Disastro rifiuti in Basilicata: discariche al collasso e mancate bonifiche
I Comuni non spendono i fondi regionali per la bonifica delle discariche dismesse e/o abusive e scatta la revoca dei fondi regionali. Infatti, sono stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata n.23 del 4 giugno 2010 i provvedimenti regionali per la revoca dei finanziamenti a 6 Comuni inadempienti sulle bonifiche. Essi sono: Avigliano (discarica località Carpinelli), Atella (località Cafaro), Sasso di Castalda (località Cerasa), Nemoli (ex discarica comunale), San Paolo Albanese (ex discarica comunale), Oppido Lucano (ex discarica comunale). Il totale delle somme revocate ammonta complessivamente a 115.000 euro. In alcuni di questi casi, come ad esempio la discarica di Atella, è stata addirittura autorizzata dalla stessa Regione la costruzione di una nuova mega-discarica in prossimità di quella dismessa non completamente bonificata. Inoltre, la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) ha appreso, da fonti informative provinciali, che ad aver richiesto di bonificare i siti delle ex discariche ci sono anche i comuni di Castelgrande, Viggianello, Castelluccio Superiore, Garaguso, Moliterno, Maratea, Teana, Stigliano e Montescaglioso. Un elenco, questo, comunque incompleto in quanto non comprendente altri siti come Senise (ex discarica comunale chiusa nel 2004), nei cui pressi si vorrebbe realizzare una mega-discarica per rifiuti speciali non pericolosi, Ferrandina (discarica di percolato in contrada Casaleni) e quella di Potenza (località Pallareta), di recente chiusa per problematiche connesse ad inquinamento ambientale. Il costo complessivo delle bonifiche si aggirerebbe intorno ad 1 milione di euro circa.
Nel considerare grave ed irresponsabile il comportamento delle amministrazioni comunali inadempienti, tenute a far fronte al 50% del costo preventivato della bonifica delle vecchie discariche, la OLA chiede alla Regione Basilicata di sostituirsi a questi Comuni nella bonifica, con un atto dovuto e di resposabilità, in quanto gli impianti in oggetto presentano problematiche ambientali che mettono a rischio la salvaguardia dell’ambiente e la salute dei cittadini.
Il problema degli inadempimenti e delle mancate bonifiche è soltanto l’ultimo aspetto di un disastro annunciato dai Piani Provinciali dei Rifiuti di cui la OLA ne ha chiesto ripetutamente la completa ristesura. Siamo in presenza di una politica satura come le discariche che, invece di rivedere i Piani Provinciali dei Rifiuti, continua a persistere nello smaltimento in discarica e negli inceneritori, alimentando un nuovo “tour della monnezza” innescato da Ordinanze emergenziali. Infatti, con un’ ennesima ordinanza, il presidente Vito De Filippo ha stabilito che dal 30 giugno prossimo i rifiuti prodotti dai comuni di Abriola, Albano, Anzi, Brindisi di Montagna, Calvello, Campomaggiore, Castelmezzano, Laurenzana, Pietrapertosa e Trivigno verranno conferiti nella discarica di Tricarico per un totale di 7.736 tonnellate. Con lo stesso provvedimento regionale vengono individuate anche le discariche di Salandra (1.440 tonnellate) e Pisticci (2.208 tonnellate). Lo stesso dovrebbe avvenire dal primo luglio prossimo per i rifiuti di Potenza e di altri 17 comuni del potentino (Avigliano, Brienza, Pignola, Ruoti, Sant’Angelo Le Fratte, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Tito, Vaglio di Basilicata, Balvano, Baragiano, Bella,Castelgrande, Muro Lucano, Picerno, Savoia di Lucania e Vientri di Potenza) destinati, invece, nella discarica di Matera di Borgo La Martella (già oggetto di sequestro e di indagine nel 2008) per un totale di 4.392 tonnellate, a seguito della chiusura dell’impianto di località Pallareta di Potenza per inquinamento ambientale. Il condizionale è d’obbligo perchè contro questa decisione si è schierato il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, che ha risposto “picche” per non mettere a rischio la gestione dei rifiuti nella città dei Sassi.
La OLA, che da anni denuncia il malfunzionamento del sistema per precise incapacità istituzionali, ribadisce come la Regione Basilicata si incammini purtroppo verso la gestione commissariale dei rifiuti che ha riguardato negli anni scorsi altre regioni del Sud. Con un po’ di coraggio bisognerebbe invece seriamente partire dal compostaggio e dalla raccolta differenziata spinta porta a porta, mentre, da tre anni a questa parte, assistiamo solo ad una sequela di ordinanze emergenziali.
Tratto da Olambientalista (Organizzazione Lucana Ambientalista)
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