Non è semplice polemica ma constatazione di fatti e verifiche personali. Sono solito viaggiare su mezzi pubblici, specie in treno, in tutto il centro-sud Italia. Venerdì scorso (8 giugno) dalla stazione di Rionero in Vulture - Atella - Ripacandida dovevo scendere dalla mia ragazza in Calabria , precisamente a Cosenza (stazione di Castiglione Cosentino). Tempi di percorrenza medi: non meno di 6 ore, dai 3 ai 4 cambi di treno per coprire poco più di 350 Km. Ma questi sono particolari trascurabili per chi non va particolarmente di fretta, ama guardare fuori dal finestrino e magari fare una chiacchiera con i compagni di viaggio appena conosciuti.
Per farmi un'idea dei collegamenti apro la pagina internet di trenitalia e inserisco data, ora, stazione di arrivo e di partenza: il treno a me più adatto parte alle 12.46, soluzione costituita da 2 regionali, un autobus e un intercity, prezzo € 30,05, per un totale di 6 ore e 6 minuti di viaggio (vedi screenshot in alto). Peccato che il motore di ricerca ufficiale, nonostante abbia spuntato l'opzione "ricerca il miglior prezzo", non contempli il regionale tra Battipaglia e Sapri e poi fino a Castiglione Cosentino, soluzione di viaggio che costa ben 12 euro in meno! Sono venuto a conoscenza di quest'alternativa solo attraverso un’applicazione gratuita per smartphone, "Orari Trenitalia", che funziona connettendosi al server di trenitalia, ma evidentemente è più efficiente del sito ufficiale a scovare tutti i collegamenti ferroviari, anche i più convenienti per il viaggiatore.
Non avendo particolare fretta e, visto il risparmio, ho scelto quest'ultima opzione di viaggio e difatti in una biglietteria trenitalia hanno emesso il regolare biglietto con tutti treni locali e con il prezzo indicato dall'applicazione, ovvero 18,10 euro (vedi foto).
Da cadoinpiedi.it: “Quello che non è redditizio però è tutto il trasporto regionale dei pendolari, che rappresenta quasi il 90% del trasporto ferroviario. Quindi, Moretti ha puntato su un settore che non richiedeva grossi sforzi e su cui gli investimenti, tra l'altro dello Stato, erano già stati fatti, che tuttavia serve soltanto una piccolissima minoranza di utenti. Mentre sul trasporto che serve il grosso degli utenti, non ha fatto molto. Adesso minaccia la chiusura delle linee, riduzioni che peraltro sono già state fatte. Gli Eurostar continuano ad aumentare negli ultimi anni, i treni regionali continuano a diminuire.[…] Il problema è che gli utili ci sono perché non sono stati fatti investimenti sul settore più debole, cioè quello del trasporto regionale. E' chiaro che se si punta soltanto sui settori redditizi e si abbandonano i settori difficili che richiedono investimenti, i conti tornano ma i servizi no.”