Il dossier 2011 "Acque minerali: la privatizzazione delle sorgenti in Italia", a cura di Altreconomia e Legambiente, ha analizzato la situazione delle concessioni delle sorgenti d'acqua nelle regioni d'Italia e il quadro che emerge non è rassicurante per i cittadini, mentre risultano favorite le aziende imbottigliatrici. Nel rapporto le normative lucane che regolano le concessioni delle sorgenti d'acqua minerale vengono reputate insoddisfacenti e la regione Basilicata "rimandata" perché non ha aggiornato i canoni dopo l’approvazione del 2006 delle linee guida: sono previsti dei canoni in funzione dei volumi di acqua ma al di sotto di 1 euro per metro cubo imbottigliato. La classifica stilata nel dossier vede primeggiare il Lazio e l'Abruzzo, in quanto hanno rivisto le normative adeguandole alle linee guida nazionali e aumentando i canoni per le concessioni, la regione Basilicata si posiziona al 12esimo posto, ultima la Liguria.
Nello specifico, le aziende imbottigliatrici sul suolo lucano versano alla regione 30 centesimi di euro per ogni metro cubo imbottigliato o, in base alla superficie, € 69,80 per ettaro in concessione (minimo annuo 6.980,80 €).
Eppure le linee guida nazionali approvate nel 2006 prevedono tre tariffe: da 1 a 2,5 euro per metro cubo o frazione di acqua imbottigliata; da 0,5 a 2 euro per metro cubo o frazione di acqua utilizzata o emunta; almeno 30 euro per ettaro o frazione di superficie concessa.
Le leggi che regolano l'acqua in bottiglia "made in Basilicata" sono le leggi regionali n°43 del 2 settembre 1996 e n°21 del 1 marzo 2005.
Gli ettari in concessione in regione sono 680 per un totale di 920.000.000 di litri imbottigliati (dati fine 2010), molti dei quali concentrati nella zona nord della Basilicata, alle falde del monte Vulture, dove insistono marchi del calibro di Lilia (Coca-Cola), Gaudianello, Itala....
Per l’altissimo valore della risorsa idrica e l’impatto ambientale, causato dai consumi italiani da primato delle acque in bottiglia, la Regione dovrebbe attivare al più presto un lavoro di revisione dei canoni di concessione per l’imbottigliamento dell’acqua che porterebbe anche ad un forte incremento dei fondi incassati. Al contrario, oggi i canoni incassati non riescono nemmeno a raggiungere una quota sufficiente a coprire le spese necessarie per i controlli o per lo smaltimento delle bottiglie di plastica utilizzate.
"Se venissero fissate tariffe adeguate,- dichiara Pietro Raitano, direttore del mensile Altreconomia- assisteremmo a un riallineamento dei prezzi al consumo, che sarebbero più corrispondenti ai reali costi della minerale. Vedremmo anche meno pubblicità e il bisogno indotto di acqua in bottiglia si ridimensionerebbe, portando il nostro Paese nella media europea. Con il vantaggio di vedere in giro meno camion carichi di bottiglie e meno plastica tra i rifiuti. È giunto anche il momento di ribadire che le esigenze dei cittadini vengono prima di quelle delle aziende imbottigliatrici, alle quali pertanto non dovrà più essere permesso di privatizzare di fatto le fonti togliendo acqua ai cittadini, come invece è accaduto e accade ancora per alcune concessioni, al Nord come al Sud Italia".
Scarica il dossier completo in formato .pdf "Acque minerali: la privatizzazione delle sorgenti in Italia"
Alessandro Pietropinto
A dir poco sconcertante quello che accade nella nostra Basilicata per quanto attiene la questione Acque Minerali. L'oro bianco della nostra terra,ancora una volta, non é valorizzata sotto l'aspetto delle royalities e la Regione non riesce a bloccare i produttori di acque minerali che si sono ingrassati di denaro a scapito delle popolazioni locali che, in pratica, sono rimaste a secco. Ricordo la questione del bacino idrominerario del Vulture che piu volte é stato messo in discussione pur di tutelare la realizzazione della discarica di Atella che resta una bomba, scoppiata, di tipo ecologico. Perché gli amministratori di Atella hanno permesso tutto questo? Chi ci sta dietro alle scelte che hanno garantito maggior tutela alle industrie delle acque minerali? E poi: perché non si concedono più autorizzazioni alla coltivazione di cave, miniere, sorgenti nella zona del bacino idrominerario. Perché tanti vincoli solo per i pochi che appartengono ad un sicuro cartello produttivo? Poi per il petrolio non ci sono regole... E tutto un assurdo. Sembra che ai grandi colossi si può e si deve tutto mentre ai piccoli industriali paesani sia fatto divieto di esplorare altri siti minerari... e non mi riferisco ai titolari di concessioni ma a tutti coloro (imprese) che vorrebbero investire ma che non ci riescono... Cari ragassuoli di altratella... diamo voce a questi problemi e anche all'inquinamento del Torrente Levata ad Atella proprio per grazia ricevuta degli stabilimenti idrominerari de La Francescae poi mi direte se questi nel bacino idrominerario, cui il Torrente apprtiene, è off limits solo per investire e non anche per inquinare!!! Ciaoooo
RispondiEliminaio spero che il comune di atella faccia qualche diavolo di cosa per tutela re il bacino idromileriaro del vulture perchè l'ambiente viene prima del resto dei problemi. il torrente di atella è inquinato ancora delle cassette e delle bottiglie degli stabilimenti acque minerali e la schiuma dei detersivi usati per il lavaggio delle bottiglie d'acqua sono presenti lungo il torrente. fatevi una camminata dalla francesca fino all'ofanto e poi mi saprete dire. ciao e grazie.
RispondiEliminavi do uno spunto di discussione: guardate il sito del comune di atella. dal 1 gennaio il comune è obbligato a pubblicare tutte le determine e tutte le delibere di giunta e consiglio. guardate la delibera di giunta n. 29 ove si fa un lungo e importantissimo elenco degli immobili da dismettere e vendere a privati. noterete che l'ultima parte dell'elenco famoso é stranamente "coperto". vorremmo spiegazioni se si tratta di un problema di errata scansione o se parte del documento è sottratto alla trasparenza amministrativa per motivi che non conosciamo relativi a presunto segreto comunale. siamo alle solite ragazzi. sorvegliate bene. poi devo dire che i dipendenti comunali sanno davvero fare le cose perbene. se guardate gli atti e ele determinazioni dirigenziali si sono visti bene dal pubblicare il contenuto delle stesse. hanno pubblicato solo gli elenchi delle determine e gli oggetti (sommari e poco comprensibili). stranamente si tratta "sempre" di riconoscimenti economici a favore dei dipendenti. pochi in verità. ciao.
RispondiEliminaConosciamo (anche se in parte) le due segnalazioni. Difficile che avremo modo e tempo di approfondirle, comunque, se volete contribuire all'attività di informazione e denuncia di questo blog potete inviare anche voi degli articoli di approfondimento sulle questioni.
RispondiEliminaLi pubblicheremo anche in maniera anonima, tranne in presenza di accuse precise a persone (in tal caso necessita firmare l'articolo).
Per inviare gli articoli e/o dare disponibilità a collaborare contattateci all'indirizzo mail: altratella@gmail.com
Occorre chiedere alla minoranza se sa di questo strano episodio che non si può bollare ne come grave ne tanto memo come mero "errore" di scansione. Aspettiamo gli esiti delle verifiche. Spero solo di vederla ripubblicata per intero. Poi leggetevi quella delibera di approvazione della perizia di variante per la discarica... vediamo se avete anche una segnalazione da verificare su di essa, così come me ne sono accorto io...
RispondiEliminaA proposito delle acque minerali: ho acquistato tre fardelli di acqua Gaudianello "in offerta" ad Atella al costo di euro 1,50/cad pensando di aver fatto un affare! Mi reco a Foggia in un ipermercato e trovo lo stesso fardello a euro 1,00/cad!!! Non vi sembra ingiusto che gli atellani comprano l'acqua minerale spremuta dalle falde del Vulture più di quanto la paghino gli altri italiani? Credo che occorrerebbe anche una tessera di sconto per l'acqua, almeno a tutti i residenti nei comuni dei bacini idrominerari del Vulture. Ciao
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