Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

mercoledì, novembre 19, 2008

VOL.A. vive

E' una tranquilla domenica pomeriggio di metà novembre così decido di fare due passi, quando giunto in fondo al corso principale di Atella una inconsueta folla davanti alla biblioteca attira la mia attenzione.
Un folto gruppo di ragazzi in una divisa verde a me sconosciuta, affolla l'ingresso della struttura.
Tra quei ragazzi non mi sembra di riconoscere nessun volto familiare, nonostante ciò le loro facce sono facce pulite, serene e rassicuranti che ispirano un'immediata e disarmante sensazione di fiducia.
Di essi mi colpiscono soprattutto i loro occhi che appaiono animati da un'incontenibile vivacità e da una spassionata e disinteressata volontà positiva.
Prima ancora di riuscire a razionalizzare quelle invadenti sensazioni, scopro che l'iniziativa sta iniziando e finalmente scorgo seduti al tavolo dei relatori alcuni volti conosciuti, ovvero quelli di alcuni politici, tra i quali il vicesindaco.
Scopro di essere, al di là dei ragazzi dell'associazione, l'unico ospite, tanto che nei miei pensieri comincia ad insinuarsi il sospetto di essere fuori luogo in quanto potrebbe anche trattarsi di una riunione aperta ai solo soci.
Quindi decido di uscirmene quatto quatto, in maniera da passare il più possibile inosservato, ma la cosa si rivela fin dai primi passi un'impresa impossibile, a causa di quella maledetta giacca blu che proprio quella sera avevo deciso di indossare e che faceva si che in quel mare di verde risaltassi come un uomo in un bagno per sole donne. Per fortuna sopra un tavolo all'uscita noto un volantino sul quale leggo: il circolo “VOL.A.” (è lo stesso acronimo che leggevo sulle divise dei ragazzi) volontari per l'ambiente del comune di Atella organizza alle ore 16:00 del giorno 16/11/2008 un incontro pubblico (respiro di sollievo) sul tema <Ambiente e Territorio>. Il volantino mi rassicura dispensandomi da quella presunta brutta figura.

Il volantino dell'iniziativa


Decido allora di rimanere, spinto dalla fiducia ispiratami da quei ragazzi e dall'interesse che nutro per il tema della serata.
Dopo circa mezz'ora in cui i relatori avevano adempito alle tipiche formalità di queste occasioni, il coordinatore comincia a parlare di ambiente.
Lo fa con la padronanza e la conoscenza di chi l'ambientalismo c'è l'ha nel sangue, forse fin dalla nascita, probabilmente conferitogli da un particolare cromosoma verde o da un virus difficile da debellare e particolarmente contagioso.
Lo fa toccando tutti i temi: ecosostenibilità, beni comuni, energie rinnovabili, economie locali (agricoltura ed allevamento), riciclaggio ed annesse discariche ed infine il parco naturale, il tutto con la ovvia e scontata posizione di un'associazione ambientalista che, con molta onestà, confessava e riteneva di non avere necessariamente la verità nelle proprie mani.
Per tutta quella mezz'ora, esclusa l'associazione stessa, io ero rimasto l'unico ospite arrivato, il che mi rammaricava profondamente, ma per fortuna solo poco più tardi arrivarono due ragazzi che conosco ed un uomo subito salutato dai presenti come assessore dell'amministrazione.
Ma proprio mentre il relatore si apprestava a concludere il suo interessante discorso, veniva interrotto dal nostro vicesindaco perché a suo dire di questi ultimi due temi (discarica e parco) non si doveva parlare in quanto(riteneva lui) non era quello il contesto giusto, non era informato a riguardo e non si aspettava si trattasse di quelle tematiche e che comunque quella era e doveva rimanere “l'inaugurazione di un'associazione”. Il tutto pronunciato con un'escalation di toni degni del peggior dittatore, con parole intrise di un'inaccettabile arroganza e con quell'aria minacciosa e intimidatoria che prelude a nulla di buono.
L'uscita del vicesindaco con quei toni e in quei termini lascia tutti, ma proprio tutti, assessore compreso, increduli e costernati.
Avvertivo che dalla bocca del vicesindaco, assieme a quelle parole espresse in quei toni, proveniva un vento gelido che per qualche istante vibrò quella fiamma di vitalità e passione che animava gli occhi di quei ragazzi.
Per qualche momento quelle parole fredde come il ghiaccio raggelarono l'intera biblioteca cristallizzandone all'istante i presenti.
Sciolto il ghiaccio quelle facce non mostravano più stupore e costernazione, ma si erano trasformate e su di esse si manifestava con tutta evidenza l'espressione di sdegno e disapprovazione che quell'improvvida ed inaccettabile uscita-scenata non poteva non provocare.
La rabbia e il risentimento erano comprensibili per quei ragazzi, che in quel momento si sono visti rovinare la festa più importante dell'anno, quella che si attende per tanto tempo con ansia.
Decido, allibito ed incredulo, di uscire di sala e chiedo ad uno dei ragazzi di accompagnarmi.
Non riuscivo a trovare nulla che potesse giustificare la violenza dei toni con i quali il vicesindaco aveva deciso di censurare quell'intervento, se non con l'inadeguatezza dell'amministratore a ricoprire quel ruolo, in quel momento.
Non riuscivo a spiegarmi come un amministratore potesse non solo pensare, ma addirittura pretendere con inaccettabile perentorietà che in un'iniziativa promossa da un'associazione ambientalista con il tema “ Ambiente e Territorio”, non si accennasse a tematiche quali quella del parco regionale e quella della raccolta differenziata ed annesso tema della discarica.
Sarebbe come chiedere al preside di un liceo, che si appresta ad inaugurare l'anno scolastico, di non accennare in nessun modo alla scuola nel suo discorso o come chiedere ad un professore di matematica di spiegarla senza utilizzare formule e numeri.
O forse il vicesindaco si aspettava che in quell'occasione un'associazione ambientalista, che affronta il tema specifico (e specificato) dell'ambiente e del territorio, parlasse dell'isola dei famosi? o, meglio ancora, dei risultati delle partite (dopotutto era domenica pomeriggio)?!
E invece i ragazzi di VOL.A., volontari per l'ambiente, si ostinavano a parlare di ambiente, che sciocchi. Si sono forse dimenticati di vivere in Italia?
Forse il vicesindaco avrebbe preferito ancora di più un bel rinfresco dato che, sue testuali parole “mi aspettavo l'inaugurazione di un'associazione”.
Dopo qualche minuto ripresomi dallo shock decido di farmi coraggio e di tornare in sala ma ai miei occhi si presenta una situazione ancora più surreale: l'assessore, afferrato per il collo un ragazzo appena sopraggiunto, lo aveva incollato al muro (ne ignoro la motivazione, può esisterne una?). Probabilmente reputando la biblioteca troppo scarna, aveva deciso di arricchirne l'arredo.
Per fortuna l'intervento dei ragazzi dell'associazione rimediava alla scena raccapricciante.
A quel punto mi convinco che non può che essere tutto un sogno, non può trattarsi di realtà, così rasserenato chiedo all'amico di fianco a me, ancora basito per la scena dell'arredo, di darmi un pizzico, ma a quel gesto segue una sensazione di dolore che scorrendo lungo il braccio rimbalza nel mio cervello rivelandomi la tragica realtà di quei momenti apparentemente surreali.
Decido comunque di proseguire e di ritornare in sala, lì trovo il vicesindaco che assediato dagli sguardi segnati dallo sdegno, dalla riprovazione e dal risentimento causati dalla sua immensa cantonata, cercava una vile ritirata in meschine scuse del tipo che il problema, in fondo, non era che si parlasse di discarica, ma che lo si facesse chiamandola “pattumiera”.
Così l'improvvido amministratore si trasformava in un ancora più improbabile esperto semiologo, e questo prodigioso trasformismo lo interpretava con tale convinzione ed autorevolezza da apparire come un veterano socio dell'Accademia della Crusca.
Desisto dall'assistere a quel pietoso teatrino tragicomico, ma ero tremendamente incuriosito dalla contestazione filologica dell'amministratore.
Per cui torno a casa e decido di consultare il dizionario, ma non mi affido all'umile Garzanti da 270.000 lemmi che ho in camera bensì decido che in questa difficile e complicata disputa sia il caso di scomodare il vecchio, impolverato ed imponente G.Devoto-G.C.Oli, che, sono sicuro, può fornirmi le spiegazioni di tutta quella semiologica ira, quel semantico zelo che aveva spinto il mio amministratore a scagliarsi contro il significato della parola “pattumiera”, nonostante fosse apparso subito chiaro a tutti.
Sfoglio il vecchio vocabolario, 2 volumi, 5 kg ciascuno, per un totale di 5000 pagine e 400.000 lemmi e leggo testualmente:s.f. Recipiente per raccogliere la spazzatura.
Non può essere, vedo pattume, il lemma che lo precede e leggo:1Immondizia, spazzatura.2Melma, fango.
Vorrei convincermi che le competenze in fatto di semiotica del nostro vicesindaco siano comunque maggiori anche degli Emeriti Giacomo Devoto e Giancarlo Oli ma il mio cervello si oppone strenuamente e cerca inconsciamente di farmi capire che è una bizzarra forzatura.
Bilancio della serata: un'occasione culturale e di incontro nella quale ricucire gli strappi di una comunità sempre più lacerata dall'individualismo, immolata sull'altare della miseria politica locale, ed un'intera associazione, oltre una dozzina di ragazzi, mortificati e sconvolti da uno spettacolo indecente.
Avrei voluto abbracciare ciascuno di quei ragazzi dell'associazione VOL.A, lo faccio adesso idealmente, per comunicare loro la stima e l'apprezzamento mia e, sono sicuro, di tutta la cittadinanza atellana.
Non si facciano intimidire e scoraggiare da quest'increscioso episodio, lo dico anche se sono convinto dell'inutilità della preghiera. La vitalità e la volontà che ravvivava i vostri occhi era troppo vivace per assopirsi alla prima difficoltà.

Ps. Da tutta questa grottesca esperienza, che era certo meglio evitare, tutti gli ambientalisti possono comunque trarre una lezione o piuttosto una conferma, e cioè che oltre alle ovvie e classiche minacce che aggrediscono quotidianamente il nostro ambiente, i territori e i loro ecosistemi, esiste una meno ovvia ma spesso altrettanto pericolosa minaccia che è rappresentata dalla politica, ovvero dall'incapacità o arroganza con la quale alle volte essa opera alcune scelte e che direttamente o indirettamente interferiscono con il nostro amato Territorio. Di qui la necessità di vigilarne costantemente l'operato.

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