Gran parte della lista dei 730 pubblicata da Vincenzo Visco è ancora on-line. Ecco chi guadagna di più
"E' la stampa bellezza e tu non puoi fare niente", diceva Humphrey Bogart nei panni del giornalista idealista Ed Hutchinson nel film "L'ultima minaccia". Più di cinquant'anni dopo (quel film è del '52) internet ha preso il posto della stampa divenendo il luogo, anzi, il "non-luogo" ideale della libera informazione. L'ennesima prova di questa "rivoluzione" mediatica arriva dalla vicenda dei 730 diffusi on-line dall'Agenzia delle entrate. Poche ore di accesso al database che contiene le dichiarazioni dei redditi di tutti gli italiani sono infatti bastate a generare un tam-tam infinito. Quel database - in attesa degli annunciati «chiarimenti» da parte del Garante della privacy - è ufficialmente inaccessibile ma di fatto i dati sono ancora consultabili on-line attraverso qualsiasi programma "peer to peer". Dunque, i guadagni di attori, sportivi e artisti vari, sono ancora a disposizione dei cittadini.E così si è scoperto che Beppe Grillo , il grande moralizzatore del momento, solo nel 2005 ha portato a casa 4 milioni e 200mila euro. Ora, che sia proprio il guru della libertà del web la vittima numero uno dell'intera vicenda è un dato piuttosto ironico. E che sia proprio lui il più indignato per questa fuga di notizie virtuali è un contrappasso in cui i tanti detrattori del comico genovese stanno felicemente sguazzando. Anche perchè, questo cortocircuito, ha generato una vera e propria protesta da parte degli stessi "grillini". Ma come - c'è scritto nella gran parte dei post pubblicati sul blog del comico - il defensor della libertà delle rete ora ne chiede la censura?Ma, Beppe Grillo a parte, scorrendo le liste pubblicate da Vincenzo Visco si scopre soprattutto che l'Italia è il paese ideale, un vero bengodi, per stilisti, attori, presentatori tv e calciatori. Per quanto riguarda la prima categoria, quella degli stilisti, si viene a sapere che Giorgio Armani dichiara quasi 45 milioni di euro, Domenico Dolce e Silvio Gabbana (titolari del marchio Dolce&Gabbana ) circa 30 milioni a testa e Renzo Rosso , fondatore della linea Diesel , 20 milioni e passa. Il più "povero" della categoria è Roberto Cavalli , fondatore dell'omonima "maison, che dichiara un misero milione e mezzo di euro.Poi ci sono gli sportivi, anzi, i calciatori. Il primo della lista, almeno per quel che riguarda i guadagni del 2005, è Cristhian Vieri . Compenso totale: 22 milioni di euro. A ruota, Francesco Totti , 10 milioni; Paolo Maldini e Alex del Piero 9milioni e Gennaro Gattuso 5 milioni. A seguire Simone Inzaghi , Marco Materazzi , Daniele De Rossi e Alessandro Costacurta , tutti intorno ai 2 milioni di euro.Nella lista dei paperoni ci sono anche gli attori o, più in generale, i personaggi dello spettacolo. La coppia più ricca è quella composta da Maurizio Costanzo e Maria De Filippi : 4 milioni e 200mila euro lui, 3 milioni e 900 lei. Segue Paolo Bonolis con 3 milioni e 800mila dichiarati; Roberto Benigni , 3 milioni e mezzo; Claudio Bisio , 2 milioni e 300mila; Simona Ventura , 1 milione e 600mila e Carlo Conti , poco meno di un milione. Qui, la più povera della categoria è Elisabetta Canalis : "solo" 400mila euro dichiarati nel 2005. Un'annata fiacca per l'ex velina di Striscia la notizia .Poi ci sono i giornalisti. Il più ricco è Giuliano Ferrara , quasi 2 milioni di euro dichiarati. Seguono Enrico Mentana e Ferruccio De Bortoli . Il conduttore di Matrix dichiara 1 milione e 200mila euro e il direttore del Sole 24ore , poco più di un milione. A seguire, ma nettamente distanziati: Paolo Mieli , direttore del Corriere della Sera , 689mila euro; Vera Montanari , direttore di Grazia , 600mila euro; Alfonso Signorini , professione "gossipparo", 400mila euro. Il direttore di Repubblica Ezio Mauro , dichiara invece 460mila euro; quello di Libero , Vittorio Feltri , 500mila e Maurizio Belpietro , direttore di Panorama , 600mila.Diverse, molto diverse, le cifre dei grandi avvocati del belPaese. Dalle migliaia di euro si passa infatti ai milioni. Sergio Erede , dello studio legale Bonelli-Erede-Pappalardo, dichiara 11 milioni di Euro; Franzo Grande Stevens , avvocato degli Agnelli (non per nulla era detto "l'avvocato dell'avvocato"), 6 milioni e 800mila euro e Alessandro Pedersoli , dello Sudio Legale Pedersoli e Associati, 3 milioni 200mila euro.Nella lista dei ricchi d'Italia finiscono anche Umberto Eco , 2 milioni di euro, Umberto Veronesi , fondatore dell'Istituto Oncologico Europeo di Milano e neosenatore del Pd, 1 milione e 800mila euro; Andrea Camilleri , 1 milione e 400mila euro e Daria Bignardi , 600mila euro.E in tutto questo si viene a scoprire che i politici, la categoria più disprezzata e vilipesa d'Italia, sono di gran lunga i personaggi pubblici più "poveri". Silvio Berlusconi escluso (28 milioni e passa mila euro guadagnati nel 2005), il reddito medio dei politici nostrani si aggira intorno ai 250mila euro. Non certo bruscolini, anzi. Eppure siamo molto lontani dai 20 milioni di Cristhian Vieri o i 4 milioni di Beppe Grillo. Tra i leader di partito scopriamo dunque che Walter Veltroni , tra i più ricchi in assoluto, ha dichiarato 376mila euro; Massimo D'Alema , 174mila; Francesco Rutelli , 135mila; Gianni Alemanno , neosindaco della capitale, 188mila e Antonio Bassolino 144mila. Tra i più "poveri", almeno per quel che riguarda i guadagni del 2005, troviamo Nanni Moretti . Solo 71mila euro per il regista di Palombella Rossa e fondatore della casa di produzione Sacher Film. Nel frattempo, arriva la notizia della denuncia al viceministro delle finanza Vincenzo Visco da parte del Codacons, «a seguito dell'irrimediabile violazione della legge sulla privacy e delle leggi 241/90 e 15/2005». Tra i più arrabbiati, l'ex comandante della guardia di finanza Roberto Speciale che non ha perso l'occasione per "criticare" l'operato del suo nemico numero uno: «Ormai, come si dice, la frittata è fatta - sostiene il neodeputato della Pdl - Se si volevano avvelenare i pozzi, e questo era il motivo, i pozzi sono stati avvelenati. Questo è un problema grossissimo che adesso passa nelle mani del governo che si insedierà tra poco». E se dipenderà dal nuovo governo, una cosa è certa: le liste dei 730 saranno sigillate per i prossimo 5 anni.
Tratto da Liberazione
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