
Daniele Vicari, dedito per vocazione ad un cinema di impegno civile, ricostruisce i nove interminabili minuti scatenati dalla polizia nell’inferno della scuola DIAZ di Genova durante il G8, in quel 21 luglio del 2001. La sua impeccabile regia si avvale di documenti e ricostruzioni giudiziarie. L’impegno civile di Vicari si delinea sull’onda lunga che fa di Elio Petri e di Francesco Rosi i cardini di un cinema, il nostro, ammirato e premiato nel mondo.
“Diaz” è uno squarcio di verità che allora non siamo stati capaci di cogliere” ha dichiarato Dario Argento, presente a Cannes in questi giorni col suo ultimo film.
Per Daniele Vicari è un ritorno in Basilicata, dopo aver il documentario “Il mio paese” del 2006, girato anche dalle nostre parti (trattando di “Aglianica”) e presentato alla Mostra di Venezia. La passione per questo genere si riverbera anche nelle sue prime produzioni di cortometraggi: “Il nuovo”, seguito poi da “Mari del Sud”, che tocca anche temi socio-ambientali. Nel 1997, collabora con Guido Chiesa, Davide Ferrario, Antonio Leotti, e Marco Simon Puccioni, nel documentario “Partigiani”, che racconta la lotta al nazismo e al fascismo della cittadina emiliana di Correggio (Reggio Emilia). Il genere documentaristico d'impegno socio-politico diventa per Vicari un filone dirigendo nel 1998 ben quattro corti: “Comunisti”, in cui descrive omicidi di sacerdoti cattolici per mano di partigiani comunisti nell'Italia dell'immediato dopoguerra; “Uomini e lupi”, ritratto sulla vita dei pastori del Gran Sasso, Bajram e Sesso, marmitte e videogames, un'acuta critica sulle passioni automobilistiche degli italiani. Nel 1999, dopo aver collaborato a “Non mi basta mai”, storia di cinque operai licenziati dalla FIAT nel 1980, dirigerà Morto che parla, dedicato all'attore pasoliniano Mario Cipriani, protagonista nel 1963 de “La ricotta” e presente anche in “Accattone”. Nel 2002, con “Velocità massima”, partecipa in concorso alla 59ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, e l'anno successivo vince il David di Donatello come miglior regista esordiente. Nel 2005, con “L'orizzonte degli eventi”, partecipa al Festival di Cannes nella sezione Semaine de la Critique. Nel 2007, con il documentario “Il mio paese”, riceve un secondo David di Donatello per il miglior documentario di lungometraggio. Nel 2012, con il film “Diaz - Don't Clean Up This Blood” vince ex aequo il Premio del pubblico al Festival di Berlino.
Chiara Lostaglio CineClub De Sica – BasilicataCinema
Dopo la proiezione del film incontro e
dibattito con
Daniele VICARI |
Regista
Alessandro MANTOVANI
| Autore del libro "DIAZ processo alla polizia"
On. Elettra DEIANA |
Parlamentare ai tempi del G8 di Genova
Antonio PLACIDO |
Sindaco di Rionero in Vulture
Paolo PESACANE |
Assessore alle Politiche Sociali Provincia di Potenza
Armando LOSTAGLIO |
Cineclub "V. De Sica" - BasilicataCinema
Cinema Vorrasi – giovedì 24 maggio, ore 20:00
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