi tutto è urgente che l’intera comunità si mobiliti, non solo nel periodo pre e durante l’elezioni, ma ancorpiù dal momento in cui la neo amministrazione andrà ad insediarsi attraverso un’operazione di “partecipazione-vigilanza”.
La società, con un invito particolare a donne e giovani, deve sentirsi parte attiva della politica comunale(almeno quella!) e intraprendere nel periodo pre-elettorale un percorso condiviso e democratico che partorisca i candidati e i programmi, o almeno i punti-cardine che i nuovi amministratori dovranno affrontare.
Queste azioni non possono che nascere da formule e modi di intendere e fare politica innovativi, attraverso processi di partecipazione, discussione, dibattito...più larghi e aperti possibili.

Bisogna essere tutti, nessun escluso, protagonisti di un’Atella nuova, fattiva, civile, propositiva, cercando percorsi di fiducia e di speranza. Ritrovare e/o alimentare l’amore per il proprio paese, misurarsi con le sue patologie, denunciarne i mali e le devastazioni, offrire soluzioni ai problemi, riconoscerne bellezze e risorse.
Passare dalle parole ai fatti perché non basta predicare in una terra di predicatori inconcludenti. Per incidere ed essere credibili bisogna predicare e praticare. Raccontare e fare. Denunciare e proporre. Dire e testimoniare.

Costruire, attraverso un’altra politica, un Atella altra da quella conosciuta finora, dove gli atellani non si adattano alle stato delle cose, e danno una risposta forte ad una classe politica incapace di governare e di concepire un’idea positiva della cittadina, dove, da domani, gli uomini del malaffare, i politicanti e i clienti si sentiranno meno tranquilli e meno invincibili.


Partecipa, pensa e vota.

Renditi protagonista del futuro della tua comunità.

sabato, novembre 24, 2007

Atella, Mauceri diventa commissario

da "Il Quotidiano"

Dopo le dimissioni del sindaco Zaccagnino definite dallo stesso “irrevocabili”, e il conseguente scioglimento del consiglio comunale, il prefetto di Potenza, Luciano Mauriello, ha provveduto alla nomina del commissario prefetizio.
Francesco Mauceri è stato nominato per la gestione ordinaria dell’ente in attesa delle nuove elezioni.

venerdì, novembre 09, 2007

Un’altra Finanziaria regionale ‘sterile’ come quella nazionale?

Documento a cura di Michele Saponaro - segretario regionale prc basilicata

A me pare si possa condividere col prof. Riccardo Realfonzo - Corriere del Mezzogiorno del 6 nov. 2007, il giudizio che – a questo punto della discussione parlamentare sulla finanziaria 2008: “Il governo nazionale (e di conseguenza quello locale) si stanno apprestando a varare due finanziarie sostanzialmente ‘sterili’’ rispetto alle esigenze meridionali in genere”: un “rigorismo” finalizzato al “risanamento” delle finanze pubbliche, che finisce per mettere sullo sfondo – per il secondo anno consecutivo – le esigenze delle aree svantaggiate. Contentini sul piano del welfare e alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese per contrarne i costi di produzione (cuneo fiscale, crediti d’imposta). Ancora manovre di tipo finanziario, che non toccano l’assetto produttivo e il modello di specializzazione nel Mezzogiorno. Una manovra che taglia i costi e fa incassare un po’ di profitti alle imprese; non vuole incidere sugli effetti dei bassi salari in Italia e quindi non può rilanciare la competitività.Se questa è la premessa, cosa saranno le finanziarie regionali? Un ente regionale messo all’angolo dai discutibili vincoli finanziari del Patto di Stabilità Interno e con un bilancio per circa l’80-85% vincolato alle spese sanitarie, a quelle del personale e al pagamento degli interessi? Complessivamente – sostiene il professore Realfonzo dell’Università del Sannio – “queste finanziarie tanto volute e difese dal PD, da un lato, non alterano il dato della spesa procapite, che continua a registrare valori ben inferiori a quelli previsti per i cittadini del Centro-Nord; e, dall’altro, insistono nel battere la strada del contenimento dei costi e della restrizione dell’intervento pubblico come uniche chiavi per lo sviluppo”. Con buona pace degli impegni programmatici che hanno portato l’Unione al Governo e che avrebbero dovuto riverberarsi nelle politiche meridionaliste.Rimarrebbe la speranza affidata all’impiego dei fondi europei e agli stanziamenti complessivi previsti dal Quadro Strategico Nazionale 2007-2013. Ma dov’è il necessario dibattito, nazionale e locale, che faccia intravvedere posizioni nuove e efficaci per il Sud?Fatta eccezione per la Puglia, sembra di rintracciare nei documenti di programmazione strategica delle regioni meridionali una prospettiva di ‘sviluppo’ debole, subalterna ai flussi di merci decisi altrove, che lascerebbero sul territorio regionale ben poco valore aggiunto. Una prospettiva che continua a insistere sul contenimento dei salari e fallisce nell’innescare un processo virtuoso di crescita quantitativa e qualitativa dell’occupazione, scarica sull’ambiente i costi di tecnologie tradizionali, desuete, se non altamente inquinanti e desertificanti come in Basilicata le estrazioni petrolifere prospettate, i rifiuti in Campania e Basilicata, ecc.Per uscire dal sottosviluppo occorrerebbe puntare anzitutto su un modello incentrato su politiche industriali capaci di mettere in reti strette servizi, infrastrutture, innovazione tecnologica e occupazione di qualità, intanto in quel tessuto esistente del made in Italy. E da qui ripartire per stimolare sistema imprenditoriale complessivo e Governo alla definizione delle ‘compatibilità’ dei futuri insediamenti col territorio e con le auspicate politiche nazionali.Da questo punto di vista mi paiono assai interessanti le proposte formulate dal gruppo del prof. Marco Canesi, docente di pianificazione territoriale al Politecnico di Milano, avanzate a suo tempo per il Consorzio di Sviluppo di Matera e rimaste però finora in gran parte lettera morta, se si eccettua l’iniziativa a Matera di presentazione del lavoro raccolto in una accurata pubblicazione, e del convegno fatto da Rifondazione Comunista che ha ripreso quelle tesi per formulare proposte utili alla redazione del Piano Strategico per una Città policentrica apulo-lucana. Proposte che - mi pare di capire dal recente intervento del professore sul manifesto di qualche giorno addietro - si sono arricchite di analoghe esperienze maturate nelle regioni campane e calabrese.Il problema di fondo del Sud, sostiene Canesi, è la debolezza della sua economia: un deficit commerciale – quasi tutto in prodotti industriali – che è quasi il 20% del suo PIL. Il Mezzogiorno ha bisogno di un bacino produttivo autocentrato, esteso dal Napoletano alla Sicilia; incardinato in un progetto macrourbanistico che affronti e risolva due interventi prioritari: il primo la realizzazione dell’Alta Capacità, spina dorsale di tutto il territorio meridionale che assicuri quasi ovunque frequentazioni giornaliere, e di conseguenza un tracciato che attraversi i territori interni in cui sono storicamente situati gli insediamenti più rilevanti, e non invece la costa tirrenica o quella jonica che tende a marginalizzarli definitivamente. In Basilicata, ad esempio, con un miliardo di euro si potrebbe completare un tracciato anulare che congiungerebbe il nodo di Potenza con l’alto barese, scendendo poi verso Taranto e che, quindi, costeggiando all’interno il Metapontino raggiungerebbe l’area industriale di Ferrandina-Pisticci , ritornando poi verso il nodo potentino. L’anello – una volta realizzato – consentirebbe lo spostamento da ogni punto compreso al suo interno e alla sua corona nell’arco massimo di un’ora, che è il tempo medio utile per gli spostamenti d’affari e di lavoro e di studio.La cifra complessivamente prevista per raccordare le infrastrutture della mobilità esistenti in Basilicata, Calabria e Campania a quelle da realizzare si aggirerebbe attorno ai 25-30 miliardi di euro.La Città policentrica apulo-lucana, ad esempio, comprenderebbe, oltre agli insediamenti principali individuati sull’anello con una popolazione complessiva di 250 mila abitanti, anche gli insediamenti interurbani che vanno da Brindisi di Montagna - alle porte di Potenza, fino a quelle pugliesi dell’altipiano murgico, giù fino alle porte di Taranto, e praticamente tutta la provincia materana, con una popolazione di oltre 500 mila abitanti)Il nuovo assetto territoriale aprirebbe prospettive impensabili alla politica industriale, per la potenza delle economie di agglomerazione messe in gioco: le filiere produttive (intanto quelle distrettuali del made in Italy) sarebbero nelle condizioni di superare la loro frammentazione, vecchie e nuove attività si integrerebbero, costruendo relazioni nel Mediterraneo. I flussi commerciali sempre più crescenti tra Oriente e Occidente attraverso il Mediterraneo incrocerebbero Taranto, Gioia Tauro, Crotone, non solo come luoghi di movimentazione container, ma anche per altre attività cui sia strategico l’accesso al mare: un polo strumentale della meccanica strumentale pesante? La riqualificazione della Valbasento per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura, per la riconversione di quel deserto industriale chimico a sito della chimica fine e la produzione di energia rinnovabile?Ecco, questo mi pare un utile approccio per valutare - almeno dal lato dell’assetto produttivo e della qualità dei lavori – le finanziarie e i Programmi Operativi ‘regionali’ in via di definizione. E per maturare l’atteggiamento e il voto che la sinistra nel suo complesso dovrà esprimere se il PD vorrà aprire un confronto serio operando scelte di respiro strategico e non solo tagli e ‘visioni’ romantiche o oleografiche.

mercoledì, novembre 07, 2007

Atella, Nigro nominato commissario

Da "Il Quotidiano"

A seguito della crisi scoppiata nel consiglio comunale sfociata nelle dimissioni del sindaco il 29 ottobre scorso, il prefetto di Potenza, Luciano Mauriello, ha nominato commissario ad Acta del comune, Francesco Salvatore Nigro.

martedì, novembre 06, 2007

Venerdì 9 Novembre - Sciopero generale e generalizzato



Contro la precarietà e il "pacchetto welfare" imposto da governo, sindacati confederali e confindustria





Il 9 novembre è stato indetto uno sciopero generale e generalizzato contro la precarietà e il "pacchetto welfare" imposto da governo sindacati confederali e confindustria.Appare ormai quasi superfluo ricordare come la precarietà sia fino in fondo una questione sociale. Gli esempi concreti di precarietà, affiorano sempre più da ciò che in senso capitalistatico si definisce "organizzazione del lavoro", con moltissime tipologie di lavoratori e lavoratrici sfruttati in base a contratti che rendono la flessibilità molto utile ai padroni, terribile per chi deve portare a casa uno stipendio per vivere. Il governo di centrosinistra, in tutte le sue componenti, è responsabile non solo della conferma dei cardini della legge 30, ma anche di un evidente generale peggioramento delle condizioni di vita e lavoro per milioni di persone.Ma la precarietà, è divenuta una condizione generale imposta a tutti: a chi lavora in fabbrica, con contratti a tempo determinato, ma con salari da fame, turni massacranti e con la prospettiva di pensioni ridicole.A chi è anziano e non riesce ad arrivare a fine mese con la minima sociale che somiglia più alla carità che a un diritto.A chi studia, e per pagarsi l’università deve lavorare in nero, a intermittenza, a chiamata.
Se un tempo si diceva che la fabbrica modellava il ritmo della vita, l’aspetto delle città, la conformazione dei diritti e le modalità con cui si poteva accedervi, oggi è la precarietà a costruire la nuova fabbrica, che è diventata sociale e diffusa.Essa si estende territorialmente in città e metropoli, e tenta di piegare alle logiche del neoliberismo ogni attimo della nostra vita.Comparti di questa fabbrica sono anche i territori devastati dalle grandi opere, o sequestrati dalle servitù militari. Oppure trasformati in grandi discariche dannose alla salute.Isole produttive della fabbrica della precarietà sono i Centri di detenzione per migranti, dove la gente è anche costretta ad uccidersi.
Per tutti questi motivi in svariate città italiane lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base per venerdì 9 novembre assume un carattere di generalizzazione con parole d’ordine comuni:

  • Contro la precarietà, per il reddito per tutt@
  • Contro la militarizzazione dei territori e le grandi opere, per la salvaguardia dei beni comuni
  • Contro la criminalizzazione di chi lotta, per un altro mondo possibile
  • Contro chi vuole farci lavorare per tutta la vita
  • Per il diritto alla mobilità e per la libera circolazione di ogni essere umano

L'appuntamento è:

Potenza Presidio alla Regione ore 9,30

mercoledì, ottobre 31, 2007

Atella, si scioglie il consiglio

da "Il Quotidiano"

Il sindaco Zaccagnino non torna sui suoi passi. Si attende l’arrivo del commissario


L’assemblea non vota il rendiconto per l’esercizio finanziario 2006

Ufficialmente ieri sera, si è scioltoil consiglio comunale di Atella, non avendo tecnicamente discusso e approvato l'equilibrio di bilancio così come previsto dai termini di legge.
Quindi, “tutti a casa”, e ad occuparsi della gestione amministrativa comunale, sarà nei prossimi giorni un commissario straordinario di nomina del prefetto.
Questa l'amara conclusione della crisi politica amministrativa aperta formalmente lo scorso 29 ottobre, direttamente dall'ormai ex sindaco di Atella, Michele Zaccagnino, il quale con una lettera aperta all'intero consiglio comunale ed ai rappresentanti politici regionali, Lacorazza (neo eletto segretario del costituendo Partito Democratico), Falotico (ex segretario della Margherita) e Valluzzi (segretario dello Sdi), aveva rassegnato le proprie dimissioni da primo cittadino atellano, a fronte di una situazione politica a sua detta “insostenibile” ed avendo lo stesso preso atto della mancanza della maggioranza politica in consiglio.
Una crisi politica che naturalmente viene da lontano e secondo alcuni, il male è da ricercare alla radice, ossia dalla formazione anomala di una maggioranza consiliare, eletta si dal popolo, ma formata da esponenti di centro destra e centro sinistra, o meglio da rappresentanti di Forza Italia, Margherita e Sdi, tutti in giunta, con un sindaco di estrazione ex Margherita, e con all'opposizione gli ex Ds, l'Udeur e Alleanza Nazionale.
Sembra che ad un certo punto a voler rivisitare il quadro politico della maggioranza, siano stati gli esponenti dello Sdi, che proprio ieri, in extremis in consiglio comunale, per bocca del loro massimo esponente, l'ex assessore Giosuè Magnicari, hanno sentenziato «fuori Forza Italia dalla giunta e dalla maggioranza, e dentro le altre forze politiche ex Ds (oggi partito Democratico) e Udeur, del centro sinistra atellano, per costruire un progetto politico futuro credibile».
Pronta la risposta di Forza Italia che si è subito dichiarata disposta ad abbandonare la maggioranza consiliare per entrare ufficialmente a far parte dell'opposizione, pur di scongiurare il commissariamento.
Ma le forze politiche dell'Udeur e degli ex Ds (oggi aderenti al Partito Democratico), presenti in consiglio all’opposizione, hanno respinto al mittente ogni proposta di “inciucio” rigettando qualsiasi progetto di rilancio dell'azione politica- amministrativa, ribadendo «per coerenza dobbiamo rispettare il mandato popolare che ci ha delegati al ruolo di minoranza, non possiamo tradire la volontà popolare».
E Michele Zaccagnino, in chiusura di dibattito, ha dovuto prendere atto dell'assenza di una «possibile maggioranza consiliare» e ha dichiarato «vado a casa con la coscienza a posto, sono sereno, voglio solo precisare che sono venuto in consiglio comunale dimissionario perché non mi faccio cacciare da nessuno».
Parola di ex sindaco, ora si attende la nomina del commissario prefettizio e in paese in tanti si chiedono quale sia stato il vero problema che ha determinato una crisi così catastrofica.

lunedì, ottobre 29, 2007

SI E' DIMESSO IL SINDACO DI ATELLA

da Basilicatanet.it

Si è dimesso il sindaco di Atella. Michele Zaccagnino ha inviato una lettera a Piero Lacorazza, segretario del PD; all’assessore regionale Roberto Falotico; a Luigi Simonetti e a Nicola Valluzzi, segretario dello Sdi per spiegare le motivazioni che lo hanno indotto a rassegnare le dimissioni dalla carica di primo cittadino. Questo il testo della lettera: “La delicatezza dell’attuale fase politica, le frequenti incertezze che hanno caratterizzato l’azione della maggioranza in seno all’Amministrazione comunale, pur se obiettivamente a fronte di notevoli difficoltà incontrate a prescindere dalla effettiva volontà di ciascuno, unitamente alla necessità contingente di affrontare problematiche di rilevante importanza per la comunità amministrata ed il suo futuro rendono indispensabile una riflessione approfondita e responsabile. Tale situazione, già di per sé difficile, è divenuta oltremodo insostenibile, anche alla luce del fatto che l’odierna seduta di Giunta, appositamente convocata per elaborare la proposta di interventi di riequilibrio della gestione di competenza riferita al Bilancio 2007, è stata inopinatamente disertata da rappresentanti di una parte della coalizione di maggioranza, segnale da cui non posso che trarre le naturali conseguenze. Mi preme sottolineare che la recente costituzione del Partito Democratico, in cui sono confluite La MARGHERITA e i DS, così come la collocazione sia dello SDI che dell’UDEUR all’interno della coalizione di Centro Sinistra, impongono a dette forze politiche la ricerca di convergenza , omogeneità e unitarietà dell’azione poltico-amministrativa ai vari livelli di governo. In tale contesto, ritengo non solo opportuno, ma doveroso rimettere il mandato, con l’auspicio che ciò costituisca per i gruppi politici presenti in Consiglio, con particolare riferimento alle forze protagoniste della nascita del Partito Democratico, uno di quei momenti da cui possa scaturire un contributo responsabile, in grado di segnare il presente e l’avvenire della comunità per la quale siamo, e ci sentiamo, tutti impegnati a costruire un futuro di sviluppo e di crescita sociale ed economica.Pertanto, con la presente rassegno formalmente le dimissioni dalla carica di Sindaco.”

lunedì, ottobre 22, 2007

Il milione

Fonti attendibili dicono che a chiedere al governo, ai politici BASTA ALLA PRECARIETA', PACE, EQUITA' SOCIALE, LAICITA' ,o per dirla meglio semplicemente il rispetto del programma, eravamo 1 MILIONE!!!
11 i pulmann partiti dalla Basilicata, centinaia dal resto d'Italia, altrettanti i treni speciali, più una nave dalla Sardegna...
Immensa, pacifica, allegra la marea ROSSA che ha invaso le strade di Roma, stragrande maggioranza di giovani; NON DELUDIAMOCI!!!!

Per guardare alcune foto della manifestazione clicca qui.

giovedì, ottobre 04, 2007

20 Ottobre: diamogli una scossa!


Nasce il blog-coordinamento per quanti, dalla Lucania, vorranno raggiungere Roma in occasione della manifestazione del 20 Ottobre.
Vai su: www.manifestiamoci.blogspot.com

mercoledì, settembre 26, 2007

No-Oil

Si sono recentemente riuniti associazioni, movimenti e partiti con l’obiettivo di confrontarsi e di offrirsi reciprocamente pareri, punti di vista, opinioni e spunti riflessivi sulla vicenda del petrolio in Basilicata.

La riunione in questione è stata indetta dal comitato costituitosi in Basilicata in occasione della campagna dell’“acqua bene comune”. In quella circostanza, infatti, il detto comitato decise di costituirsi in maniera permanente a tutela di tutti i beni comuni. Da qui, vale a dire da questo originario nucleo, l’idea di aprirsi ulteriormente alla società civile, ai comitati spontanei, sorti proprio per la questione specifica del petrolio, e ad altre associazioni e movimenti.
La necessità e l’urgenza dell’incontro è stata determinata dal fatto che alcune compagnie petrolifere si sono accinte a richiedere autorizzazioni per prospezioni le quali, aggiungendosi alle richieste precedenti ed a quelle già autorizzate, ci consegnerebbero uno scenario in base al quale oltre il 60% del territorio della Basilicata verrebbe interessato da perforazioni. Dopo oltre due lustri, non si conoscono gli effetti su uomo, flora e fauna, manca un monitoraggio ambientale e uno screening sulla salute delle popolazioni.
L’ipotesi di far divenire la Basilicata un distretto energetico, con tutto ciò che ne consegue in termini di impatto sull’ambiente, è una ipotesi sciagurata e che oltretutto rischia di avvenire all’insaputa dei cittadini o, peggio, sulla loro testa, mutuando esigenze maturate altrove.
Tutto ciò anche a voler prescindere dalla rilevantissima questione relativa alla mancata attuazione degli impegni scaturenti dagli accordi a suo tempo sottoscritti o da quelli successivi (come quello con la TOTAL) i quali ultimi, tra l’altro, anche se migliorativi, sono pur sempre confinati in una logica meramente economicistica, del tutto avulsa dalla impostazione presa in esame dal nascente comitato.
Si è discusso di questo così come della volontà di alcune comunità di opporsi fermamente a nuove perforazioni che interessino i loro territori e più in generale quelli della intera regione. L’intento dei partecipanti è di costituire un movimento NO-OIL aperto alla possibilità di nuove adesioni che cominci, da subito. un percorso fatto di assemblee aperte in tutte le realtà interessate, che possa portare ad una iniziativa di carattere nazionale sulla vicenda petrolio che, è bene ribadirlo, fino ad oggi è servito solo ad inquinare ambiente e democrazia, depauperando la partecipazione e il confronto, beni comuni, questi ultimi, che non possono più essere relegati alla fine delle scelte compiute in maniera irresponsabile da una classe politica dirigente che ha solo sottoscritto le scelte delle multinazionali petrolifere, vere artefici della programmazione dei nostri territori.

giovedì, settembre 13, 2007

Foto Liberafesta 2007

Finalmente sul web le foto della Festa di Liberazione 2007 organizzata dal circolo di Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti di Atella.Clicca qui
Straordinaria riuscita di pubblico e partecipazione: a detta di molti ha fatto rivivere le ormai "vecchie" feste de l'Unità organizzate dal PCI.
Ringraziamo gli ospiti che abbiamo avuto per l'incontro-dibattito "Acqua, bene comune no merce":
Paolo Pesacane- Segretario prov. PRC Pz
Gianni Palumbo-Segretario prov. PRC Pz
Ascanio Donadio-Coordinatore prov. GC Pz
Rosalinda Di Pasca-FP CGIL
Antonio Placido-Sindaco Rionero in Vulture/Sinistra Democratica
Walter de Cesaris-Resp.Naz. Beni Comuni PRC.

Per vedere le foto in slideshow clicca qui.
Grazie a tutti.

venerdì, agosto 31, 2007

La Lucania su Carta


Esce domani, sabato il numero del settimanale Carta dedicato alle concessioni regionali per le perforazioni petrolifere.Ma da Brienza parte il movimento No-Oil...
Ecco un riassunto dei contenuti del numero di Carta:
Zitti zitti, il governo e la Regione Basilicata hanno concesso alle compagnie petrolifere di perforare il 60 per cento del territorio. Come se i pozzi esistenti non bastassero. Da Brienza, però, parte la mobilitazione No-Oil. Intanto, il Tar di Catania ha dato ragione ai trivellatori e si accende la resistenza nel Val di Noto.
Maurizio Pallante analizza il discorso di Veltroni al Lingotto: che politiche ambientali dobbiamo temere? Collezione autunno inverno 2007: ovvero agenda delle mobilitazioni sociali prossime venture. Reportage dalla Cabilia: la resistenza dei berberi vive attraverso i Raccont-Arts.
Contro gli incendi estivi, la proposta del Wwf: che siano i cittadini a custodire il territorio.

lunedì, agosto 27, 2007

Liberafesta 07: numeri estratti

venerdì, agosto 24, 2007

C.S. su Liberafesta e questione acqua nel Vulture.

Ritorna,dopo la straordinaria riuscita di partecipazione della prima edizione del 2006, Liberafesta ad Atella.

La festa di Liberazione, organizzata dal locale circolo di Rifondazione e dei Giovani Comunisti della città angioina, quest’anno raddoppia: due giorni, doppio appuntamento per sabato 25 e domenica 26 agosto in piazza Gramsci.

L’appuntamento prevede,nella serata di domenica 26, un’incontro dibattito sul tema:”Acqua, bene comune, no merce” nel quale interverranno:

-Walter Mancini>Resp.nazionale ambiente,territorio e beni comuni del PRC

, rappresentanti e dirigenti del partito a livello locale, amministratori locali, associazioni ambientaliste e movimenti..

Argomento, quello dell’acqua, tanto caro alla zona del Vulture, interessata dall’inizio dell’estate dall’interruzione idrica nelle ore notturne e della prima giornata a causa di non ancora ben precisati motivi derivanti dall’acquedotto pugliese.

Inoltre è la zona d’origine della super pubblicizzata acqua Lilia svenduta alla multinazionale americana Coca-Cola.

Ricco il programma musicale che prevede nella serata di sabato 25 l’esibizione della band rionerese “7 rose più tardi”, e per domenica 25 intrattenimento a cura di Carmela & Co.

Altrettanto ricco l’aspetto enogastronomico, vero discriminante della festa, che prevede ottimo vino aglianico e panini con salsiccia “paesana” per entrambe le serate, mentre “r’ pett’l” per sabato 25 e le ciambelle per domenica 26.

giovedì, agosto 23, 2007

Il Programma di Liberafesta 2007

Di seguito il programma degli eventi e degli ospiti dei 2 giorni.
Appena confermato il concerto della Band "Sette rose più tardi".
In attesa gli ospiti per l'incontro-dibattito su "Acqua:bene comune no merce".

lunedì, agosto 06, 2007

25-26 Agosto,LIBERAFESTA 2007


venerdì, luglio 20, 2007

RIFONDAZIONE COMUNISTA È CONTRO LA GIUNTA REGIONALE

Ad un lettore disattento dei quotidiani lucani potrebbe sembrare che il Partito della Rifondazione Comunista abbia registrato l’adesione di qualche commentatore. Precisiamo che quelle espresse da improbabili novelli iscritti rappresenterebbero una posizione largamente minoritaria all’interno del PRC, che nell’ambito dell’ultimo comitato politico, alla presenza di un esponente della segreteria Nazionale, aveva unanimemente condiviso la linea politica regionale di opposizione alla giunta, dando al segretario pieno mandato nell’ambito del patto di consultazione, nei rapporti con il Presidente De Filippo oltre che relativamente alla scelta della posizione da assumere in Consiglio.

Fuor di metafora, va opportunamente stigmatizzato il contegno del commentatore in questione, dal momento che la circostanza che questi, come un “untorello”, segua pedissequamente le indicazioni di ambigui suggeritori, nel solco di una linea editoriale ipercortigiana verso i poteri forti e le sue collusioni con politica e affari, rappresenta nient’altro che il tentativo di isolare e rendere innocuo il PRC nell’ambito del dibattito politico.

Abbiamo più volte avuto modo di ribadire che Mezzogiorno e Basilicata sono strette in una morsa rappresentata da una vera e propria secessione, dal malaffare e dal malgoverno. In uno scenario siffatto, la precarietà (come condizione esistenziale, lavorativa e sociale) e gli scempi ambientali sono effetti dell’incapacità della politica di tornare a governare l’economia e i conflitti. Assistiamo, sempre più spesso, ad un gruppo dirigente tutto proteso verso il binomio spesa pubblica-consenso elettorale, asservito alle logiche dell’impresa. La nuova giunta regionale, al di là delle dichiarazioni di facciata e di comodo, è tutta ripiegata su tali logiche con un passo indietro finanche rispetto al precedente assetto del centro-sinistra, che già non aveva avuto il sostegno di Rifondazione Comunista.

Per tali ragioni, abbiamo inteso non dare un sostegno surrettizio ed obliquo a questa maggioranza ed alla giunta, offrendo una impostazione a cui è preordinata la politica. Quest’ultima, invero, non va confusa, come sembrerebbe fare taluno, con i suoi rappresentanti istituzionali, che, conseguentemente a tale fallace impostazione, andrebbero considerati come un mero consiglio di amministrazione asservito ai soli interessi particolari.

Contestiamo con forza chiunque abbia contribuito e contribuisca ad accreditare una idea di un “partito dei consiglieri regionali” del tutto sganciato ed avulso rispetto alla appartenenza politica.

E a chi persegue l’obiettivo di isolare il nostro partito diciamo:«va, va povero untorello non sarai certo tu – né altri (tantomeno gli ambigui suggeritori) – quello che spianti … Rifondazione».

Michele Saponaro (Segretario Regionale)

Francesco Cirigliano (CPN del Prc– Area Essere Comunisti)

Gianni Palumbo (Segretario Prov. Matera)

Paolo Pesacane (Segretario Prov. Potenza)

Antonio D’Andrea (CPN del Prc– Area Controcorrente)

mercoledì, luglio 04, 2007

La Sinistra dov'è?

COMUNICATO STAMPA
SINISTRA DEMOCRATICA, RIFONDAZIONE COMUNISTA, VERDI, PDCI SULLA NOMINA DELLA NUOVA GIUNTA REGIONALE

La crisi alla Regione si è chiusa sulla base di vecchi e logori schemi, sia nella conduzione che nel risultato.
Nessun tentativo serio è stato posto in essere per un approfondimento strategico e programmatico in grado di rilanciare l’azione di un centrosinistra in evidente affanno; un ricambio nella composizione della Giunta che sicuramente non rappresenta un segnale di rinnovamento; uno spostamento al centro dell’asse politico della coalizione.


L’accordo raggiunto, dopo tanti giorni di alchimie, di scontri tra DS, Margherita, Udeur, Italia valori,SDI ha prodotto un risultato chiaramente orientato da quei partiti e dai loro equilibri interni.
Un clima negativo che ha prodotto contraddizioni evidentissime; una tra tutte la nomina ad Assessore alla Sanità del segretario regionale dell’unico partito della coalizione, l’Udeur, che si è opposto duramente al Disegno di legge presentato dalla precedente Giunta sulla riforma delle ASL.
In questa Giunta non sono presenti le forze della sinistra che hanno firmato il patto di consultazione (Sinistra Democratica, R.C., Verdi e PDCI). Queste forze fin dall’inizio della crisi hanno cercato di esaltare i rapporti politici ed i contenuti programmatici ed hanno chiesto che al primo posto nella riflessione collettiva venisse inserita una profonda riforma della politica, dei suoi strumenti e delle relazioni tra politica, economia e società.
Si è,invece, preferito il terreno degli accordi di composizione dell’Esecutivo, tentando di indebolire la rappresentanza della sinistra.
Il centrosinistra così non cresce e, come è avvenuto a Matera, rischia di allontanarsi dalla società e dai suoi problemi, proseguendo in un’assurda autoreferenzialità.
Le forze del patto di consultazione non condividono queste pratiche e,quindi,non fanno parte della Giunta e giudicheranno il nuovo Esecutivo di volta in volta, sulla base delle politiche e delle scelte programmatiche che verranno proposte.
Al fine di proseguire il lavoro unitario il patto di consultazione darà vita ad un intergruppo in Consiglio regionale.

lunedì, giugno 25, 2007

APRIAMO LA VERTENZA "GIOVANI IN BASILICATA"

DOCUMENTO DI APERTURA DELLA VERTENZA
“GIOVANI IN BASILICATA”

La condizione dei giovani in Basilicata e nel Mezzogiorno, è preoccupante; la precarietà determina contraddizioni molto più avanzate rispetto ai luoghi di maggiore benessere e produttività: infatti non si pone soltanto come condizione lavorativa ma si afferma in maniera totalizzante.
La precarietà in Basilicata è sinonimo di mancanze: mancanza di lavoro, di prospettive, di luoghi e momenti di aggregazione, di incontro e crescita collettiva, di indipendenza ed autonomia.
Queste mancanze che si riassumono emblematicamente nel fatto che i giovani lucani vivono in un contesto in cui un quarto delle famiglie è al di sotto della soglia di povertà, rappresentano il vero e proprio dramma di questa regione, anche perché creano dipendenza e subordinazione verso chi ci governa.
Gli stessi giovani sono tra i primi posti in Italia per il consumo di droghe pesanti e di questi in particolare le donne.
La giunta regionale ci ha proposto il "Patto con i giovani", una legge che si pone l’obbiettivo di risolvere la complessa questione giovanile dimostrandosi invece, ad un anno dalla emissione, sterile ed inefficace. Per una serie di ragioni.
Innanzitutto c’è la questione della partecipazione giovanile.
La giunta, tra falsi proclami e slogan propagandistici, scriveva di un patto che si fondava sul dialogo e sull’interazione constante. Nei fatti oggi ci chiamano ad interloquire a cose già fatte, come spettatori più o meno interessati. Avremmo preferito che davvero i giovani e non soltanto il ceto politico giovanile fossero considerati fin dall’inizio come soggettività sociale. Di fatto è mancato il coinvolgimento di tutte quelle realtà come la scuola, l’Università, le associazioni giovanili che sono i luoghi naturali dell’aggregazione sociale. Pensiamo che l’autonomia ed il protagonismo giovanile siano percorsi che si costruiscono giorno per giorno, la democrazia non è un allenamento oratorio ma una pratica reale. La politica deve avere il coraggio di stimolare questa pratica.
Invece il Patto risulta essere null’altro che la semplice accozzaglia di provvedimenti già esistenti, messi insieme a formare un pacchetto che a noi pare utile solo per proliferare il consenso elettorale. 81 milioni di euro sono una somma abbastanza considerevole. A noi non basta sapere che queste risorse vengono spese ma ci interessa il modo in cui si investe. Proprio perché, a differenza di chi ha scritto questo Patto, non crediamo che il talento sia una virtù individuale, quasi un fattore genetico, ma che debba essere un valore collettivo che si da in condizioni di uguali possibilità.
Consideriamo di primaria importanza intervenire sul tema del diritto allo studio e sulla lotta alla precarietà.
Per quanto riguarda la questione del DIRITTO ALLO STUDIO esigiamo politiche che siano realmente incisive. È ridicolo che a fronte di un 25% dei giovani a rischio povertà, il bilancio annuale dell’ARDSU sfiori a mala pena il tetto dei 10 milioni di euro. Considerando che la maggior parte di queste risorse servono per pagare le spese amministrative e del personale, solo circa 6 milioni vengono utilizzate a scopo sociale. di questi 2,5 milioni vengono utilizzati per l’erogazione delle borse di studio. Chiaramente questa cifra non copre quello che è il fabbisogno reale: gli aventi diritto, infatti, sono molti di più dei beneficiari. Gli alloggi universitari a Potenza ospitano soltanto 128 studenti, i quali spesso riscontrano disagi legati alla qualità dei servizi ( lo dimostrano alcune petizioni di protesta firmate da studenti e consegnate agli uffici di presidenza dell’ARDSU ). Chiediamo di aumentare gli investimenti nel diritto allo studio affinché tutti gli aventi diritto possano usufruirne, di aumentare il numero di borse di studio da erogare, prevedere ulteriori posti letto nelle Case dello Studente, agevolare le condizioni dei pendolari e dei fuori sede e riconoscere in maniera più generale la condizione dello studente nella città facilitando l’accesso ai trasporti, agli eventi culturali e ricreativi. Punti questi del nostro programma elettorale che ha visto vincere a Potenza alle elezioni del CNSU la lista “ A Sinistra in Movimento” con il 30% dei consensi.
Il Presidente De Filippo ha dichiarato pubblicamente che grazie al Patto con i Giovani 1000 ragazzi hanno trovato un impiego. Questo dato non ci risulta. Sappiamo invece che 576 aziende hanno fatto richiesta per 1000 posti di cui solo il 25-30% si tradurranno in assunzioni reali. Poiché si rischia di scemare nella propaganda e visto che non ci sono dati ufficiali ai quali fare riferimento chiediamo una valutazione di placement con valutatori indipendenti pagati dall’UE che fanno parte delle misure di accompagnamento dei programmi e sono necessarie al fine della trasparenza. Abbiamo il diritto di conoscere il numero effettivo delle persone che lavorano, la reale portata dell’impatto occupazionale e, soprattutto, la qualità dei livelli occupazionali, visto che il 38% dei giovani laureati che trovano occupazione in Basilicata non sono soddisfatti perché sotto-utilizzati rispetto alle competenza. Questo è il dato più alto in Italia (dati ISTAT 2005). Inoltre va ricordato che il 52% dei giovani laureati lucani trovano occupazione solamente fuori regione.
Un Patto con i Giovani che si rispetti, di questi tempi, dovrebbe essere innanzitutto un patto contro la precarietà: vincolare i sussidi alla creazione di posti di lavoro stabili, prevedere un’integrazione di reddito per i periodi di inattività, mantenere vive le esperienze lavorative e di formazione nelle fasi di transizione, immaginare forme di salario sociale per alleviare il disagio materiale e morale.
Ma il punto principale di critica che noi sentiamo di fare al Patto con i Giovani riguarda la totale mancanza di una programmazione strategica degli investimenti che possa essere di lungo periodo e parta dalla vocazione del territorio e dei giovani.
I dati parlano chiaro: 27000 sono i giovani disoccupati (36%), di questi 3000 non hanno alcun titolo di studio e 8000 solo la licenza media. Riteniamo prioritario che per questi venga attivato un piano di formazione e di riqualificazione professionale
Considerato che vanno inclusi anche 13000 diplomati e 3000 laureati ci chiediamo e chiediamo al governo regionale che fine faranno questi giovani, quali possibilità avranno, come la regione influirà per garantirne una occupazione reale e stabile.
A dire il vero l’unico dato che riusciamo a notare è che nei prossimi sei anni (2007-13) 4000 giovani a basso livello di istruzione usciranno dalla scuola per entrare nel mercato del lavoro; lo stesso vale per 12000 diplomati e 13800 laureati. Come si governeranno queste fasi di transizione, quali ulteriori patti verranno inventati per fingere di risolvere queste emergenze?
A noi interessa ragionare su questi dati, su dati vivi che chiedono una programmazione di prospettiva che si differenzi dall’elargizione di finanziamenti a pioggia ad un tessuto produttivo che per il 78% è fatto di micro-imprese fino a 10 dipendenti che non presenteranno nel tempo aumenti dell’offerta occupazionale. Parliamo di una programmazione integrata che si fondi sull’innovazione, e sulla valorizzazione del territorio.
Ci risulta che dai fondi FESR della programmazione 2007-13 soltanto 31 milioni su 300 sono destinati ad attività con contenuto occupazionale in linea con i livelli di istruzione universitaria. Risultato: 100-150 persone ne usufruiscono rispetto ai 2300 laureati che ogni anno escono dall’università.
Investendo nella ricerca, con contratti fino a quattro anni, considerando 2000€ al mese pro-capite con 170mln €, poco più della metà del FESR avremmo 1700 occupati in più.
Questo vuol dire programmare l’azione politica partendo dalle reali necessità dei giovani.
Per queste ragioni apriamo oggi una vertenza con l’amministrazione regionale, ponendo domande sui bisogni reali e per le quali attendiamo risposte immediate.
Ci chiediamo infine quale modello umano e di relazioni sociali, quale modello istituzionale la politica lucana ci sta offrendo oggi. Sono innanzitutto i giovani a chiedere altra umanità, altra civiltà, altro tipo di moralità a questa classe dirigente.


Giovani Comuniste/i Basilicata

domenica, giugno 17, 2007

Perché l’acqua torni ad essere di tutti


Domenica 24 giugno, le donne, gli uomini, gli amministratori, le associazioni sono invitati ad accogliere l’arrivo della “Carovana Nazionale dell’acqua” .
Le grandi multinazionali dell’acqua stanno mettendo le mani sul bene più prezioso dell’umanità. Loro sanno che è già scarsa oggi e che andrà scarseggiando negli anni. Di tutta l’acqua, solo il 3% è potabile. Escluso il quantitativo usato nell’agricoltura industriale, rimane solo lo 0,30% di quella che possiamo beneficiare, su cui c’è già una pressione enorme (ricordiamoci che il 20% della popolazione consuma l’87% dell’acqua potabile e che 1.4 miliardi di poveri non hanno accesso all’acqua potabile).
Dobbiamo avere il coraggio di dire no a questa logica.
La carovana partirà alle ore 11.00 da piazza Mario Pagano, a potenza, dove è stata organizzata una conferenza stampa per illustrare la proposta di legge di iniziativa popolare che ha già raccolto 300 mila firme in tutta Italia, sostenuta dal comitato “acqua bene comune”.
La “carovana” partirà per Rionero in Vulture, dove nella “Villa catena” alle 17.00 sarà accolta dalla cittadinanza e dai rappresentanti locali del comitato per la ripubblicizzazione dell’acqua, oltre che dalle autorità cittadine.
Rionero rappresenta una tappa importante e simbolica nella battaglia per l’acqua in quanto, oltre agli effetti della gestione dell’acquedotto, si aggiunge la svendita delle acque minerali alla coca-cola. La Coca Cola nel 2006 ha acquisito due stabilimenti della Traficante e, soprattutto, la concessione regionale per lo sfruttamento delle fonti, ricevendo in cambio compensi ridicoli (305.000 euro a fronte di introiti che per le quattro aziende del Vulture erano di 283.000.000…) .
La “carovana” ripartirà per Matera.
I soggetti che sottoscrivono questo invito intendono, a partire dall’iniziativa del 24 giugno, dar vita ad un comitato permanente per la tutela di tutti i beni comuni. Un primo obiettivo sarà una proposta di legge di iniziativa popolare regionale che restituisca alle lucane e ai lucani il diritto a gestire come valore d’uso e non a fini di profitto l’acqua.
Ci sono risorse che appartengono al pianeta e a tutti coloro che lo abitano e non possono essere sottoposte a un meccanismo economico di sfruttamento da parte di potentati di qualsiasi tipo.

In ogni piazza ci saranno animazione, concerti e microfono aperto.


arci rionero - arci comitato regionale - associazione per la pace - associazione "archivio delle voci lucane" - bottega commercio equo e solidale - cestrim - libera - cgil funzione pubblica - cobascuola - coordinamento donne ancora insieme - fiom regionale - forum ambientalista - emergency - legambiente - lipu - ola - punto e a capo - rdb cub - un ponte per – comitato territoriale di potenza per un contratto mondiale sull’acqua acqua - cgil regionale - associazione vola - wwf - sinistra democratica - sinistra rossoverde - rifondazione comunista – giovani comunisti – collettivo universitario “ya basta” - pdci sinistra democratica - sinistra rossoverde - verdi.

mercoledì, giugno 06, 2007

Atella, paese poco “parco”

L'esaurimento della discarica comunale, e quindi del gettito proveniente dai comuni limitrofi che conferivano in essa, ha complicato ulteriormente la quadratura del bilancio di previsione 2007 del Comune di Atella.

Una delle misure attuate per coprire parte del disavanzo prodottosi è stato l'aumento dal 6 al 7 per mille dell'I.C.I., misura che il circolo di Rifondazione Comunista di Atella reputa inadatta in quanto applicata “a pioggia” e senza tenere conto delle tipologie degli immobili, del loro utilizzo, e del reddito dei proprietari degli stessi.Un ulteriore esborso che alleggerirà le già vuote tasche di molti cittadini atellani colpiti dalla precarietà diffusa e dall'aumento del costo della vita.

Tra le decine di cantieri aperti(tra cui molti fermi per motivi vari) che l'amministrazione ha promesso di portare a termine quanto prima, si aggiungerà quello, previa localizzazione del sito, per la realizzazione della nuova discarica.Nulla da obiettare in quanto la discarica è indispensabile, ma dovrebbe diventare altrettanto importante attuare un adeguato trattamento dei rifiuti e prolungare al giorno più lontano possibile l'esaurimento della discarica che si andrà a realizzare.

A maggior ragione per un comune che si appresta a divenire “il cuore” del Parco del Vulture ma che ricicla appena il 4%(dati Legambiente-Comuni Ricicloni 2006).L'amministrazione deve intraprendere le dovute azioni, attraverso le associazioni presenti sul territorio, nelle scuole e in collaborazione colle organizzazioni ambientaliste, per sensibilizzare la popolazione e promuovere la raccolta differenziata, il compostaggio e il riciclaggio dei rifiuti.

Un comune, quello di Atella, che finora non ha per niente scommesso sull'energie rinnovabili, in cui è presente un depuratore dalla dubbia efficienza e regolare funzionamento(vedi l'insistente malodore nei dintorni), depuratore che scarica nella fiumara di Atella, ormai devastata in buona parte dagli scarichi industriali, agricoli e civili.

Quindi continuare sulla strada dell'istituzione del Parco del Vulture in maniera concertata e consona al territorio, ma accompagnando quest'iter con appropriate azioni nel pratico per la tutela dell'ambiente avviando programmi per la produzione di energia pulita, promuovere la raccolta differenziata anche attraverso benefici fiscali a chi la pratica, verificare l'idoneo funzionamento del depuratore comunale e degli impianti produttivi, avviare programmi per la promozione delle produzioni biologiche.

Il circolo di Rifondazione Comunista di Atella invita l'amministrazione a lavorare affinchè il paese possa rispondere al meglio alla doppia accezione del termine ”parco”:

  • in termini di salvaguardia e rispetto ambientale;
  • nell'ambito della gestione delle finanze comunali.

Al via ad Atella alla “casa della Sinistra”

A seguito dell'incontro-dibattito avvenuto ad Atella il giorno 30 Aprile 2007 presso la biblioteca comunale sul tema: “C'è vita a Sinistra: Idee, progetti e prospettive per una Sinistra Nuova”, si avvia nella cittadina la fase costituente della “casa della Sinistra”.

La biblioteca, gremita di iscritti ai partiti della sinistra locale e semplici simpatizzanti, ha dato prova di sentita e appassionata partecipazione, con numerosi interventi dalla platea attraverso cui varie persone hanno espresso le proprie impressioni, dato i propri consigli ed anche esposto le proprie paure sul futuro della sinistra locale e nazionale.

Diverse sono state le domande e i chiarimenti richiesti dal pubblico ai rappresentanti locali e nazionali della sinistra presenti all'incontro:

- Rocco GIACOMINO - Associazione Rosso Verde

- Angelo SUMMA - Sindacalista CGIL

- Pasquale CIANI - Segr.Prov. SDI

- Piero DI SIENA - Ass.per il Rinnov.della Sin./Senatore DS

- Angela LOMBARDI - Parlamentare PRC

Il perchè di questo appuntamento è di facile intuizione, ossia il fermento e gli sviluppi che stanno interessando il panorama politico italiano, specie quello del centro-sinistra.

DS e Margherita stanno fluendo in un tiepido abbraccio dentro uno stampo centrista, ed è opportuno e ancora più necessario instaurare un dialogo fecondo tra le anime della sinistra al fine di scongiurare l'egemonia del partito democratico e lavorare, in tempi brevi, all'unità della sinistra e di una nuova rappresentanza del mondo del lavoro.

La manifestazione concordata per il 30 aprile, in una data molto vicino ad altre d'elevato valore, non solo simbolico, per la sinistra italiana e internazionale:

- 25 aprile (festa della liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo)

- 27 aprile (70° anniversario della morte di Antonio Gramsci)

- 1° maggio (festa dei lavoratori)

- 09 maggio (gli operai della FIAT-SATA di Melfi in quel giorno di quattro anni fa portano a termine i 21 giorni di lotta che sconvolsero la FIAT e i futuri rapporti Azienda- Lavoratore).

Quindi quale data più opportuna per parlare di Sinistra, della sua attualità, anzi della sua necessità, di parlare di questioni del lavoro, delle donne, della devastazione ambientale, tenendo presente che non si tratta di una presa del potere,ma di cambiare la società attaverso la democrazia e la politica.

Di seguito uno stralcio dall'introduzione di Alessandro Pietropinto del locale circolo del Prc di Atella:

“Da oggi cominceremo a lavorare per una sinistra che voglia stare al fianco dei cittadini e non semplicemente rappresentarli, che sappia lasciare le porte aperte dopo il voto, affinchè anche l'ultimo diseredato fra i suoi elettori possa darle sempre una mano o darle una strigliata quando serve.

Cominciamo a proporre queste cose e mettiamoci in gioco, facciamo che la politica si metta davvero a disposizione del paese, in modo trasparente e non corporativo e scopriremo che questa è una battaglia civile che non ha bisogno di etichette e di ideologie. Perchè quando si è davvero di sinistra, non c'è bisogno di scriverlo dentro un simbolo.

Ma prima di concludere non posso non rivolgere un accorato appello-invito a tutte le compagne e i compagni, le amiche e amici che condividono le nostre intenzioni, che non vogliono delegare ma partecipare con impegno, passione e trasparenza alla costruzione di un soggetto politico ad Atella, che sia il laboratorio avanzato della sinistra.

Proprio Atella rappresenta il caso emblematico e l'esaltazione di ciò che avviene a livello nazionale, ovvero vengono alla luce quelle profonde antinomie in seno al Partito Democratico che qui si manifesta nelle due componenti(DS e Margherita) in opposizione e aperta conflittualità.

Al contrario noi potremmo rappresentare quel progetto che si fonde e nasce su una reale sintonia di valori, idee e contenuti: figurando come avanguardia e proiezione ideale di ciò che dovrà avvenire, e sono sicuro avverà, a livello nazionale.

Da oggi ci rimbocchiamo le maniche e cominciamo a lavorare insieme per aree e gruppi tematici.

Facciamo in modo che questa iniziativa non si concluda con un nulla di fatto, restiamo disponibili a confrontarci, dialogare e trovare soluzioni alle questioni che più ci interessano.

Non vi chiedo di tesserarvi al nostro partito, vi chiedo di ritrovarci in un lavoro comune che può interessare i lavoratori Fiat, i lavoratori della ex Parmalat e di tutta la Valle di Vitalba, monitorando la situazione lavorativa.

Affrontiamo quelli che sono i reali problemi degli agricoltori, dei disoccupati ecc.

E' tempo di cambiare il modo di fare politica, bisogna approfondire quel camminare domandando, rilanciando la consultazione della base, pretendiamo soluzioni e risposte dai nostri rappresentanti.

Lasciateci i vostri recapiti, teniamoci in contatto, ritroviamoci sotto una casa comune, collaboriamo.”

Il processo ad Atella ormai è avviato, si aspettano soltanto le adesioni di associazioni, movimenti e singole persone che intedono dar vita alla “casa della Sinistra”.

martedì, giugno 05, 2007

Il Parco ai cittadini

Quanto avvenuto nella sera del 9 maggio presso la biblioteca comunale di Atella è la prova schiacciante di come la politica, il palazzo, abbia fallito, e di come le associazioni, i movimenti e i singoli cittadini siano in grado di rovesciare la situazione e rimettere tutto in gioco.

Nei locali comunali si svolgeva il consiglio comunale aperto con ordine del giorno “Sospensione dell'iter istitutivo del parco del Vulture”.

La seduta straordinaria ha seguito quasi alla lettera quelle che erano state le proposte del circolo di Rifondazione di Atella, ossia di aprire un confronto ed una concertazione con le rappresentanze delle categorie economiche della zona ed i singoli cittadini per accompagnare l'iter istitutivo del parco.

In una precedente nota il PRC di Atella aveva espresso preoccupazione per i modi ed i metodi con cui si stava procedendo all'istituzione, “calandola” dall'alto e senza un'adeguate e dovuta campagna di informazione-formazione per la cittadinanza, alimentando, in questo modo, la diffidenza e il malcontento verso quest'importante e preziosa occasione.

Nella comunità giorno per giorno s'è andata accrescendo l'avversione verso il parco, avversione che non si tradurrà mai in azioni incivili ma in una sentita, attenta e appassionata partecipazione al consiglio comunale aperto.

Rifondazione non ha rappresentanti in seno al consiglio comunale di Atella(in quanto non esistente al tempo delle amministrative), ma ha potuto sentire le proprie proposte e perplessità sul parco per bocca di un consigliere della minoranza, il quale senza alcuna richiesta e con disinvoltura ha copiato e incollato sul proprio discorso diversi passaggi apparsi su un comunicato stampa del PRC di Atella del mese scorso.

Nulla da contestare, anzi soddisfatti d'essere stati protagonisti costruttivi nel dibattito consiliare.

Il consiglio comunale ha deciso per la sospensione dell' iter istitutivo del parco e, molto probabilmente, in un prossimo consiglio si andrà per la revoca di tutti gli atti presentati finora e quindi alla rielaborazione della proposta che Atella intende presentare alla regione.

La parola sarà data ai cittadini, attravero le proprie rappresentanze nella commissione che andrà a costituirsi per studiare e rivedere la perimetrazione di territorio che il comune di Atella includerà all'interno del parco del Vulture.

Questo “incidente” di percorso di sicuro condizionerà positivamente lo sviluppo della proposta per l'istituzione del parco del Vulture, in maniera condivisa e appoggiata da tutti, presupposto necessario alla buona riuscita del progetto.

lunedì, giugno 04, 2007

Riprendiamoci il Parco

Il circolo di Rifondazione Comunista di Atella esprime preoccupazione per il modo ed i metodi con cui si sta procedendo all'istituzione del Parco del Vulture.

Tutto l'iter che ha accompagnato la preparazione della bozza di legge non è stato per nulla concertato con gli operatori economici della zona, dagli agricoltori agli allevatori passando per gli operatori turistici.

Pertanto esiste il rischio che l'eventuale istituzione del parco si riveli il colpo mortale per le attività socio-economiche, di per sè gia agonizzanti, anzichè un opportunità.

C'è un diffuso malcontento tra la popolazione che alimenta la sfiducia nell'importante operazione: le istituzioni non hanno aperto un confronto con le varie rappresentanze delle categorie interessate ed hanno proceduto "inter-nos", diffondendo la sensazione che il parco possa rappresentare l'ennesimo strumento per offrire poltrone ed allargargare le proprie clientele.

Il Parco del Vulture può e deve rappresentare un oppurtunità ed una risorsa per tutta l'area, ma bisogna intraprendere le giuste e dovute azioni di accompagnamento degli operatori agro-silvo-pastorali nella transazione per poter trarre il massimo beneficio possibile.Promuovere campagne di informazione-formazione attraverso cui sensibilizzare la popolazione delle opportunità, ma anche dei vincoli che un parco presenta.

Rifondazione è convinta della necessità del parco per salvaguardare,tutelare e valorizzare le ricchezze paesaggistiche e florofaunistiche del Vulture, ma è importante la partecipazione dal basso nelle scelte che interessano un'intera comunità affinchè il Parco del Vulture possa diventare il volano per uno sviluppo sostenibile che abbracci tutti i settori della popolazione e non si traduca solamente in un ritorno d'immagine per le multinazionali delle acque e i grandi produttori di Aglianico.

Quindi rivedere la perimetrazione del parco, se opportuno, includendo organicamente aree d'interesse naturalistico tenute fuori dall'area parco della bozza in quanto proprietà di importanti e potenti proprietari terrieri, e magari escluderne altre inopportune alla tutela.

Attivare un percorso e un progetto di sviluppo e accompagnamento parallelo delle produzioni locali in un contesto di riqualificazione e rimodulazione delle attività.