Secondo i lavoratori l’azienda avrebbe rimosso alcuni macchinari
I cancelli dello stabilimento MrDay nella Valle di Vitalba di proprietà della Vicenzi sono nuovamente presidiati dai 150 dipendenti lasciati dall'oggi al domani senza un lavoro dopo dieci anni di servizio. Un moto di protesta nato dallo smembramento della parte meccanica della fabbrica. I costosi macchinari necessari alla produzione dei dolci costituiscono parte integrante dello stabilimento e come sancito dall'accordo ministeriale sottoscritto tra le parti il 19 gennaio non possono essere trasportati all'esterno. Nei giorni scorsi, invece, i lavoratori in stato di agitazione hanno constatato la rimozione e il trasferimento di uno degli impianti deputati alla trasformazione della materia
prima. Si dice che sia una delle macchine facenti parte dell'allegato B dell'accordo ministeriale e quindi non sottoposta a vincoli. Ovvero il solo macchinario importato dalla Vicenzi ad Atella e facente parte dello stabilimento di Como. Gli altri impianti presenti nello stabilimento farebbero capo all'allegato A, quei macchinari che il gruppo Vicenzi ha trovato già presenti al momento dell'acquisto
a seguito del crac Parmalat tre anni fa. Questi ultimi sono, dunque, non rimovibili
almeno fino a quando l'accordo non sarà chiuso. Dal punto di vista dei lavoratori mantenere “pieno” lo stabilimento vuol dire alimentare l'ultima speranza di tornare a lavorare.
Un capannone vuoto, un altro scheletro industriale, non è certo appetibile per
un nuovo imprenditore che voglia investire. Da ciò deriva la protesta dei lavoratori che ancora una volta incuranti delle avverse condizioni climatiche, davvero poco miti, continuano il presidio iniziato ieri mattina per assicurarsi
che dai cancelli non esca nulla. Tutti i giorni fino al 19 marzo, alternati tra due
turni, gli ex dipendenti Vicenzi si daranno il cambio davanti quei cancelli dove hanno trascorso una parte importante della propria vita. Il 19, anche se non ancora ufficiale, sarebbe la data prevista per l'incontro tra le parti presso l'associazione industriale.
L'incontro da cui dipenderà la sorte degli impianti. Una motivazione che
nasce anche dalla sospensione del servizio di sicurezza e dai molti via vai cui i lavoratori hanno assistito. “Hanno già proceduto a smontare gli impianti” dicono i manifestanti.
A portare solidarietà tra i lavoratori nella mattinata di ieri anche il sindaco di
Atella Roberto Telesca e il vicesindaco di Rionero Vito D'Angelo. Presente Giuseppe Romano della segreteria Fai Cisl in rappresentanza anche delle altre sigle sindacali. A fare i turni non solo i lavoratori del luogo ma tutti e 150,
non importa che casa sia a Potenza, Maschito, Venosa, Palazzo San Gervasio, Muro Lucano, ognuno vuole fare la sua parte. «Non riusciamo a stare a casa» confessano «non possiamo stare tranquilli neanche tra le mura domestiche.
E' un dramma anche psicologico e a soffrirne e tutta la famiglia».
Da Il Quotidiano della Basilicata
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