Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

martedì, gennaio 25, 2011

Sinistra Ecologia e Libertà su inceneritore Fenice e rifiuti

In merito alle recenti dichiarazioni di associazioni, esponenti politici ed istituzionali sull'annosa vicenda dell'inceneritore “Fenice”, Sinistra Ecologia Libertà della Federazione Provinciale di Potenza, tiene a precisare la sua assoluta contrarietà alla tecnologia della termodistruzione e la ferma convinzione che una Provincia di poco meno di 385.000 abitanti (dati Istat al 1/1/2010) non abbia necessità di due inceneritori (a San Nicola di Melfi e a Tito) così come il Piano Provinciale dei Rifiuti prevede. I dati che offre l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Rapporto Rifiuti Urbani, edizione 2009) mostrano come in Basilicata si produca una quantità pro-capite di rifiuti urbani più bassa della media Nazionale e dell'intero Mezzogiorno, nonché come questo dato sia consolidato nel tempo.
Ciò conferma, secondo noi, che indipendentemente dalla mutamento dei consumi e del correlato cambiamento merceologico del rifiuto, sia alquanto discutibile programmare il raggiungimento, in un futuro non ancora ben definito, di una raccolta differenziata al 60% e destinare comunque il 40% dei rifiuti urbani all'incenerimento in 2 impianti provinciali di cui uno, quello di Tito, ancora lontano dalla sua messa in funzione.
Aree più virtuose come il Trentino Alto Adige, invece, con una raccolta differenziata pari al 56,8% (dato del 2008) destina all'incenerimento circa il 15% del rifiuto urbano in un solo impianto, in cui si registra peraltro una lieve e tendenziale riduzione sia in termini assoluti che percentuali di materiale conferito. A questo si aggiunga come in Trentino, ad esempio, si siano tentate politiche di riduzione a monte del rifiuto che hanno dato buoni risultati, tanto che ad un incremento di popolazione non si è registrato un incremento proporzionale della quantità di rifiuto prodotto.
Per questo pensiamo che l'intera programmazione provinciale sui rifiuti andrebbe rivisitata. Non ci sfugge tuttavia la responsabilità politica a cui si è chiamati in una compagine di governo di cui siamo parte integrante, per questo, benché il Piano Provinciale dei Rifiuti non sia il migliore dei mondi possibili ne tanto meno questo è il Piano che SEL avrebbe proposto e voluto sostenere, pensiamo sia prioritario portarlo a compimento, specie sul versante della raccolta differenziata e del riciclaggio. Siamo convinti che nel momento in cui si raggiungeranno percentuali in linea con quanto prevede la normativa (almeno il 65% al 31/12/2012, art. 205, D.lgs. 152/2006 ss.ii.mm.) l'intera impiantistica per l'incenerimento risulterà  sovradimensionata se non inutile.
Non dimentichiamo, inoltre, che “Fenice” tratta anche rifiuti speciali, cioè  gli scarti industriali ed altre tipologie di scarto, in un territorio che vede, però, una tendenziale riduzione delle attività manifatturiere (-13% circa in 10 anni di imprese manifatturiere attive, dati Infocamere-Movimprese) e una sostanziale stagnazione del mercato occupazionale. Anche in ragione di questi dati la necessità di questo impianto sembra non esservi, se si esclude l'unica area in cui insiste una forte attività manifatturiera, vale a dire San Nicola di Melfi, che potrebbe avere un certo interesse a questa impiantistica. In tutti i casi, in rapporto agli accordi intercorsi tra le istituzioni ed il Gruppo FIAT proprietario dell'impianto negli anni Novanta, nel tempo la quantità di rifiuti destinati all'incenerimento da parte di FIAT sarebbe dovuta diminuire. Cosa ne sia stato di questo accordo nel passaggio di proprietà da FIAT ad EDF non è ancora chiaro, così come i cittadini non sanno con chiarezza se l'impianto tratta solo rifiuti speciali regionali o meno.
A questo si aggiunga come l'unico impianto di incenerimento della Provincia è una presenza inquietante per le popolazioni poiché la recente vicenda dell'inquinamento delle falde acquifere ha mostrato l'inesistenza di controlli puntuali e capaci di preservare la salute dei cittadini e l'integrità dell'ambiante, per lo meno sino a tempi piuttosto recenti. La vicenda, come noto, ha messo in evidenza che per molto tempo l'impianto di EDF ha agito indisturbato ed oggi l'inquinamento della falda non è rientrato, ma tende solo ad un lieve miglioramento. I dubbi della popolazione sullo stato di salute sono inoltre più che noti, ma poco noti sono le eventuali risposte o le ricerche epidemiologiche messe in campo per dipanare questi dubbi. Ad oggi  sappiamo solo che esistono moltissimi studi nazionali ed internazionali che mostrano una correlazione piuttosto stretta tra presenza di inceneritori e insorgenza di alcune patologie gravi, nonché come in questa Regione si registrino incrementi di patologie tumorali. Sino a quando non saranno date risposte a questi dubbi sarà normale registrare la sfiduciate dei cittadini verso le istituzioni che sembrano sorde alle loro preoccupazioni.
L'impianto “Fenice” ha peraltro ricevuto di recente una autorizzazione che, pur come asserisce l'Assessore Macchia, nel rispetto della normativa, ha comunque il sapore della resa rispetto ad un colosso, ad una multinazionale, che oggi, se messa seriamente in discussione, ci porterebbe all'emergenza, poiché sino ad ora poco si è fatto per affrancarsi da questa tecnologia, pericolosa e poco conveniente, che non recupera energia e non elimina le discariche. Quanta energia utilizza infatti l'impianto Fenice per funzionare? Quanta energia utile produce e dispaccia? Quanti quintali di rifiuti tratta e quanti quintali di scarti/rifiuti (tra fanghi, polveri e funi) produce a valle del ciclo d'incenerimento e sono da inertizzare, trattare e curare con cautela?
Da parte nostra siamo convinti della pericolosità dell'incenerimento e dell'inutilità di questi impianti. Per questo è necessario mettere seriamente mano ad una gestione diversa dei rifiuti, urbani e industriali, una gestione che pensiamo sia in nuce persino nel Piano Provinciale. Per questo il nostro auspicio in Provincia di Potenza è quello che si possa arrivare presto ad una capillare raccolta differenziata, che si possano dare risposte chiare ai dubbi dei nostri concittadini, disinquinare la falda acquifera e monitorare l'impianto in maniera più efficace.

il Coordinatore IVANO SCOTTI

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