Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

giovedì, giugno 02, 2011

2 Giugno: Festa della Repubblica...e non solo!

“E le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate. Non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica!” 
(Tina Anselmi, grande protagonista della Resistenza e della Prima Repubblica).


2 Giugno 1946 – 2 Giugno 2011: si festeggiano, oggi, i  65 anni della nostra Repubblica. Quello che in pochi sanno o ricordano, però, è che quella di oggi è una data carica di significato simbolico anche per un altro motivo di assoluta rilevanza storica: è infatti al 2 Giugno 1946 che risale la seconda e ufficiale occasione per le donne italiane di salire alle urne!

 A seguito di provvedimenti di vistosa disuguaglianza ereditati dalla legislazione sabauda che hanno sancito una posizione di inferiorità giuridica delle donne (riconfermata dal Codice del nuovo Stato italiano ufficialmente adottato nel 1865) e la loro esclusione dal voto e dall’eleggibilità (legge comunale e provinciale dello stesso anno) e dopo anni di battaglie politiche, sociali e culturali, a cavallo tra ‘800 e ‘900, un decreto del 1945 ha esteso alle donne il diritto al voto. La prima prova generale risale alle elezioni amministrative che hanno coinvolto la penisola tra Marzo e Aprile del 1946, mentre è il 2 Giugno dello stesso anno che le donne furono chiamate, per la prima volta tutte assieme, a decidere tra Monarchia e Repubblica, dando un contributo di ben 12.718.641 voti e partecipando in misura maggiore rispetto agli uomini.
Così scrive ricordando quei giorni la scrittrice e saggista Maria Bellonci:

“Anche per me […] gli avvenimenti più importanti di quest’anno 1946 sono fatti interiori; ma è un fatto interiore - e come – quello del 2 Giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi trovai all’improvviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi mancò il cuore e mi venne l’impulso di fuggire”..

Con la negazione del diritto al voto era il diritto ad essere cittadino e ad esprimersi in quanto tale ad essere negato.
Quello che per secoli è stato un diritto negato e per cui si è lottato, oggi è per molti un dovere sottovalutato…
In occasione di questa particolare ricorrenza, vorrei ricordare a tutti l’importanza del diritto-dovere di votare e dire la nostra, nonché dei Referendum del 12-13 Giugno cui siamo chiamati ad esprimerci. Il voto di ciascuno di noi può fare la differenza: andiamo a votare  quattro volte Sì per l’acqua bene comune, per fermare il nucleare e per una legge uguale per tutti!
Morena Morrone

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