Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

sabato, giugno 11, 2011

Scovato un sarcofago di veleni a Monticchio (PZ)

Inchiesta delle Fiamme gialle: stoccati centinaia di fusti di rifiuti pericolosi, erano quasi schermati ai georadar. Non si sa dove siano arrivati. L’ombra delle ecomafie si allunga sulla Basilicata. È un lavoro da professionisti. Centinaia di fusti di rifiuti pericolosi stoccati in una vecchia vasca di calcestruzzo. Lì una volta c’era un impianto che produceva materiale per costruzioni. Ha chiuso ed è arrivata una ditta di carpenteria metallica.
Eppure le sostanze contenute in quei fusti non sarebbero compatibili coi rifiuti di entrambe le attività. Allora chi ce li ha portati a Monticchio quasi duecento tonnellate di residui tossici? Da dove vengono e chi è stato che ha coperto tutto con una lastra di calcestruzzo rinforzata da una griglia di metallo? Servono operai fidati per  un’operazione di questo tipo. Servono conoscenze adeguate per creare un sarcofago di veleni quasi invisibile persino ai georadar.
Come ci siano arrivati i militari della Guardia di finanza lo sanno solo loro. È in corso un’indagine a tutto campo della procura della Repubblica di Melfi che sta cercando di capire se il sito individuato sia finito al centro di un traffico di rifiuti su vasta scala. L’ipotesi peggiore è che ne esistano altri seminati tra i relitti delle vecchie industrie della zona, e la cosa è tanto più preoccupante in quanto l’area interessata è quella di Monticchio. Laghi, acque sorgenti, natura incontaminata. Sono stati a lungo il volano di un’economia che ha dato occupazione a centinaia di famiglie. 


I primi dati raccolti parlano di rischio ambientale pari a zero. Il materiale, stoccato da non meno di 5-10 anni, si sarebbe solidificato e la vasca avrebbe tenuto, ma una verifica più approfondita sarà possibile soltanto quando tutti i fusti verranno portati via. A quel punto bisognerà studiare se esistono vie di fuga preferenziale che sono state percorse da sostanze liberate ancora allo stato liquido, e dove sono andate a finire. La questione è così delicata che è stata tenuta riservata per almeno tre anni. Le prime segnalazioni sulla presenza di rifiuti nell’area di “Isca dei cappuccini”, nel Comune di Rionero, risalirebbero al 2008. Da allora se ne sta occupando la procura della Repubblica di Melfi che ha avviato una serie di indagini geofisiche. 

Ad aprile del 2010 la tenenza della Guardia di finanza di Rionero ha informato il Comune della scoperta, e in parallelo all’inchiesta ordinaria, è partito un lungo contenzioso amministrativo. Il proprietario dell’area – Donato De Carlo di Rionero – e la ditta di carpenteria metallica subentrata nella gestione dell’impianto nell’ultimo periodo – la Eurocontainers srl di Atella – si sono rifiutati di provvedere autonomamente alla rimozione e lo smaltimento di quei fusti. Si sono rimpallati l’un l’altro la responsabilità della situazione e hanno proposto ricorso al Tar. I giudici a febbraio di quest’anno hanno respinto le loro richieste, e qualche settimana fa è partita la bonifica a spese del Comune. Il costo stimato è di 150mila euro, di cui 80mila – la fetta maggiore – per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti in un termovalorizzatore speciale, tipo Fenice nell’area industriale di Melfi. Il sito è ad oggi sotto sequestro giudiziario e all’esito delle indagini l’addebito economico per i costi sostenuti dall’amministrazione dovrebbe essere imputato al soggetto considerato responsabile, o i soggetti, se verranno individuate tutte le complicità per quanto accaduto.

Discorso a parte se si dovesse scoprire che, al contrario di quanto dicono gli esami effettuati fin’ora, una contaminazione ambientale c’è stata. In questo caso i danni potrebbero diventare irreparabili se si considera che soltanto a 800 metri in linea d’area ci sono le sorgenti del Vulture e un grosso impianto di imbottigliamento di acque minerali. Serviranno accertamenti minuziosi dei concreti pericoli per la salute, ma nel frattempo numerose attività potrebbero subire contraccolpi economici irrecuperabili.

Tratto da Il Quotidiano della Basilicata

3 commenti:

  1. Questa gente dovrebbe essere gambizzata

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  2. Poi ci chiediamo il perchè dei tanti casi di tumore e leucemie a Rionero in Vulture e zone limitrofe.
    Discariche, scuole costruite con pannelli conteneti AMIANTO, fabbriche inutilizzate abbandonate a se stesse senza un minimo di controllo, fonti inquinate da scorie e veleni di cui solo alcuni sono a conoscenza.
    Perchè c'è chi conosce la reale situazione del vulture, ma pur sapendo tace, per interessi personali, forse, per paura o per semplice assenza di umanità e civiltà.
    Questa è l'Italia, questa è la Basilicata: omertà, disonestà e totale diffidenza nei confronti dei diritti e doveri dell'uomo.
    Eppure io credo ancora che ci sia gente per bene, che creda nei principi fondamentali della vita, e spero che un giorno queste persone possano avere un maggiore potere decisionale e maggiore attenzione da parte di coloro che dovrebbero rappresentare il loro volere.

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