altratella.it, che fare?

Abbiamo lanciato l'hashtag #altratellachefare? per decidere insieme cosa può essere domani questo (non-) luogo e spazio. PARTECIPA ANCHE TU! Leggi tutto

La discarica di Atella nel disastro rifiuti lucano

Un'interessantissima video-inchiesta sui rifiuti e il loro smaltimento, analizzando la questione e i suoi sviluppi nell'area del Vulture. E in quest'area ricade anche la discarica di Atella di località Cafaro, discarica che rientra a pieno titolo nell'enorme business legato allo smaltimento dei rifiuti. Leggi tutto

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali, se si applicasse un canone equo (come suggerito dagli autori della ricerca) di 10 euro/mc la nostra regione incasserebbe 9,2 milioni di euro. Leggi tutto

Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

martedì, marzo 31, 2009

Il lavoro è un diritto. Anche nella valle di Vitalba.

Allo stabilimento Mister Day della Vicenzi di Atella gli operai continuano a lottare per un posto di lavoro dignitoso.
Circa 150 gli operai dell'impianto produttivo ex-Parmalat impegnati a difendere il proprio lavoro, impedendo (come negli accordi sottoscritti bilateralmente operai-azienda) che vengano prelevati i macchinari e quindi - come dicono gli operai in un loro comunicato - "...salvaguardare il patrimonio tecnico e tecnologico del sito, poiché, di cattedrali vuote nell'area industriale di Vitalba c'è solo l'imbarazzo della scelta".
Pertanto la famiglia Vicenzi è tenuta a rispettare gli impegni presi, almeno quelli di non sottrarre i macchinari allo stabilimento di Vitalba visto che a quelli di rilancio del sito non ha ottemperato.

Di seguito un video sulla vertenza Mr Day di Atella:


domenica, marzo 29, 2009

Amianto ad Atella!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Due ettari di terreno dismessi dell'ex sito industriale della LUCANA BITUMI SPA e la LUCANA CALCESTRUZZI Srl(lo stabilimento che produceva conglomerato cementizio, prodotti in cemento armato prefabbricato e conglomerato bituminoso), a ridosso delle case degli atellani, bastano per fare stare tranquilli i cittadini del paese che non sanno la situazione ambientale in cui versa il sito dismesso ove regna soltanto degrado e abbandono. Lo sapevate che proprio quei maledetti capannoni sono ricoperti dalla più grande copertura in eternit del territorio di Atella? Per non parlare, poi, dei residui tossici rinvenienti dalla lavorazione dei cementi e del bitume (tutti rigorosamente cancerogeni!!!). Invito tutti i lettori e la comunità locale ad attivarsi almeno con dei striscioni che denuncino lo stato attuale del sito dismesso che é una vera bomba ecologica alle porte del ns. bel paesino dove non si può soltanto campare di ricordi... Occhio dunque cari cittadini di Atella. E mi rivolgo soprattutto al Comune per svegliarlo dal torpore post-elettorale. La luna di miele é finita!!! Caro Roberto, vedi che quella situazione del sito disemsso deve essere risolta con un massiccio interfento di bonifica ambiantale e, io in particolare, avviereri uno screening della salute rivolto a tutti i cittadini di Atella, alla luce anche dell'eco mostro della discarica che, crediamoci, può rivelarsi la nuova Seveso del comprensorio (insieme a Fenice). Saluto tutti i lettori e mi auguro di aver, quanto meno, suscitato il giusto interesse verso il sito segnalato. E quella benedetta/maledetta fontana di acqua minerale? Abbiamo notizie sullo stato di salute della sua acqua? La possiamo bere o no???? Se no, inviterei il Sindaco a metterci un tappo di cemento sopra ed a emettere Ordinanza di divieto di uso delle acque che hanno rinfrescato le panze e le gole di Atellani e non. Ciao a tutti.
Commento di Anonimo

Ringraziamo il compaesano per la segnalazione, ma ricordiamo che la nostra sezione si preoccupò già tempo fa del sito, e denunciò, su un giornalino autoprodotto, la presenza dell'amianto nelle coperture delle struture abbandonate e il rischio conseguente. A riprova di ciò di seguito l'articolo di denuncia.
N:B.La Sinistra atellana ha tra le sue priorità quella di organizzare un'iniziativa per portare all'attenzione dei cittadini e degli enti quello che è il pericolo rappresentato dall'amianto presente nel sito; invitiamo pertanto chiunque a unirsi a noi, a segnalarci novità, ad attivarsi con noi in modo da costruire una battaglia per la salute e l'ambiente, la più efficace e risolutiva possibile.
L'articolo:

Pericolo invisibile
Forza d’animo e coraggio sono sicuramente due doti essenziali per affrontare le vicissitudini della vita ma, ambedue non possono prescindere dalla salute.
Nel mezzogiorno, ad un giovane atellano però, ciò probabilmente non basterà egli avrà bisogno di una salute di ferro e di una temerarietà al limite dell’incoscienza, per affrontare con qualche speranza, le difficoltà che incontrerà qualora scegliesse coraggiosamente di farsi un futuro rimanendo a lavorare nel mezzogiorno e, aggiungo io, per il mezzogiorno.
Ad Atella, almeno apparentemente, sembrano non esserci evidenti fattori di rischio per la salute, fatta esclusione del triste contributo versato sulle strade spesso proprio dai più giovani.
Apparentemente perché alle volte ciò che potrebbe essere pericoloso non lo è in maniera del tutto manifesta o comunque la percezione della sua pericolosità non è così immediata e sentita.
E’ il caso dell’amianto (o asbesto), minerale le cui fibre sono 1300 volte più sottili di un capello umano e che, se respirate, provocano l’asbestosi, patologia alla quale possono associarsi, il mesotelioma della pleura e dei bronchi, ambedue tumori maligni inguaribili e mortali.
Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione delle fibre d’ amianto nell’aria non è pericolosa, infatti l’inalazione di una sola fibra può causare il mesotelioma e altre patologie mortali.
Non è un caso che l’asbestosi sia la malattia per la quale l’INAIL ha riconosciuto e paga il maggior numero di indennità di invalidità.
Il problema è che le patologie legate all’amianto hanno un periodo di latenza che varia dai 25 ai 40 anni, per questo motivo la pericolosità legata al materiale, come già scritto sopra, non è percepita come un fattore di rischio reale.
L’utilizzo dell’amianto si perde nella notte dei tempi, lo usavano infatti già i persiani e i romani, ma la sua ascesa si ebbe dal 1900, quando fu utilizzato per realizzare elementi di fibrocemento meglio noto come Eternit, dal nome del maggiore produttore.
A partire dagli anni ’50 fino agli ’80 con l’eternit si produceva di tutto e il suo impiego spaziava in tutti i campi dall’edilizia alla meccanica, dalla componentistica fino alla produzione delle sedie.
Del resto, a 14 anni dall’entrata in vigore in Italia della legge che lo metteva al bando, per via dei suoi terribili effetti cancerogeni, si stima che in Italia esistano ancora 2,5 miliardi di metri quadri di lastre in cemento amianto da rimuovere.
Nel frattempo il numero delle vittime continua a crescere al ritmo di 4 mila l’anno solo nella Penisola e di 100 mila nel mondo, cifre destinate ad aumentare notevolmente se si calcola che il picco di mortalità arriverà intorno al 2025 o anche oltre.
La legge è quella del 27 marzo 1992 n. 257, attraverso la quale sono state vietate in Italia l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione d’amianto o di prodotti contenenti amianto.
I residui di questo materiale, tuttora presenti in molti edifici pubblici e privati, devono essere rimossi e smaltiti o, se ancora possibile, bonificati.
La presenza di materiale costituito da amianto non è di per se pericolosa, infatti se il materiale è in buone condizioni non rappresenta un rischio per la salute, al contrario, quando le superfici di eternit dei capannoni diventano friabili o iniziano a sfaldarsi a causa di agenti esterni quali pioggia, cicli di gelo e disgelo o urti è necessario e obbligatorio per legge rimuoverli, o quantomeno bonificarli.
Purtroppo la legge del ’92 resta ancora in larga parte disattesa, benché grandi quantità di amianto siano state rimosse ne restano in giro per l’Italia più di 30 milioni di tonnellate.
A questo punto vi sarete sicuramente chiesti cosa centri tutto questo con Atella e i suoi giovani, la risposta la si può trovare in un’altra domanda: qual è nel nostro paese la più estesa, vetusta, danneggiata e degradata superficie in eternit, in poche parole, quella potenzialmente più pericolosa?
La risposta è lo stabilimento ormai dismesso di bitumi della LUCANA BITUMI SPA e la LUCANA
CALCESTRUZZI Srl (entrambe in stato di fallimento)che, come noto, è situato a pochissimi metri dal campo sportivo.
Chiunque può verificare personalmente che le coperture di quello stabilimento giacciono ormai da anni danneggiate pericolosamente e in pessimo stato, rappresentando un serio rischio per i frequentatori del campo sportivo oltre che per i numerosi residenti della zona.
E’ paradossale che i giovani che frequentano il campo sportivo, la quasi totalità degli atellani non essendoci alternative, anche con l’intento di tenersi in forma, finiscano inconsapevolmente con il compromettere la propria salute.
Ancor più paradossale se penso, all’indiscutibile sensibilità già dimostrata dall’amministrazione, in occasione della rimozione di alcuni prefabbricati anch’essi con coperture in eternit, svolta avendo molta premura di delimitare la zona con minacciosi nastri recanti scritte che ammonivano del pericolo amianto.
Poco importa poi, se i fabbricati fossero vicini al cimitero e quindi grossi rischi di salute non si correvano.
Sono consapevole che l’ex bitumi sia un edificio privato, e per quanto tale, del fatto che vi saranno sicuramente maggiori difficoltà nel prender provvedimenti, ma sono altresì convinto che l’amministrazione o chi per essa debba e possa intervenire al fine di tutelare la salute dei suoi giovani e nel bene di tutti i vicini residenti.
Ritengo necessario che sia fatta chiarezza, e a questo scopo cercherò delle risposte ed eventualmente l’intervento dell’amministrazione e delle autorità competenti.

Donato Pietropinto

sabato, marzo 28, 2009

CGIL E FLAI DENUNCIANO IL COMPORTAMENTO DELLA VICENZI

27/03/2009 17.29.28
[Basilicata]

Il segretario generale della CGIL Basilicata, Antonio Pepe, ed il segretario provinciale della FLAI, Vincenzo Esposito, denunciano il comportamento della Vicenzi che, incurante della situazione di mobilitazione nella quale versano i 147 lavoratori in cassa integrazione dello stabilimento di Atella, hanno tentato, oggi pomeriggio, di forzare il blocco per prelevare macchinari e materiali dal sito industriale.I segretari invitano la proprietà ad evitare atteggiamenti provocatori ed unilaterali, come quello del direttore dello stabilimento che ha notificato unilateralmente l’intenzione di prelevare i macchinari, convocando le RSU alla presenza delle forze dell’ordine.

giovedì, marzo 26, 2009

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

L'Italia sta franando. Frana la terra ostruendo le strade, frana il rispetto dei rappresentanti istituzionali nei confronti dei cittadini, frana la coscienza civile di tutti noi facendo posto all'indifferenza, al cinismo, al vuoto. La farsa mediatica a cui assistiamo quotidianamente da inermi spettatori come un bravo chirurgo taglia e asporta pezzi della nostra mente. Una lobotomia volontaria che ci rende nello stesso tempo incapaci e non colpevoli. Oggi Atella commemora i suoi caduti in guerra in occasione della ricollocazione del monumento ad essi dedicato, attendiamo con ansia il momento in cui la Giunta comunale si occuperà anche dei suoi cittadini in vita. Tanto per fare un esempio, ma è solo un suggerimento innocente, potrebbe interessarsi della frana a meno di un km da Atella sulla strada statale 93, frana che ha interamente occupato una delle due carreggiate.
La pericolosità del tratto di strada in questione è a conoscenza di tutti coloro che percorrono la Statale, possiamo dire che questo è il primo caso di “incolumità del cittadino”affidata alla dea bendata, in quanto per continuare a vivere bisogna sperare di non incrociare un Tir ( la frana è in piena curva e la visuale è pari a zero). Nulla importa di tutto ciò ai nostri rappresentanti al Comune, alla Provincia, alla Regione, loro, si sa, si spostano in elicottero e quindi pazienza se qualcuno ci lascia le penne, siamo in troppi su questo pianeta!! Ma è così difficile, mi chiedo, trovare una soluzione(possibilmente prima che ci scappi il morto)? Non pretendiamo che la frana venga rimossa e la strada resa percorribile in entrambi i sensi di marcia, per carità! Sappiamo che ci vogliono almeno 5 o 6 anni per accorgersene, altri 3 o 4 per decidere quale Ente deve occuparsi della cosa, 10 minuti per assegnare l'appalto e altri 6 o 7 anni per la realizzazione.... A noi basterebbe che il tratto di strada venisse chiuso e il traffico deviato, in attesa che la frana si ritiri da sola.


Un viaggiatore stanco

martedì, marzo 24, 2009

Prove di primavera

Una calda primavera del cuore, a dispetto di un clima che di primaverile, eccetto l’indicazione del calendario, aveva ben poco. Una primavera delle intenzioni, della passione viva, del ritrovarsi collettivamente. Del “prendersi per mano e darsi coraggio”, come ha ricordato dal palco il governatore pugliese Nichi Vendola. Del riscoprirsi “comunità” incarnata di nuovi bisogni e nuove rabbie.
In una piazza Farnese sfregata da un vento gelido e inatteso, in migliaia sabato scorso hanno voluto dare corpo e fiato all’appuntamento che segna l’apertura della campagna elettorale di Sinistra e libertà, il nuovo progetto politico che raccoglie lo sforzo unitario di una sinistra privata dallo scorso aprile della rappresentanza politica in Parlamento. Movimento per la Sinistra - l’area di Rifondazione Comunista fuoriuscita dal partito guidato da Paolo Ferrero e coordinata da Vendola - Sinistra Democratica, i Verdi di Grazia Francescato, il Pdci di Belillo e Guidoni e i socialisti di Riccardo Nencini: un caleidoscopio “rosso-verde”, chiamato a riscrivere un’agenda politica all’altezza delle sfide del tempo presente.
E a farlo prendendo in prestito le parole di quel popolo di sinistra largo e plurale rimasto orfano del proprio “lessico familiare”. Alle porte, il 7 giugno prossimo, c’è la tornata delle europee e delle amministrative, con il quorum per Strasburgo fissato al 4% a dettare i tempi e la portata della sfida: quella di cominciare fin da subito a ritessere insieme i mille fili dispersi della sinistra diffusa, infragilita e spiazzata dalla potente egemonia culturale consolidata dalla destra, al governo e nella pancia del paese. Una manifestazione intitolata suggestivamente ‘’la Primavera della Sinistra'’, con Moni Ovadia, artista e primo testimonial del desiderio di spalancare i cantieri di un’inedita avventura politica, a scandire gli interventi dal palco. A prendere la parola, inframmezzati ai leader politici, l’attore e poeta Pippo Delbono, il regista Mimmo Calopresti e la giornalista Giuliana Sgrena. “Presto non saremo più un cartello elettorale, ma un grande partito della sinistra”: questo l’auspicio di Claudio Fava, segretario di Sinistra democratica, a cui ha fatto eco la Francescato, convinta che la nuova formazione politica riuscirà certamente ‘’a rispettare le diversità e a comporre insieme sensibilità differenti'’. Moratoria sui licenziamenti e detassazione della cassa integrazione: questa la ricetta che Vendola ha proposto dal palco nel suo intervento conclusivo. “C’è bisogno - ha chiarito il governatore della Puglia - di più sinistra. La gente vive con angoscia e paura. La sinistra deve tornare come fabbrica della speranza e della libertà”. Vendola ha poi attaccato il governo Berlusconi sottolineando l’intenzione della destra di rendere meno drastiche le norme sulla sicurezza sul lavoro in un paese dove ci sono 1.300 morti l’anno”. Secondo il leader del Movimento per la sinistra, “da quando la sinistra è scomparsa dal Parlamento il nostro paese ha fatto molti passi indietro”. “Non è il tempo - ha concluso - del centrosinistra, ma il tempo della sinistra”. La primavera, questa primavera, è appena cominciata.


da movimentoperlasinistra.it

Di seguito il video della presentazione di Sinistra e libertà in piazza Farnese sabato 21 marzo:


sabato, marzo 21, 2009

Daramic e Mister Day: cigs siglata

Dal ministero arrivano i decreti attuativi per il primo anno di ammortizzatori sociali
Ma non su firma per la reindustralizzazione di Vitalba

Viaggiano quasi parallele le vite di due stabilimenti lucani che ultimamente hanno dovuto affrontare il problema del calo di produzione. Il ministro del Lavoro ha firmato ieri i decreti attuativi per il primo anno di cassa integrazione straordinaria per i 137 lavoratori dello stabilimento di Tito Scalo della Daramic e per i 153 del sito di Atella della Mister Day (ex Parmalat).La Daramic, società del gruppo Polypore, ha deciso di cessare la produzione di separatori in plastica lo scorso ottobre. La Mister Day di Atella, azienda del gruppo alimentare Vicenzi, ha invece interrotto l'attività a partire dall’inizio del 2009. Gli accordi per la cassa integrazione biennale, in entrambi i casi, sono già stati sottoscritti nelle scorse settimane presso il ministero del Lavoro. Con la firma dei decreti per il primo anno, gli ammortizzatori sociali diventano effettivi dal 1 gennaio al 31 dicembre 2009: «Gli atti – ha spiegato il segretario generale provinciale di Potenza della Cgil, Allegretti - danno sicurezza ai lavoratori per la prima parte del percorso. Ora si tratta di applicare le altre parti degli accordi sulla reindustrializzazione dei due siti e sulla ricollocazione degli operai».


Le cose si stanno muovendo, in direzione del sito industriale nella Valle di Vitalba ex Vicenzi. Ieri, oltre alla firma del decreto attuativo della cigs da parte del ministero, anche l’incontro in Regione tra, azienda, parti sociali e enti locali, per procedere finalmente alla firma dell’accordo base per la reindustrializzazione del sito. Il primo passo del processo previsto per l’ attuazione della legge regionale n°28 del 2007 per portare nuovamente in attività lo stabilimento.
Questa mattina alle 10 è, invece, previsto in Confindustria un incontro tra Regione, gruppo Vicenzi, sindacati e lavoratori per definire l’accordo sulla mobilità. Passi avanti si stanno compiendo ma i lavoratori, protagonisti assoluti
di questa vertenza e senza lavoro dal primo gennaio, sono cauti. Le notizie sono buone ma è meglio andare con i piedi ben saldi sul terreno considerando che l’accordo anche se già stilato non è stato ancora firmato dalle parti. Un ulteriore rinvio che si dovrebbe risolvere nelle prossime 24 ore. Non resta che sperare. La firma nei fatti non c’è. Ci sarebbero dei procedimenti tecnici da accertare sullo stabilimento, alcuni approfondimenti da verificare sia da parte
dell’azienda che da parte della Regione in riferimento alla diffida della procura
di Melfi che pende sulla Vicenzi.
Tutto è rinviato dunque, ma sembrerebbe che ci siano tutti i presupposti
necessari alla sottoscrizione. La cosa certa è che l’accordo una volta sottoscritto
presso l’assessorato alle Attività Produttive della Regione costituisce un punto fermo chiesto a viva voce già da tempo dai lavoratori.
Un atto fondamentale che prescinde da qualsiasi altro documento. Con questa firma concretamente la Vicenzi lascia lo stabilimento mettendolo a disposizione
della Regione per consentire l’avvio delle procedure che permetteranno la reindustrializzazione del sito. Status fondamentale per poter procedere è il rispetto dell’accordo ministeriale sottoscritto a Roma tra le parti il 19 gennaio.
Nel documento ministeriale si distingue negli allegati A e B tra i macchinari
che la Vicenzi ha portato nello stabilimento della Valle di Vitalba e i macchinari
preesistenti il suo arrivo. Questi ultimi sono impianti indispensabili al funzionamento della fabbrica dolciaria. I lavoratori, giustamente, rivendicavano
questi ultimi macchinari come parte integrante dello stabilimento, li ritengono
da sempre come non soggetti alla volontà di trasportarli altrove da parte
del gruppo imprenditoriale in cessazione di attività.
Con la firma i lavoratori chiedono che gli impianti appartenenti sin dall’inizio
allo stabilimento vengano messi a disposizione della Regione come parte integrante. Un passo importante che sancirebbe l’apertura a nuovi altri possibili
imprenditori interessati all’acquisto. Le intenzioni, comunque, sembrano essere
buone, gli intenti comuni.
L’accordo nei fatti c’è già, le speranze di tutti si riversano su questa firma
tenendo conto che un capannone vuoto non sarebbe più appetibile per nessun
imprenditore e 150 famiglie sarebbero rimaste letteralmente in mezzo alla
strada. Intanto il presidio davanti i cancelli continua incessante notte e giorno
fino alla concretizzazione dell’accordo.
Da Il Quotidiano della Basilicata

giovedì, marzo 19, 2009

Irresponsabilità Pontificia

“Non usatelo, Dio non vuole”. Dio? Quanto vale quel dio e quanto valgono le parole di papa Ratzinger contro l’uso dei preservativi? Mille morti? Diecimila? E quanti futuri ammalati nel mattatoio Africa, un milione? Dieci milioni?
Ma in quale orribile Dio crede questo papa tedesco? Un Dio capace di barattare l’uso di un sacchetto di plastica (il terribile “preservativo”) con la sofferenza di donne, uomini, bambini disidratati dal male, uccisi lentamente, notte dopo notte, mese dopo mese, nei tuguri e nei cronicari, tra la polvere dei villaggi?

Il solo dio capace di tanta vanitosa crudeltà è l’uomo. Peggio ancora se bianco. E ricco. E padrone delle vite altrui. E servilmente servito, nutrito, riscaldato. E talmente tormentato dall’ossessione sessuale, di maschio padrone dei mostri notturni, da attribuirla alla propria proiezione celeste, come se da quella siderale distanza, un qualunque dio si chinasse a controllare, oltre ai sentimenti di uomini e donne, anche le tecniche dell’amore, le posizioni, le intenzioni, frugando tra le lenzuola fino all’ultima verifica, al confine tra i sommersi e i salvati: il lattice del preservativo.

E’ lo stesso dio dis/umano che permette la fame, la guerra, la malattia. L’infelicità dei nati storpi. Le multiple ignoranze e crudeltà che consentono di lapidare una donna, riabilitare un tale Williamson, il vescovo che se ne frega dell’Olocausto, e poi naturalmente di fulminare gli omosessuali, sterminare i miscredenti, bruciare, imprigionare, distruggere. Ma che trova sempre il tempo - tra le fiamme del mondo, quando viene sera - di scendere tra noi, controllare quel pezzetto di plastica (“guai a voi”), sfilarlo, e poi godersi le conseguenze, declinate in milioni di pianti e vite.
Pino Corrias

lunedì, marzo 16, 2009

Video-documentario sulla valle di Vitalba

E' in realizzazione un video-documentario sulla valle di Vitalba.
Dalle origini, le fabbriche che si sono insediate, quelle che sono subentrate, fino a quelle che hanno chiuso...

Chiunque volesse partecipare alla realizzazione con testimonianze, materiali, denunce, proposte...può contattarci all'indirizzo mail: altratella@gmail.com o chiamare il numero di cellulare 3408265645.


Con l'aiuto di sindacalisti, operai/ie ed ex operai/ie cercheremo di ripercorrere la storia della valle di Vitalba: la sua iniziale destinazione agricola, la sua conversione post-terremoto a zona industriale a suon di soldi pubblici.Soldi pubblici per gli imprenditori che dal nord Italia delocalizzavano la propria produzione al sud...

Poco più di un decennio di attività per la zona industriale di Vitalba, poi l'area collassa: chiude la IBM Baribbi, la Filatura di Vitalba...ultimo la MrDay/Vicenzi o ex Parmalat e centinaia sono gli operai/ie con le rispettive famiglie che restano disoccupati.

Quale vocazione per questa valle, quale futuro?

venerdì, marzo 13, 2009

VOL.A. vince!

I ragazzi dell'associazione VOL.A., volontari per l'ambiente, nei giorni scorsi hanno organizzato un appuntamento(in biblioteca) nel quale hanno illustrato quali sono le linee programmatiche, ma soprattutto i progetti pratici, che, non appena possibile, intendono mettere in campo nell'anno in corso.
Due progetti in particolare hanno colpito immediatamente e positivamente gli ospiti invitati e tutti i presenti in sala per le immediate ricadute che avrebbero su molteplici aspetti della comunità atellana, ed in particolare per l'esiguità di risorse che richiederebbe la loro messa in pratica.
Si tratta di due progetti interessanti per il portato valoriale e per la necessaria collaborazione e socializzazione che presuppongono, per i quali il ruolo principale nell'ottenimento o meno dell'obbiettivo, non sarà deciso dall'entità dell'importo del contributo elargito dall'ente di turno, bensì dalla capacità operativa e di organizzazione che l'associazione saprà mettere in campo nel gestire le preziose risorse umane di cui dispone.
Ma passiamo alla loro descrizione: con il primo progetto, l'associazione intenderebbe attuare una bonifica-riforestazione-inerbimento di terreni comunali abbandonati o trascurati subito limitrofi al centro abitato di Atella e delle sue frazione, con particolare attenzione alle zone e ai luoghi in cui il degrado si presenta più vistoso o arriva a costituire fonte di pericolo.
E' evidente la economicità così come l'immediata ricaduta positiva in termini di immagine e di miglioramento della qualità della vita che una operazione di questo tipo produrrebbe sui luoghi coinvolti.
L'operazione, inoltre, riparerebbe in parte alla violenza perpetrata sui nostri territori da anni di deforestazione incontrollata e selvaggia, frutto di scarsa sensibilità ambientale ma soprattutto di politiche agricole sbagliate se non del tutto fallimentari.
La seconda iniziativa ancor più economica della prima che i ragazzi di VOL.A. vorrebbero realizzare è un'opera di sensibilizzazione-accompagnamento dei privati cittadini al passaggio da una raccolta dei rifiuti di tipo indifferenziata ad una ben più auspicabile differenziata.
Questa seconda iniziativa si rivelerebbe ancora più necessaria, utile ed efficace qualora il comune si decidesse di attuare la raccolta differenziata col metodo del porta a porta.
La Sinistra atellana spera che l'entusiasmo verde che anima i ragazzi dell'associazione VOL.A possa presto contagiare e coinvolgere la nostra cittadina in un benefico delirio collettivo ecologista.


Ps: Parecchio gradite dai ragazzi dell'associazione e da tutti i presenti sono state le ripetute scuse con le quali il capogruppo dell'amministrazione prendeva le distanze e chiedeva scusa per “quanto accaduto” nel precedente incontro pubblico dell'associazione.
Smentendo la prassi arrogante a cui spesso la politica ci ha abituati ed anzi dimostrando, cosa rara, coraggio e grande onestà intellettuale in una parola sola: il volto umano della politica.

giovedì, marzo 12, 2009

La Vicenzi mette a disposizione lo stabilimento

(AGR) - A seguito della cessazione dell’attività del sito della Vicenzi ad Atella (a partire dal primo gennaio) il dipartimento regionale alle Attività produttive ha chiesto all’azienda la formalizzazione della messa a disposizione dello stabilimento per l’avvio delle procedure di reindustrializzazione ai sensi dell’art. 17 della legge regionale (n. 28/2007). L’azienda ha comunicato la disponibilità a concedere lo stabilimento per l’attivazione delle procedure e precisato telefonicamente di aver trasferito unicamente i macchinari inseriti nell’elenco riportato nel verbale sottoscritto con le organizzazioni sindacali (accordo siglato lo scorso 19 gennaio presso il Ministero del Lavoro) e sottolineato che tutti gli altri macchinari presenti nel sito non saranno oggetto di trasferimento. La procedura prevede la sottoscrizione di un accordo base per la reindustrializzazione del sito, come previsto dalla legge regionale, che rappresenta il primo atto di tale processo. L’accordo base sarà sottoscritto dalla Regione con l’azienda, le parti sociali e gli enti locali.

venerdì, marzo 06, 2009

Ex Vicenzi, continua la mobilitazione

Secondo i lavoratori l’azienda avrebbe rimosso alcuni macchinari

I cancelli dello stabilimento MrDay nella Valle di Vitalba di proprietà della Vicenzi sono nuovamente presidiati dai 150 dipendenti lasciati dall'oggi al domani senza un lavoro dopo dieci anni di servizio. Un moto di protesta nato dallo smembramento della parte meccanica della fabbrica. I costosi macchinari necessari alla produzione dei dolci costituiscono parte integrante dello stabilimento e come sancito dall'accordo ministeriale sottoscritto tra le parti il 19 gennaio non possono essere trasportati all'esterno. Nei giorni scorsi, invece, i lavoratori in stato di agitazione hanno constatato la rimozione e il trasferimento di uno degli impianti deputati alla trasformazione della materia
prima. Si dice che sia una delle macchine facenti parte dell'allegato B dell'accordo ministeriale e quindi non sottoposta a vincoli. Ovvero il solo macchinario importato dalla Vicenzi ad Atella e facente parte dello stabilimento di Como. Gli altri impianti presenti nello stabilimento farebbero capo all'allegato A, quei macchinari che il gruppo Vicenzi ha trovato già presenti al momento dell'acquisto
a seguito del crac Parmalat tre anni fa. Questi ultimi sono, dunque, non rimovibili
almeno fino a quando l'accordo non sarà chiuso. Dal punto di vista dei lavoratori mantenere “pieno” lo stabilimento vuol dire alimentare l'ultima speranza di tornare a lavorare.
Un capannone vuoto, un altro scheletro industriale, non è certo appetibile per
un nuovo imprenditore che voglia investire. Da ciò deriva la protesta dei lavoratori che ancora una volta incuranti delle avverse condizioni climatiche, davvero poco miti, continuano il presidio iniziato ieri mattina per assicurarsi
che dai cancelli non esca nulla. Tutti i giorni fino al 19 marzo, alternati tra due
turni, gli ex dipendenti Vicenzi si daranno il cambio davanti quei cancelli dove hanno trascorso una parte importante della propria vita. Il 19, anche se non ancora ufficiale, sarebbe la data prevista per l'incontro tra le parti presso l'associazione industriale.
L'incontro da cui dipenderà la sorte degli impianti. Una motivazione che
nasce anche dalla sospensione del servizio di sicurezza e dai molti via vai cui i lavoratori hanno assistito. “Hanno già proceduto a smontare gli impianti” dicono i manifestanti.
A portare solidarietà tra i lavoratori nella mattinata di ieri anche il sindaco di
Atella Roberto Telesca e il vicesindaco di Rionero Vito D'Angelo. Presente Giuseppe Romano della segreteria Fai Cisl in rappresentanza anche delle altre sigle sindacali. A fare i turni non solo i lavoratori del luogo ma tutti e 150,
non importa che casa sia a Potenza, Maschito, Venosa, Palazzo San Gervasio, Muro Lucano, ognuno vuole fare la sua parte. «Non riusciamo a stare a casa» confessano «non possiamo stare tranquilli neanche tra le mura domestiche.
E' un dramma anche psicologico e a soffrirne e tutta la famiglia».


Da Il Quotidiano della Basilicata

giovedì, marzo 05, 2009

Atella potrebbe?