Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

domenica, marzo 23, 2008

L'insostenibile leggerezza della politica

(Titolo dell'originale: "L'insostenibile leggerezza dell'essere" - Milan Kundera )
La nostra nazione è notoriamente indulgente, lassista, garantista e a tratti superficiale nei confronti dei comportamenti scorretti di qualsiasi genere essi siano, e Napoli con la sua nota napoletanità ne è forse la prova più pratica ed evidente.
Di questa naturale propensione del paese, a volte, se ne approfittano malviventi indigeni e forestieri, ma anche e sempre più spesso imprenditori e, cosa più grave, politici.
Non chiediamo certo che nel nostro paese accada ciò che avviene in Giappone dove, quando un funzionario pubblico sbaglia, esso si inchina e chiede scusa alla cittadinanza delle proprie responsabilità personali, nella migliore delle ipotesi, pratica il seppuku, (suicidio)meglio noto come harakiri, nella maggior parte dei casi.
E non è certo un caso, se in quel paese i treni sono sempre puntuali, mentre nella nostra bell’Italia è il ritardo ad arrivare puntuale ogni volta che ci si serve delle ferrovie.
Nel nostro paese chi si rende protagonista di un errore o fallimento, tutt’ al più diventa famoso se è un delinquente locale, fugge in un altro paese se è un extra comunitario, dichiara fallimento e cambia partita I.V.A. o si apre un conto nel
lichtenstein se è un imprenditore o cambia partito se è un politico.
Ed il nostro paesino non contraddice per niente questo andazzo, così succede che in ambito politico gli autori e protagonisti delle ultime due consiliature (ambedue caratterizzate da un grave immobilismo prima e dalla loro stessa implosione e conseguente commisariamento poi) non solo non credono di dover offrire delle scuse al paese, ma anzi si sentono quasi in dovere di candidarsi.
Non sono sfiorati dall’esigenza morale, prima che politica, di dar conto del danno arrecato ad Atella a causa della loro gestione fallimentare.
Forse interpretando il commisariamento di cui è vittima il nostro paese, come un momento di pausa alla partita di risiko tutta personale e privata svolta alle spalle e sulla pelle del paese e della sua comunità.
I protagonisti delle ultime due amministrazioni si divertono a giocare ai cowboy, tanto a pagare la posto in gioco sono i cittadini che ci rimettono, oltre che di tasca propria, anche con il loro futuro.
Credono che gli atellani confusi dai loro travestimenti, trasformismi e dalle sempre fresche alleanze si dimentichino delle loro responsabilità e colpe, noi ci auguriamo che non sia così.

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