Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

sabato, gennaio 07, 2012

Il sindaco di Atella solleva dubbi sul permesso di ricerca petrolifero "San Fele"

Sindaci dei comuni interessati a confronto sul permesso di ricerca dell'Eni "San Fele". E’ ormai noto a tutti che la Basilicata ospita il più grande giacimento petrolifero in terraferma d’Europa che l’ha costretta a trasformarsi in una vera e propria “terra di conquista” per le compagnia petrolifere.

Attualmente l’attività estrattiva dell’oro nero riguarda prevalentemente la Val D’Agri ma, sempre più frequentemente, vengono pubblicate richieste di autorizzazione per trivellare il nostro sottosuolo. Secondo il Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi, aggiornato al 31 Gennaio 2008, 21 sono le “concessioni di coltivazione accordate nella terraferma” lucana con una estensione pari a 2.120,89 kmq ovvero al 22% della superficie del nostro territorio. Ma dal 2008 ad oggi diverse sono state le istanze presentate per il rilascio del “permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi”:  dal permesso “Frusci”, al permesso “Anzi”, fino ai permessi denominati “Satriano di Lucania”, “San Fele” e per ultimo il permesso “Monte Li Foi”. Quindi non solo Val D’Agri e Valle del Sauro, ma è l’intero territorio della Basilicata ad essere nelle mire delle multinazionali del petrolio.I Comuni esprimano parere negativo al permesso petrolifero ENI “San Fele”. 

A chiederlo è la “Ola” - l’organizzazione lucana ambientalista - che in una nota fa sapere che “nonostante l’evidente fallimento del Memorandum firmato da Vito De Filippo e Guido Viceconte – ma non dai ministri dell’Economia – e la promessa del governatore lucano di non far estrarre un goccio di nuovo petrolio in più senza la firma dell’accordo bipartisan tra Governo, Regione ed Eni". Infatti, la società Eni spa ha richiesto alla Regione Basilicata la Verifica di assoggettabilità a Valutazione d’Impatto Ambientale relativa “al rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato San Fele , ubicato nella Regione Basilicata in provincia di Potenza, nei comuni di Atella, Bella, Filiano, Muro Lucano, Rapone, Ruoti e San Fele. La Ola  chiede ai Comuni interessati di esprimere parere negativo al permesso di ricerca Eni”. 

Cariche esplosive nel sottosuolo. Innanzitutto tocca chiarire un punto: non si parla di estrazioni petrolifere ma indagini preliminari per verificare quello che potrebbe esserci nel sottosuolo dell’area. Queste ricerche prevedono diverse attività sul territorio riassunte in 3 fasi:

1. la prima fase consisterà in studi geologici geologici – geofisici e interpretazioni dei dati sismici esistenti per la ricostruzione strutturale dell’area e per l’individuazione di strutture di interesse minerario nei carbonati mesozoici;

2. la seconda fase consisterà in acquisizione di circa 75 Km di linee sismiche 2D volta alla definizione delle migliori strutture di interesse minerario che saranno individuate nella fase preliminare di studi ovvero verranno utilizzati di “stendimenti” capaci di penetrare nel sottosuolo e raggiungere elevate profondità (circa 20-30 km). Su questi stendimenti sono presenti degli elettrodi che, attraverso l’utilizzo di cariche esplosive come la dinamite, rileveranno la reazione del territorio al “sisma” simulato.

3. sulla base dei risultati dell’interpretazione dei dati geologici e geofisici acquisiti nelle fasi precedenti, la terza fase consisterà nella perforazione di un pozzo esplorativo con lo scopo di esplorare la serie carbonatica mesozoica. 

Attualmente il permesso “San Fele” è fermo alla 2° fase del procedimento amministrativo ovvero valutazione ambientale dalla richiesta di presentazione della VIA all'emanazione del decreto VIA ma prossimo alla Conferenza dei Servizi dove il Ministero dello Sviluppo Economico prenderà una decisione in merito all’istanza. Ma, come richiesto dall’Ola, qual è il parere dei comuni interessati dal permesso “San Fele”? 

Qui Atella Allegato al permesso di ricerca presentato dall’Eni è possibile visionare il territorio interessato dal permesso stesso. Per quanto riguarda il Comune di Atella la zona interessata è la Frazione di Sant’Ilario: “un antico borgo” su cui l’Amministrazione sta scommettendo perché “il territorio ha una certa rilevanza di carattere ambientale”. A chiarirlo è il Sindaco di Atella Roberto Telesca che aggiunge “l’Amministrazione vuol prima capire la situazione a priori e non dare risposte a priori. Preferiremmo preservare questo territorio dalle trivellazioni perché esso presenta delle potenzialità diverse. La crescita può venire da altre risorse come il turismo nei nostri Laghi di Monticchio. Non necessariamente dal petrolio”.

Qui San Fele Il Sindaco Fasanella non usa mezzi termini: “la posizione del Comune di San Fele è ovviamente contraria. Abbiamo già fatto una delibera che va in quella direzione. I territori vanno coinvolti invece sembra che l’Eni stia operando bypassando qualsiasi forma di coinvolgimento e questo non è accettabile. Siamo molto preoccupati ma vigileremo e faremo tutte le azioni necessarie per bloccarla”. 

Qui Bella L’amministrazione comunale bellese ha già dichiarato, con una delibera comunale, la propria contrarietà alla ricerca di idrocarburi e all’apertura di pozzi esplorativi presentata dell’Eni. “Dopo il parere negativo alla richiesta denominata “Frusci” confermiamo il nostro no – chiarisce l’assessore Leone - alla richiesta  “San Fele””

Qui Ruoti Interessante la posizione del paese rappresentata dal Sindaco Salinardi: l’amministrazione comunale ruotese ha già pubblicato una delibera con parere negativo all’istanza presentata dall’Eni. “Negativo per solidarizzare con Bella e gli altri paesi però io personalmente sono favorevole alle estrazioni. Magari ci fosse il petrolio a Ruoti, risolleveremmo le sorti dei nostri paesi”. E chiude con una promessa “io sono favorevole che si faccia e sarei d’accordo a riportarlo in Consiglio prossimamente”. Con i comuni in difficoltà le royalties del petrolio fanno gola.

Qui Rapone Dopo una lunga chiacchierata la dottoressa Lorenzo ha mostrato di avere le idee chiare: “Noi siamo ancora in una fase preliminare di studio. Non abbiamo ancora espresso un parere ma non abbiamo pregiudizi”. Con le giuste rassicurazioni “tramutate in atti” il Sindaco di Rapone non esclude che possa dare parere positivo alla richiesta. “Il petrolio è una risorsa – riferisce il Sindaco - quindi è opportuna che se ne discuta e che le cose vengano fatte bene e nei nostri interessi. Per un ente che annaspa con quei soldi si potrebbero attivare delle politiche incredibili”. 

Qui Filiano “Non abbiamo ancora assunto alcuna decisione. In un incontro con alcuni sindaci e l’Assessore Mancusi, considerando l’esperienza della Val D’Agri, abbiamo chiesto di fare preventivamente un’analisi del territorio, uno screening sulle malattie esistenti e di non farlo a posteriori. Cercheremo soltanto delle garanzie”. Con il nuovo anno Filiano darà il suo parere. Ma il Sindaco Nella ha lasciato intendere che il parere positivo non è escluso. 

Qui Muro Lucano Tra i comuni più informati e disponibili a fornire materiale c’è sicuramente Muro Lucano. Abbiamo raggiunto telefonicamente Francesco De Angelis, un membro dello staff del Sindaco, che ha subito sottolineato un problema: “in merito al permesso eccetto qualche associazione e qualche comune di buona volontà, in massima parte nessuno fa le osservazioni di rito e di legge”. Un po’ di superficialità da parte di chi amministra, quindi. “Il problema è che negli anni non è stata mai fatta una Conferenza di Servizi dove, consultando degli esperti, si sarebbe potuto capire quali rischi si corrono con le estrazioni petrolifere.”In merito alla richiesta San Fele “il comune di Muro Lucano dirà no. Però il Sindaco ha dato una copia del permesso alle associazioni e alle minoranze affinché siano informate della situazione”. 

Evitare una “nuova” Val D’Agri.Parlando con i Sindaci il coro unanime che si è levato è quello di evitare una “nuova” Val D’Agri. Più attenzione al territorio, massima attenzione alla salute dei cittadini, rivalutare l’aspetto economico (royalties) provenienti dalle estrazioni. Richieste condivisibili dato che i giacimenti di petrolio su terraferma possono provocare gravi danni all'ambiente. In questo caso, le fuoriuscite nocive sono dovute, nella maggior parte dei casi, alla cattiva progettazione, gestione e manutenzione degli impianti. Emblematico in tal senso è il caso dell’Ecuador: il grave e diffuso inquinamento del suolo e dei corpi idrici di alcune zone è causato soprattutto da improvvise "eruzioni" di petrolio dai pozzi durante le operazioni di trivellazione, dalla dispersione abusiva del petrolio meno pregiato e dal cattivo funzionamento dei sistemi per la separazione del petrolio dall'acqua.

Tratto da Basilicata24

2 commenti:

  1. Era la notizia che, dopo le Feste, volevamo leggere. Sono contento, caro Roberto, che hai deciso di osservare più attentamente le dinamiche petrolifere che interessano il territorio di Atella. Tutti ti saranno grati. p.s.: potresti far pubblicare le circa 18 delibere di giunta mancanti sul sito del tuo Comune? A presto.

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  2. Sono contento, caro Roberto, che hai deliberato contro il permesso "San Fele". Hai relazionato bene anche se io, personalmente, avrei solcato maggiormente il tema ambientale, il bacino idrominerario ma soprattutto l'analisi socio-economica di un eventuale presenza estrattiva a Sant'Ilario. Cerca di approfondire la tematica che potrà essere alla base dell'opposizione sicura che tu e tuttii Sindaci della zona interessata farete a partire dal Tar e sino al Consiglio di Stato. Quella Delibera è un pò carente e dovresti allegargli uno studio magari fatto dalle opponenti associazioni ambientaliste lucane che sono fatte bene e sapranno somntare qualsivoglia tentativo di Eni di dire: comandiamo noi in Basilicata. Pensa sempre alla salute dei tuoi concittadini affinchè il Crob di Rionero non si popoli così come sta succedendo per i cittadini di Barile, ecc.. Ciao.

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