di Piero Di Siena*
La sentenza del tribunale di Melfi che condanna per comportamento antisindacale la Fiat a causa del licenziamento dei due delegati sindacali e di un operaio dimostra, con buona pace di Marchionne, che in Italia l'impresa non può permettersi di fare tutto. Che, nonostante le leggi ferree della globalizzazione e la disparità enorme dei rapporti di forza che si sono creati in seguito a esse tra lavoratori e datori di lavoro, l'esercizio della giustizia e l'applicazione della nostra legislazione sul lavoro è ancora possibile nel nostro Paese.
E' facile immaginare che se in Italia dovesse prevalere il disegno della destra legata a Berlusconi di revisione della Costituzione nelle parti in cui sottolinea il valore primario del lavoro, di manomissione dello Statuto dei lavoratori e di riduzione dell'indipendenza della magistratura, atti di giustizia come questi diventerebbero impossibili.
Bisogna altresì aggiungere che ha vinto anche la straordinaria manifestazione di solidarietà verso i tre operai colpiti che, immediatamente dopo il provvedimento di licenziamento, ha visto protagonisti centinaia di lavoratori e di lavoratrici della Fiat Melfi senza distinzione di appartenenza alle diverse organizzazioni sindacali. E' un segno che la solidarietà di classe, nei momenti cruciali, è un sentimento non cancellato nella coscienza dei lavoratori, come non è cancellata l'indignazione contro azioni che mettono in discussione oltre ogni limite consentito la dignità dell'individuo sul posto di lavoro.
E' facile immaginare che se in Italia dovesse prevalere il disegno della destra legata a Berlusconi di revisione della Costituzione nelle parti in cui sottolinea il valore primario del lavoro, di manomissione dello Statuto dei lavoratori e di riduzione dell'indipendenza della magistratura, atti di giustizia come questi diventerebbero impossibili.
Bisogna altresì aggiungere che ha vinto anche la straordinaria manifestazione di solidarietà verso i tre operai colpiti che, immediatamente dopo il provvedimento di licenziamento, ha visto protagonisti centinaia di lavoratori e di lavoratrici della Fiat Melfi senza distinzione di appartenenza alle diverse organizzazioni sindacali. E' un segno che la solidarietà di classe, nei momenti cruciali, è un sentimento non cancellato nella coscienza dei lavoratori, come non è cancellata l'indignazione contro azioni che mettono in discussione oltre ogni limite consentito la dignità dell'individuo sul posto di lavoro.
*Presidente dell'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra e ex Senatore del Collegio di Melfi
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