altratella.it, che fare?

Abbiamo lanciato l'hashtag #altratellachefare? per decidere insieme cosa può essere domani questo (non-) luogo e spazio. PARTECIPA ANCHE TU! Leggi tutto

La discarica di Atella nel disastro rifiuti lucano

Un'interessantissima video-inchiesta sui rifiuti e il loro smaltimento, analizzando la questione e i suoi sviluppi nell'area del Vulture. E in quest'area ricade anche la discarica di Atella di località Cafaro, discarica che rientra a pieno titolo nell'enorme business legato allo smaltimento dei rifiuti. Leggi tutto

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali, se si applicasse un canone equo (come suggerito dagli autori della ricerca) di 10 euro/mc la nostra regione incasserebbe 9,2 milioni di euro. Leggi tutto

Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

lunedì, giugno 25, 2007

APRIAMO LA VERTENZA "GIOVANI IN BASILICATA"

DOCUMENTO DI APERTURA DELLA VERTENZA
“GIOVANI IN BASILICATA”

La condizione dei giovani in Basilicata e nel Mezzogiorno, è preoccupante; la precarietà determina contraddizioni molto più avanzate rispetto ai luoghi di maggiore benessere e produttività: infatti non si pone soltanto come condizione lavorativa ma si afferma in maniera totalizzante.
La precarietà in Basilicata è sinonimo di mancanze: mancanza di lavoro, di prospettive, di luoghi e momenti di aggregazione, di incontro e crescita collettiva, di indipendenza ed autonomia.
Queste mancanze che si riassumono emblematicamente nel fatto che i giovani lucani vivono in un contesto in cui un quarto delle famiglie è al di sotto della soglia di povertà, rappresentano il vero e proprio dramma di questa regione, anche perché creano dipendenza e subordinazione verso chi ci governa.
Gli stessi giovani sono tra i primi posti in Italia per il consumo di droghe pesanti e di questi in particolare le donne.
La giunta regionale ci ha proposto il "Patto con i giovani", una legge che si pone l’obbiettivo di risolvere la complessa questione giovanile dimostrandosi invece, ad un anno dalla emissione, sterile ed inefficace. Per una serie di ragioni.
Innanzitutto c’è la questione della partecipazione giovanile.
La giunta, tra falsi proclami e slogan propagandistici, scriveva di un patto che si fondava sul dialogo e sull’interazione constante. Nei fatti oggi ci chiamano ad interloquire a cose già fatte, come spettatori più o meno interessati. Avremmo preferito che davvero i giovani e non soltanto il ceto politico giovanile fossero considerati fin dall’inizio come soggettività sociale. Di fatto è mancato il coinvolgimento di tutte quelle realtà come la scuola, l’Università, le associazioni giovanili che sono i luoghi naturali dell’aggregazione sociale. Pensiamo che l’autonomia ed il protagonismo giovanile siano percorsi che si costruiscono giorno per giorno, la democrazia non è un allenamento oratorio ma una pratica reale. La politica deve avere il coraggio di stimolare questa pratica.
Invece il Patto risulta essere null’altro che la semplice accozzaglia di provvedimenti già esistenti, messi insieme a formare un pacchetto che a noi pare utile solo per proliferare il consenso elettorale. 81 milioni di euro sono una somma abbastanza considerevole. A noi non basta sapere che queste risorse vengono spese ma ci interessa il modo in cui si investe. Proprio perché, a differenza di chi ha scritto questo Patto, non crediamo che il talento sia una virtù individuale, quasi un fattore genetico, ma che debba essere un valore collettivo che si da in condizioni di uguali possibilità.
Consideriamo di primaria importanza intervenire sul tema del diritto allo studio e sulla lotta alla precarietà.
Per quanto riguarda la questione del DIRITTO ALLO STUDIO esigiamo politiche che siano realmente incisive. È ridicolo che a fronte di un 25% dei giovani a rischio povertà, il bilancio annuale dell’ARDSU sfiori a mala pena il tetto dei 10 milioni di euro. Considerando che la maggior parte di queste risorse servono per pagare le spese amministrative e del personale, solo circa 6 milioni vengono utilizzate a scopo sociale. di questi 2,5 milioni vengono utilizzati per l’erogazione delle borse di studio. Chiaramente questa cifra non copre quello che è il fabbisogno reale: gli aventi diritto, infatti, sono molti di più dei beneficiari. Gli alloggi universitari a Potenza ospitano soltanto 128 studenti, i quali spesso riscontrano disagi legati alla qualità dei servizi ( lo dimostrano alcune petizioni di protesta firmate da studenti e consegnate agli uffici di presidenza dell’ARDSU ). Chiediamo di aumentare gli investimenti nel diritto allo studio affinché tutti gli aventi diritto possano usufruirne, di aumentare il numero di borse di studio da erogare, prevedere ulteriori posti letto nelle Case dello Studente, agevolare le condizioni dei pendolari e dei fuori sede e riconoscere in maniera più generale la condizione dello studente nella città facilitando l’accesso ai trasporti, agli eventi culturali e ricreativi. Punti questi del nostro programma elettorale che ha visto vincere a Potenza alle elezioni del CNSU la lista “ A Sinistra in Movimento” con il 30% dei consensi.
Il Presidente De Filippo ha dichiarato pubblicamente che grazie al Patto con i Giovani 1000 ragazzi hanno trovato un impiego. Questo dato non ci risulta. Sappiamo invece che 576 aziende hanno fatto richiesta per 1000 posti di cui solo il 25-30% si tradurranno in assunzioni reali. Poiché si rischia di scemare nella propaganda e visto che non ci sono dati ufficiali ai quali fare riferimento chiediamo una valutazione di placement con valutatori indipendenti pagati dall’UE che fanno parte delle misure di accompagnamento dei programmi e sono necessarie al fine della trasparenza. Abbiamo il diritto di conoscere il numero effettivo delle persone che lavorano, la reale portata dell’impatto occupazionale e, soprattutto, la qualità dei livelli occupazionali, visto che il 38% dei giovani laureati che trovano occupazione in Basilicata non sono soddisfatti perché sotto-utilizzati rispetto alle competenza. Questo è il dato più alto in Italia (dati ISTAT 2005). Inoltre va ricordato che il 52% dei giovani laureati lucani trovano occupazione solamente fuori regione.
Un Patto con i Giovani che si rispetti, di questi tempi, dovrebbe essere innanzitutto un patto contro la precarietà: vincolare i sussidi alla creazione di posti di lavoro stabili, prevedere un’integrazione di reddito per i periodi di inattività, mantenere vive le esperienze lavorative e di formazione nelle fasi di transizione, immaginare forme di salario sociale per alleviare il disagio materiale e morale.
Ma il punto principale di critica che noi sentiamo di fare al Patto con i Giovani riguarda la totale mancanza di una programmazione strategica degli investimenti che possa essere di lungo periodo e parta dalla vocazione del territorio e dei giovani.
I dati parlano chiaro: 27000 sono i giovani disoccupati (36%), di questi 3000 non hanno alcun titolo di studio e 8000 solo la licenza media. Riteniamo prioritario che per questi venga attivato un piano di formazione e di riqualificazione professionale
Considerato che vanno inclusi anche 13000 diplomati e 3000 laureati ci chiediamo e chiediamo al governo regionale che fine faranno questi giovani, quali possibilità avranno, come la regione influirà per garantirne una occupazione reale e stabile.
A dire il vero l’unico dato che riusciamo a notare è che nei prossimi sei anni (2007-13) 4000 giovani a basso livello di istruzione usciranno dalla scuola per entrare nel mercato del lavoro; lo stesso vale per 12000 diplomati e 13800 laureati. Come si governeranno queste fasi di transizione, quali ulteriori patti verranno inventati per fingere di risolvere queste emergenze?
A noi interessa ragionare su questi dati, su dati vivi che chiedono una programmazione di prospettiva che si differenzi dall’elargizione di finanziamenti a pioggia ad un tessuto produttivo che per il 78% è fatto di micro-imprese fino a 10 dipendenti che non presenteranno nel tempo aumenti dell’offerta occupazionale. Parliamo di una programmazione integrata che si fondi sull’innovazione, e sulla valorizzazione del territorio.
Ci risulta che dai fondi FESR della programmazione 2007-13 soltanto 31 milioni su 300 sono destinati ad attività con contenuto occupazionale in linea con i livelli di istruzione universitaria. Risultato: 100-150 persone ne usufruiscono rispetto ai 2300 laureati che ogni anno escono dall’università.
Investendo nella ricerca, con contratti fino a quattro anni, considerando 2000€ al mese pro-capite con 170mln €, poco più della metà del FESR avremmo 1700 occupati in più.
Questo vuol dire programmare l’azione politica partendo dalle reali necessità dei giovani.
Per queste ragioni apriamo oggi una vertenza con l’amministrazione regionale, ponendo domande sui bisogni reali e per le quali attendiamo risposte immediate.
Ci chiediamo infine quale modello umano e di relazioni sociali, quale modello istituzionale la politica lucana ci sta offrendo oggi. Sono innanzitutto i giovani a chiedere altra umanità, altra civiltà, altro tipo di moralità a questa classe dirigente.


Giovani Comuniste/i Basilicata

domenica, giugno 17, 2007

Perché l’acqua torni ad essere di tutti


Domenica 24 giugno, le donne, gli uomini, gli amministratori, le associazioni sono invitati ad accogliere l’arrivo della “Carovana Nazionale dell’acqua” .
Le grandi multinazionali dell’acqua stanno mettendo le mani sul bene più prezioso dell’umanità. Loro sanno che è già scarsa oggi e che andrà scarseggiando negli anni. Di tutta l’acqua, solo il 3% è potabile. Escluso il quantitativo usato nell’agricoltura industriale, rimane solo lo 0,30% di quella che possiamo beneficiare, su cui c’è già una pressione enorme (ricordiamoci che il 20% della popolazione consuma l’87% dell’acqua potabile e che 1.4 miliardi di poveri non hanno accesso all’acqua potabile).
Dobbiamo avere il coraggio di dire no a questa logica.
La carovana partirà alle ore 11.00 da piazza Mario Pagano, a potenza, dove è stata organizzata una conferenza stampa per illustrare la proposta di legge di iniziativa popolare che ha già raccolto 300 mila firme in tutta Italia, sostenuta dal comitato “acqua bene comune”.
La “carovana” partirà per Rionero in Vulture, dove nella “Villa catena” alle 17.00 sarà accolta dalla cittadinanza e dai rappresentanti locali del comitato per la ripubblicizzazione dell’acqua, oltre che dalle autorità cittadine.
Rionero rappresenta una tappa importante e simbolica nella battaglia per l’acqua in quanto, oltre agli effetti della gestione dell’acquedotto, si aggiunge la svendita delle acque minerali alla coca-cola. La Coca Cola nel 2006 ha acquisito due stabilimenti della Traficante e, soprattutto, la concessione regionale per lo sfruttamento delle fonti, ricevendo in cambio compensi ridicoli (305.000 euro a fronte di introiti che per le quattro aziende del Vulture erano di 283.000.000…) .
La “carovana” ripartirà per Matera.
I soggetti che sottoscrivono questo invito intendono, a partire dall’iniziativa del 24 giugno, dar vita ad un comitato permanente per la tutela di tutti i beni comuni. Un primo obiettivo sarà una proposta di legge di iniziativa popolare regionale che restituisca alle lucane e ai lucani il diritto a gestire come valore d’uso e non a fini di profitto l’acqua.
Ci sono risorse che appartengono al pianeta e a tutti coloro che lo abitano e non possono essere sottoposte a un meccanismo economico di sfruttamento da parte di potentati di qualsiasi tipo.

In ogni piazza ci saranno animazione, concerti e microfono aperto.


arci rionero - arci comitato regionale - associazione per la pace - associazione "archivio delle voci lucane" - bottega commercio equo e solidale - cestrim - libera - cgil funzione pubblica - cobascuola - coordinamento donne ancora insieme - fiom regionale - forum ambientalista - emergency - legambiente - lipu - ola - punto e a capo - rdb cub - un ponte per – comitato territoriale di potenza per un contratto mondiale sull’acqua acqua - cgil regionale - associazione vola - wwf - sinistra democratica - sinistra rossoverde - rifondazione comunista – giovani comunisti – collettivo universitario “ya basta” - pdci sinistra democratica - sinistra rossoverde - verdi.

mercoledì, giugno 06, 2007

Atella, paese poco “parco”

L'esaurimento della discarica comunale, e quindi del gettito proveniente dai comuni limitrofi che conferivano in essa, ha complicato ulteriormente la quadratura del bilancio di previsione 2007 del Comune di Atella.

Una delle misure attuate per coprire parte del disavanzo prodottosi è stato l'aumento dal 6 al 7 per mille dell'I.C.I., misura che il circolo di Rifondazione Comunista di Atella reputa inadatta in quanto applicata “a pioggia” e senza tenere conto delle tipologie degli immobili, del loro utilizzo, e del reddito dei proprietari degli stessi.Un ulteriore esborso che alleggerirà le già vuote tasche di molti cittadini atellani colpiti dalla precarietà diffusa e dall'aumento del costo della vita.

Tra le decine di cantieri aperti(tra cui molti fermi per motivi vari) che l'amministrazione ha promesso di portare a termine quanto prima, si aggiungerà quello, previa localizzazione del sito, per la realizzazione della nuova discarica.Nulla da obiettare in quanto la discarica è indispensabile, ma dovrebbe diventare altrettanto importante attuare un adeguato trattamento dei rifiuti e prolungare al giorno più lontano possibile l'esaurimento della discarica che si andrà a realizzare.

A maggior ragione per un comune che si appresta a divenire “il cuore” del Parco del Vulture ma che ricicla appena il 4%(dati Legambiente-Comuni Ricicloni 2006).L'amministrazione deve intraprendere le dovute azioni, attraverso le associazioni presenti sul territorio, nelle scuole e in collaborazione colle organizzazioni ambientaliste, per sensibilizzare la popolazione e promuovere la raccolta differenziata, il compostaggio e il riciclaggio dei rifiuti.

Un comune, quello di Atella, che finora non ha per niente scommesso sull'energie rinnovabili, in cui è presente un depuratore dalla dubbia efficienza e regolare funzionamento(vedi l'insistente malodore nei dintorni), depuratore che scarica nella fiumara di Atella, ormai devastata in buona parte dagli scarichi industriali, agricoli e civili.

Quindi continuare sulla strada dell'istituzione del Parco del Vulture in maniera concertata e consona al territorio, ma accompagnando quest'iter con appropriate azioni nel pratico per la tutela dell'ambiente avviando programmi per la produzione di energia pulita, promuovere la raccolta differenziata anche attraverso benefici fiscali a chi la pratica, verificare l'idoneo funzionamento del depuratore comunale e degli impianti produttivi, avviare programmi per la promozione delle produzioni biologiche.

Il circolo di Rifondazione Comunista di Atella invita l'amministrazione a lavorare affinchè il paese possa rispondere al meglio alla doppia accezione del termine ”parco”:

  • in termini di salvaguardia e rispetto ambientale;
  • nell'ambito della gestione delle finanze comunali.

Al via ad Atella alla “casa della Sinistra”

A seguito dell'incontro-dibattito avvenuto ad Atella il giorno 30 Aprile 2007 presso la biblioteca comunale sul tema: “C'è vita a Sinistra: Idee, progetti e prospettive per una Sinistra Nuova”, si avvia nella cittadina la fase costituente della “casa della Sinistra”.

La biblioteca, gremita di iscritti ai partiti della sinistra locale e semplici simpatizzanti, ha dato prova di sentita e appassionata partecipazione, con numerosi interventi dalla platea attraverso cui varie persone hanno espresso le proprie impressioni, dato i propri consigli ed anche esposto le proprie paure sul futuro della sinistra locale e nazionale.

Diverse sono state le domande e i chiarimenti richiesti dal pubblico ai rappresentanti locali e nazionali della sinistra presenti all'incontro:

- Rocco GIACOMINO - Associazione Rosso Verde

- Angelo SUMMA - Sindacalista CGIL

- Pasquale CIANI - Segr.Prov. SDI

- Piero DI SIENA - Ass.per il Rinnov.della Sin./Senatore DS

- Angela LOMBARDI - Parlamentare PRC

Il perchè di questo appuntamento è di facile intuizione, ossia il fermento e gli sviluppi che stanno interessando il panorama politico italiano, specie quello del centro-sinistra.

DS e Margherita stanno fluendo in un tiepido abbraccio dentro uno stampo centrista, ed è opportuno e ancora più necessario instaurare un dialogo fecondo tra le anime della sinistra al fine di scongiurare l'egemonia del partito democratico e lavorare, in tempi brevi, all'unità della sinistra e di una nuova rappresentanza del mondo del lavoro.

La manifestazione concordata per il 30 aprile, in una data molto vicino ad altre d'elevato valore, non solo simbolico, per la sinistra italiana e internazionale:

- 25 aprile (festa della liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo)

- 27 aprile (70° anniversario della morte di Antonio Gramsci)

- 1° maggio (festa dei lavoratori)

- 09 maggio (gli operai della FIAT-SATA di Melfi in quel giorno di quattro anni fa portano a termine i 21 giorni di lotta che sconvolsero la FIAT e i futuri rapporti Azienda- Lavoratore).

Quindi quale data più opportuna per parlare di Sinistra, della sua attualità, anzi della sua necessità, di parlare di questioni del lavoro, delle donne, della devastazione ambientale, tenendo presente che non si tratta di una presa del potere,ma di cambiare la società attaverso la democrazia e la politica.

Di seguito uno stralcio dall'introduzione di Alessandro Pietropinto del locale circolo del Prc di Atella:

“Da oggi cominceremo a lavorare per una sinistra che voglia stare al fianco dei cittadini e non semplicemente rappresentarli, che sappia lasciare le porte aperte dopo il voto, affinchè anche l'ultimo diseredato fra i suoi elettori possa darle sempre una mano o darle una strigliata quando serve.

Cominciamo a proporre queste cose e mettiamoci in gioco, facciamo che la politica si metta davvero a disposizione del paese, in modo trasparente e non corporativo e scopriremo che questa è una battaglia civile che non ha bisogno di etichette e di ideologie. Perchè quando si è davvero di sinistra, non c'è bisogno di scriverlo dentro un simbolo.

Ma prima di concludere non posso non rivolgere un accorato appello-invito a tutte le compagne e i compagni, le amiche e amici che condividono le nostre intenzioni, che non vogliono delegare ma partecipare con impegno, passione e trasparenza alla costruzione di un soggetto politico ad Atella, che sia il laboratorio avanzato della sinistra.

Proprio Atella rappresenta il caso emblematico e l'esaltazione di ciò che avviene a livello nazionale, ovvero vengono alla luce quelle profonde antinomie in seno al Partito Democratico che qui si manifesta nelle due componenti(DS e Margherita) in opposizione e aperta conflittualità.

Al contrario noi potremmo rappresentare quel progetto che si fonde e nasce su una reale sintonia di valori, idee e contenuti: figurando come avanguardia e proiezione ideale di ciò che dovrà avvenire, e sono sicuro avverà, a livello nazionale.

Da oggi ci rimbocchiamo le maniche e cominciamo a lavorare insieme per aree e gruppi tematici.

Facciamo in modo che questa iniziativa non si concluda con un nulla di fatto, restiamo disponibili a confrontarci, dialogare e trovare soluzioni alle questioni che più ci interessano.

Non vi chiedo di tesserarvi al nostro partito, vi chiedo di ritrovarci in un lavoro comune che può interessare i lavoratori Fiat, i lavoratori della ex Parmalat e di tutta la Valle di Vitalba, monitorando la situazione lavorativa.

Affrontiamo quelli che sono i reali problemi degli agricoltori, dei disoccupati ecc.

E' tempo di cambiare il modo di fare politica, bisogna approfondire quel camminare domandando, rilanciando la consultazione della base, pretendiamo soluzioni e risposte dai nostri rappresentanti.

Lasciateci i vostri recapiti, teniamoci in contatto, ritroviamoci sotto una casa comune, collaboriamo.”

Il processo ad Atella ormai è avviato, si aspettano soltanto le adesioni di associazioni, movimenti e singole persone che intedono dar vita alla “casa della Sinistra”.

martedì, giugno 05, 2007

Il Parco ai cittadini

Quanto avvenuto nella sera del 9 maggio presso la biblioteca comunale di Atella è la prova schiacciante di come la politica, il palazzo, abbia fallito, e di come le associazioni, i movimenti e i singoli cittadini siano in grado di rovesciare la situazione e rimettere tutto in gioco.

Nei locali comunali si svolgeva il consiglio comunale aperto con ordine del giorno “Sospensione dell'iter istitutivo del parco del Vulture”.

La seduta straordinaria ha seguito quasi alla lettera quelle che erano state le proposte del circolo di Rifondazione di Atella, ossia di aprire un confronto ed una concertazione con le rappresentanze delle categorie economiche della zona ed i singoli cittadini per accompagnare l'iter istitutivo del parco.

In una precedente nota il PRC di Atella aveva espresso preoccupazione per i modi ed i metodi con cui si stava procedendo all'istituzione, “calandola” dall'alto e senza un'adeguate e dovuta campagna di informazione-formazione per la cittadinanza, alimentando, in questo modo, la diffidenza e il malcontento verso quest'importante e preziosa occasione.

Nella comunità giorno per giorno s'è andata accrescendo l'avversione verso il parco, avversione che non si tradurrà mai in azioni incivili ma in una sentita, attenta e appassionata partecipazione al consiglio comunale aperto.

Rifondazione non ha rappresentanti in seno al consiglio comunale di Atella(in quanto non esistente al tempo delle amministrative), ma ha potuto sentire le proprie proposte e perplessità sul parco per bocca di un consigliere della minoranza, il quale senza alcuna richiesta e con disinvoltura ha copiato e incollato sul proprio discorso diversi passaggi apparsi su un comunicato stampa del PRC di Atella del mese scorso.

Nulla da contestare, anzi soddisfatti d'essere stati protagonisti costruttivi nel dibattito consiliare.

Il consiglio comunale ha deciso per la sospensione dell' iter istitutivo del parco e, molto probabilmente, in un prossimo consiglio si andrà per la revoca di tutti gli atti presentati finora e quindi alla rielaborazione della proposta che Atella intende presentare alla regione.

La parola sarà data ai cittadini, attravero le proprie rappresentanze nella commissione che andrà a costituirsi per studiare e rivedere la perimetrazione di territorio che il comune di Atella includerà all'interno del parco del Vulture.

Questo “incidente” di percorso di sicuro condizionerà positivamente lo sviluppo della proposta per l'istituzione del parco del Vulture, in maniera condivisa e appoggiata da tutti, presupposto necessario alla buona riuscita del progetto.

lunedì, giugno 04, 2007

Riprendiamoci il Parco

Il circolo di Rifondazione Comunista di Atella esprime preoccupazione per il modo ed i metodi con cui si sta procedendo all'istituzione del Parco del Vulture.

Tutto l'iter che ha accompagnato la preparazione della bozza di legge non è stato per nulla concertato con gli operatori economici della zona, dagli agricoltori agli allevatori passando per gli operatori turistici.

Pertanto esiste il rischio che l'eventuale istituzione del parco si riveli il colpo mortale per le attività socio-economiche, di per sè gia agonizzanti, anzichè un opportunità.

C'è un diffuso malcontento tra la popolazione che alimenta la sfiducia nell'importante operazione: le istituzioni non hanno aperto un confronto con le varie rappresentanze delle categorie interessate ed hanno proceduto "inter-nos", diffondendo la sensazione che il parco possa rappresentare l'ennesimo strumento per offrire poltrone ed allargargare le proprie clientele.

Il Parco del Vulture può e deve rappresentare un oppurtunità ed una risorsa per tutta l'area, ma bisogna intraprendere le giuste e dovute azioni di accompagnamento degli operatori agro-silvo-pastorali nella transazione per poter trarre il massimo beneficio possibile.Promuovere campagne di informazione-formazione attraverso cui sensibilizzare la popolazione delle opportunità, ma anche dei vincoli che un parco presenta.

Rifondazione è convinta della necessità del parco per salvaguardare,tutelare e valorizzare le ricchezze paesaggistiche e florofaunistiche del Vulture, ma è importante la partecipazione dal basso nelle scelte che interessano un'intera comunità affinchè il Parco del Vulture possa diventare il volano per uno sviluppo sostenibile che abbracci tutti i settori della popolazione e non si traduca solamente in un ritorno d'immagine per le multinazionali delle acque e i grandi produttori di Aglianico.

Quindi rivedere la perimetrazione del parco, se opportuno, includendo organicamente aree d'interesse naturalistico tenute fuori dall'area parco della bozza in quanto proprietà di importanti e potenti proprietari terrieri, e magari escluderne altre inopportune alla tutela.

Attivare un percorso e un progetto di sviluppo e accompagnamento parallelo delle produzioni locali in un contesto di riqualificazione e rimodulazione delle attività.