Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

lunedì, marzo 25, 2013

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali per un volume totale di 920.000.000 di litri imbottigliati dalle falde lucane su 680 ettari in concessione alle società imbottigliatrici. Di contro, la regione Veneto ha incassato 15.692.641,29 euro con un volume poco più che doppio rispetto a quello lucano: 2.422.148.031 i litri imbottigliati e 1.644,55 ettari in concessione dalla regione del nord.

Questi e altri dati saltano all'occhio scorrendo le pagine della ricerca "Acqua in bottiglia, un'imbarazzante storia all'italiana - Regioni inadempienti, impatti ambientali per tutti, profitti esagerati per pochi" redatta da Legambiente e dalla rivista altreconomia (qui l'intera ricerca in .pdf). Così come l'anno scorso, la regione Basilicata viene rinviata nella gestione delle acque minerali, applicando un canone inferiore a 1 euro a mc (stabilito dalle linee guida nazionali). Le tariffe nella regione dove insistono marchi quali Lilia (Coca-Cola), Gaudianello, etc...sono di 70,92 € per ettaro (minimo annuo 7.092,50) e solo 0,30 € per metro cubo imbottigliato contro i 4 € applicati in Abruzzo.

Se si considera anche l'impatto ambientale per la produzione delle bottiglie in Italia (pari a circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2 immessi nell'atmosfera), l'inquinamento prodotto per il trasporto delle bottiglie lungo lo stivale ed oltre (ad esempio, l’acqua Lilia dalle fonti del Vulture (Basilicata) percorre 847 km per arrivare a Genova e 861 per raggiungere Milano), e lo smaltimento necessario della plastica delle bottiglie...si capisce bene che è un'attività che con la sostenibilità ambientale non ha molto a che fare.

Al tempo stesso occorre mettere in campo anche una forte azione per aumentare la fiducia degli 
italiani nell’acqua di rubinetto che conviene all'ambiente e alle tasche: per ogni 100 litri erogati emette solo circa 0,04 kg di CO2, non ha bisogno di imballaggi né tantomeno di utilizzare il petrolio per il trasporto e per la fabbricazione delle bottiglie di plastica necessarie per il suo trasporto e costa 200 volte meno rispetto all'acqua imbottigliata. Inoltre l’acqua “del sindaco” è di buona qualità, ecologica e rigorosamente controllata da norme sanitarie; in alcune situazioni può essere poco allettante al gusto, ma con dei semplici accorgimenti è facile renderla piacevole al palato e al portafoglio.

I redattori della ricerca hanno calcolato che "se al contrario si applicasse un canone uniforme su tutto il territorio e soprattutto più elevato, ad esempio 10 €/m3, come abbiamo proposto in più occasioni, si arriverebbe ad avere un introito di 123 milioni di euro all’anno per le Regioni italiane, risorse che potrebbero essere vincolate a investimenti sul territorio riguardanti la tutela degli ecosistemi acquatici". In particolare, la Basilicata passerebbe dagli attuali 323mila euro a 9,2 milioni di euro, un adeguamento necessario, perché l’acqua bene comune, oggi viene svenduta alle società imbottigliatrici. Se poi, una parte di questi introiti rimanessero ai comuni su cui insistono le concessioni di sicuro il ritorno ai cittadini sarebbe più diretto e "percepito".

Alessandro Pietropinto

Di seguito la ricerca sfogliabile:


1 commenti:

  1. Ci risiamo: l'acqua é un bene pubblico come lo é anche il diritto di ciascun atellano di conoscere quali siano le delibere e quanto spende il Comune per gli straordinari elettorali: era stata appena pubblicato un atto nell'Albo pretorio comunale digitale ma, ops, é scomparso subito, forse perché la stessa riportava fra le altro il monte ore straordinario fatto da ciascun dipendente in occasione delle Elezioni politiche 2013, che andrebbe verificato soprattutto rispetto ai limiti imposti dal D. Lgs. 66/2003. Chissà per quale motivo é sparito tutto. Chiediamo ad Altratella che verifichi con gli organi di maggioranza (ex opposizione). Ciao

    RispondiElimina