Sabato scorso, a seguito della nostra manifestazione cui hanno aderito oltre 40 tra associazioni, organizzazioni e comitati, l’ARPAB ha finalmente deciso di pubblicare i dati mancanti relativi al monitoraggio dei pozzi FENICE-EDF tra il 2002 ed il 2007.
Confermano quanto già sospettavamo da tempo, ossia che l’inceneritore inquina l’ambiente da dieci anni. A questo punto è ragionevole pensare che l’inceneritore abbia “mal-funzionato” fin dall’inizio della sua attività.
E’ gravissimo che molti, pur a conoscenza dello stato di inquinamento del sito, abbiamo finora omesso ed occultato una situazione estremamente allarmante come quella che in queste ore si è platealmente delineata.
Nelle dichiarazioni degli ultimi giorni, che si stanno facendo frenetiche sul sito ufficiale Basilicatanet, il Presidente della Provincia LACORAZZA, il Vicepresidente MACCHIA, il presidente della Regione DE FILIPPO e il direttore dell’ARPAB ing. VITA, manifestano finalmente una presa di coscienza su quanto sia grave la situazione.
Ma a differenza di quanto dichiara l’assessore Agatino MANCUSI, riteniamo che la lettura dei dati ufficiali pubblicati da un organo funzionale della Regione stessa, siano leggibili ed interpretabili in maniera inequivocabile.
La popolazione riesce benissimo a comprendere che 7032 ug/l di nickel presente nel pozzo 9 a luglio 2006 è molto maggiore di 20 ug/l, limite massimo consentito dalla Legge. Per quanto attiene gli effetti di questi sforamenti sulla salute dei cittadini della zona Nord Basilicata, rimandiamo l’Assessore MANCUSI ad una attenta lettura di quanto contenuto nella letteratura scientifica internazionale che lui, in qualità di medico, dovrebbe ben conoscere.
Le nostre preoccupazioni erano e sono fondate.
Ci auguriamo che le forze politiche di Lavello, nel prossimo consiglio comunale aperto che si terrà il giorno 22, confermino la posizione condivisa espressa in questi giorni.
Infine supplichiamo Regione, Provincia e Magistratura, preso atto della grave situazione, di intervenire affinché questo scempio venga interrotto anche se con un imperdonabile ritardo. Bisogna bloccare immediatamente l’attività di FENICE-EDF attraverso la revoca della autorizzazione temporanea della Provincia e l’annullamento della procedura autorizzativa AIA del Dipartimento Ambiente Regione Basilicata.
Tratto da comitato "Diritto alla Salute" - Lavello
periodo dal 2002 al 2007
periodo dal dicembre 2007 al gennaio 2011
marzo 2011
maggio 2011
luglio 2011
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