Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

sabato, agosto 14, 2010

Gli insegnamenti della sentenza di Melfi

di Piero Di Siena*


La sentenza del tribunale di Melfi che condanna per comportamento antisindacale la Fiat a causa del licenziamento dei due delegati sindacali e di un operaio dimostra, con buona pace di Marchionne, che in Italia l'impresa non può permettersi di fare tutto. Che, nonostante le leggi ferree della globalizzazione e la disparità enorme dei rapporti di forza che si sono creati in seguito a esse tra lavoratori e datori di lavoro, l'esercizio della giustizia e l'applicazione della nostra legislazione sul lavoro è ancora possibile nel nostro Paese.
E' facile immaginare che se in Italia dovesse prevalere il disegno della destra legata a Berlusconi di revisione della Costituzione nelle parti in cui sottolinea il valore primario del lavoro, di manomissione dello Statuto dei lavoratori e di riduzione dell'indipendenza della magistratura, atti di giustizia come questi diventerebbero impossibili.
Bisogna altresì aggiungere che ha vinto anche la straordinaria manifestazione di solidarietà verso i tre operai colpiti che, immediatamente dopo il provvedimento di licenziamento, ha visto protagonisti centinaia di lavoratori e di lavoratrici della Fiat Melfi senza distinzione di appartenenza alle diverse organizzazioni sindacali. E' un segno che la solidarietà di classe, nei momenti cruciali, è un sentimento non cancellato nella coscienza dei lavoratori, come non è cancellata l'indignazione contro azioni che mettono in discussione oltre ogni limite consentito la dignità dell'individuo sul posto di lavoro.
*Presidente dell'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra e ex Senatore del Collegio di Melfi

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