Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

venerdì, agosto 20, 2010

Il regista Papaleo: "La politica deve ripartire da persone come Vendola"

«Chi non è mai sceso a sud di Roma non sa cosa si perde». Rocco Papaleo consiglia a Renzo Bossi — il figlio del fondatore del Carroccio — un bel viaggio nella Magna Grecia. L’attore e regista nato a Lauria, in provincia di Potenza, racconta come ci si può innamorare di terre come la Basilicata o la Puglia, culle dell’antica civiltà greca. È proprio nel rapporto ancestrale con la storia, che il regista del film «Basilicata coast to coast» vede le basi per rilanciare il Mezzogiorno, senza però contrapporlo al Nord. «Piuttosto — dice — mi piacerebbe che queste due realtà cominciassero a parlarsi di più, a mettersi a confronto per conoscersi davvero».


Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega, si è vantato di non aver mai messo piede nelle regioni meridionali.
Che effetto le fa una simile dichiarazione?
«Il primo sentimento è la tristezza. Sono frasi che non accolgo volentieri, ma non mi faccio intimorire».
In che senso?
«Intendo dire che le parole di chi vorrebbe vedere l’Italia spaccata in due non mi distolgono dal pensiero che l’integrazione è l’unica strada percorribile per il futuro e per l’evoluzione di questo Paese».
Cosa si è perde, secondo lei, chi non conosce il Mezzogiorno?
«Le regioni del Sud offrono esperienze vitali. Pullulano di suoni e colori che creano atmosfere incredibili, uniche, che nessuno può perdersi. Chi non è mai stato in Puglia, in Campania, in Basilicata o in Sicilia non conoscerà mai una parte di storia troppo importante per rimanere nell’ombra. È come immergersi nella Magna Grecia ed essere travolti da un fascino capace di riportarti all’esperienza di una civiltà che è stata la più moderna e innovativa del mondo».
La Lega ha recentemente definito il presidente della Camera, Gianfranco Fini, un nemico.
«Vorrebbe sprecare soldi per il Sud».
Come si possono abbattere queste barriere e pensare a un riscatto?
«Si deve partire da persone e politici come Nichi Vendola. Io confido molto nelle sue potenzialità. Vedo il governatore della Puglia come un’onda nuova, una ventata di aria fresca capace di segnare un capitolo innovativo della storia di questo Paese. Vendola può innescare forti cambiamenti perché ha dato un sogno giusto al suo popolo. E anche Gianfranco Fini sembra essere più sensibile rispetto ad altri alle problematiche del Sud. Le sue dichiarazioni infondono speranza nella gente in attesa da anni che il vento giri finalmente nella direzione giusta».
Se i leghisti non conoscono il Sud, il suo rapporto con il Nord è ben diverso. È partito dalla Basilicata per intraprendere la carriera cinematografica verso l’alta Italia. Ha lavorato dappertutto e oggi Roma è la sua seconda casa.
«La città in cui vivo è come una vecchia moglie. Pur rimanendo ancorato a Roma che per me è la sintesi perfetta di come è l’Italia, vado in giro e mi capita di tradirla, perché vengo sedotto da altre città e da altri stili di vita. Sono ad esempio rimasto incantato da Bobbio. È un piccolo centro in provincia di Piacenza di cui ho conservato un’immagine bellissima: decine di persone che si facevano il bagno nel fiume Trebbia che attraversa Bobbio. Vedere un fiume balneabile in un centro abitato mi ha restituito lo stupore di quando ero bambino e osservavo tutto senza sovrastrutture. Ho fissa negli occhi quell’immagine di natura incontaminata».
Nel suo immaginario l’Italia non può essere divisa. E allora cosa pensa del paese federalista?
«Ritengo che ci siano tanti punti di convergenza tra meridionali e settentrionali. Lo noto girovago. Ma manca il cambio di mentalità. Qui serve un cambio culturale e non credo che il federalismo possa funzionare».

Valentina Marzo su Corriere del Mezzogiorno

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