Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

domenica, agosto 31, 2008

RICOMINCIAMO MALE

Secondo Richard Harkness, del New York Times:
"Dicesi Commissione un gruppo di svogliati, selezionati da un gruppo di incapaci, per il disbrigo di qualcosa di inutile".

Le amministrazioni si insediano, scorrono, vengono commissariate.
Come l’araba fenice risorgono dalle loro ceneri, e il ciclo ricomincia, ma nonostante questo fenomeno di presumibile palingenesi, è triste prendere atto che i mali amministrativi restano immutati, sempre li, sempre gli stessi.
Ereditati, pare irrimediabilmente, di amministrazione in amministrazione, alla stessa maniera in cui veglia, apparentemente immutata nonostante il susseguirsi interminabile delle generazioni, la volta celeste sulle teste degli uomini.
Ci saremmo attesi che la neo-insediata amministrazione avesse imposto, almeno con i primi atti, una svolta alla pratica amministrativa a cui ci avevano abituati.
Ci saremmo aspettati che i primi atti rappresentassero, anche solo simbolicamente, il concretizzarsi di una parte di quei principi su cui si ispirava e imperniava il loro programma amministrativo, e che in fondo erano e sono patrimonio comune e condiviso di qualsiasi moderna forza politica: la riduzione della spesa pubblica, lo snellimento della burocrazia amministrativa, l’abbandono delle vecchie pratiche clientelari e l’ammodernamento della macchina amministrativa.
Al contrario siamo costretti a prendere atto, con rammarico, che i primi provvedimenti, cioè la reintroduzione della commissione edilizia e di quella tecnica (atta a formulare parere nei riguardi delle pratiche ai sensi della Legge n.219/81), non solo disattendono parte di essi, bensì, cosa assurda, tutti e contemporaneamente quei moderni e condivisi principi, ma addirittura li contraddicono.
La scelta di revocare le delibere attraverso le quali il commissario sopprimeva le due commissioni, edilizia e tecnica, avendone ravvisato l’inutilità, ci sembra sbagliata oltre che anacronistica, oltretutto in evidente contraddizione con “una attenzione costante alle possibilità di semplificazione delle procedure” dichiarate nell’ultimo opuscolo.
Dopo tutto egli aveva semplicemente accolto l’indirizzo fornito da una legge formulata dal Governo Regionale, quindi ritenuta opportuna dai vostri stessi partiti, che riconoscevano la necessità di procedere verso uno “snellimento e semplificazione delle procedure”, e quindi di sopprimere i suddetti organi consultivi (di cui quello tecnico speciale, ma siamo in Italia e questa categoria ovviamente può valere anche dopo 30 anni), sia per esigenze di semplificazione e snellimento dell’attività amministrativa, ma ancor di più per conseguire un risparmio di spesa.
Le motivazioni addotte dall’attuale amministrazione per motivare la scelta di reistituire le commissioni, ci appaiono insufficienti e comunque non condivisibili nel merito, ancora meno condivisibili se si considera che tutte le amministrazioni comunali, anche quelle con condizioni urbane e di ricostruzione ben più complesse e articolate delle nostre hanno soppresso o sono in procinto di sopprimere quanto prima questi organi consultivi.
Crediamo che lo Stato Italiano soffra parecchi mali e che la commissione edilizia e tecnica 219/81, emblematicamente, rappresentino gli strumenti amministrativi che forse condensano e sintetizzano più di tutti in sé buona parte di questi mali.
Esse non fanno altro che costituire l’ennesimo carrozzone che affolla la già ingarbugliata e fitta rete di organi preposti a concedere pareri che quotidianamente si sovrappongono e si accavallano in un surreale mikado di competenze.
Ingolfano ulteriormente la già di per sé farraginosa trafila burocratica cui il cittadino è costretto, ingiustamente, per qualsiasi bisogno amministrativo, altro che snellimento o semplificazione.
Costituiscono un costo aggiuntivo ed ingiustificato in primo luogo per la presenza di un Ufficio Tecnico Comunale che risulta pienamente competente su questo tipo di attività, in secondo luogo per le “difficoltà economiche ereditate” giustamente rammentate nell’opuscolo destinato ad illustrare le linee programmatiche.
Ed in ultimo, ma non per questo meno importante, la questione trasparenza, le suddette commissioni si sono sovente rivelate strumenti formidabili e consolidati per procurarsi o consolidare clientele.
E’ per sgombrare il campo da qualsiasi sospetto od equivoco futuro che chiediamo che venga ritirata la loro istituzione.
Chiediamo che sia la neutrale competenza dei tecnici a garantire l’esecuzione e il rispetto di chiare ed inequivocabili regole uguali per tutti, e non la discrezione o il capriccio, di volta in volta, di qualche sodale di partito o dell’emissario del gruppo di interessi di turno.
Auspicando su questo tema, un pacato e sereno confronto con la maggioranza, desideriamo chiudere con una diagnosi di Vitaliano Brancati che a noi pare sempre attuale:
"L'Italia non si stanca mai di essere un paese arretrato. Fa qualunque sacrificio, persino delle rivoluzioni, pur di rimanere vecchio"

Per scaricare il volantino in formato .pdf clicca qui.

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