“L’azione di ritorsione e di intimidazione che la Fiat sta facendo a Melfi, licenziando due delegati Fiom e un operaio del montaggio, è certamente la continuazione dell’opera di smantellamento di ogni relazione industriale degna di questo nome che con il piano di Pomigliano l’azienda di Torino intende avviare. Ma è anche qualcosa di più. Rappresenta il desiderio di rivincita sulla lotta vittoriosa dei ventuno giorni il cui accordo Marchionne, appena insediato alla guida della casa torinese, dovette ingoiare.Da allora Melfi è stata per lui quasi un’ossessione. E per smantellare l’organizzazione sindacale più rappresentativa è ricorso a tutti i mezzi: nel 2007 all’accusa di terrorismo rivelatasi immediatamente del tutto infondata, oggi a un addebito che la testimonianza di centinaia di lavoratori hanno dichiarato essere del tutto senza riscontri.Ci troviamo di fronte a una classe dirigente senza onore. E, come ha affermato Marco Revelli, in Fiat oggi si consuma non solo un aspro conflitto sociale ma anche una “questione morale”.Come nel 2004 è necessaria una sollevazione di tutta l’opinione pubblica della Basilicata e che le istituzioni regionali facciano sentire con forza la loro voce contro questi licenziamenti ingiusti e alla prepotenza della Fiat”
Piero Di SienaPresidente dell’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra e ex Senatore del Collegio di Melfi.
Il video dell'Intervento di Giovanni Barozzino(operai e delegato FIOM alla Fiat SATA di Melfi) al Comitato Politico Nazionale di Sinistra Ecologia Libertà.
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