altratella.it, che fare?

Abbiamo lanciato l'hashtag #altratellachefare? per decidere insieme cosa può essere domani questo (non-) luogo e spazio. PARTECIPA ANCHE TU! Leggi tutto

La discarica di Atella nel disastro rifiuti lucano

Un'interessantissima video-inchiesta sui rifiuti e il loro smaltimento, analizzando la questione e i suoi sviluppi nell'area del Vulture. E in quest'area ricade anche la discarica di Atella di località Cafaro, discarica che rientra a pieno titolo nell'enorme business legato allo smaltimento dei rifiuti. Leggi tutto

AAA acque minerali lucane in svendita

Nell'anno 2012 la regione Basilicata ha introitato la ridicola cifra di 323.464 euro dai canoni per l'imbottigliamento delle acque minerali, se si applicasse un canone equo (come suggerito dagli autori della ricerca) di 10 euro/mc la nostra regione incasserebbe 9,2 milioni di euro. Leggi tutto

Il tuo voto ad un uomo così

"Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo poli­tico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insedia­to al posto di potere egli ti poteva ga­rantire una raccomandazione, la pro­mozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.
Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i par­lamenti e le assemblee regionali e co­munali degli uomini peggiori, spiri­tualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla so­cietà.
Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua".

Giuseppe Fava detto Pippo (1925 - 1984)

martedì, marzo 30, 2010

Regionali 2010, i risultati in Basilicata e di Atella

Sinistra Ecologia e Libertà raccoglie, in Basilicata, 12.818 consensi, pari al 3,99%.
Riusciamo ad eleggere un consigliere regionale, il compagno Giannino Romaniello, il centro-sinistra si afferma con il 60,81%.

Per consultare i dati regionali clicca qui .
Per la lista degli eletti in consiglio regionale clicca qui .
Per i voti e le preferenze nella provincia di Potenza clicca qui .
Per i voti e le preferenze nella provincia di Matera clicca qui .

I dati, nello specifico, del comune di Atella li trovi qui .

giovedì, marzo 25, 2010

Appello al voto

Gentile elettrice /Caro elettore,

queste elezioni non saranno per noi soltanto il momento della scelta del prossimo consiglio regionale. Riteniamo, infatti, che questa competizione dovrà caratterizzarsi come una fase del percorso costituente di un nuovo progetto politico di più ampio respiro.
Stiamo vivendo anni di profonda crisi che mettono in discussione il presente e il futuro delle persone. La crisi non passerà con il fatuo ottimismo né con le formule dei tecnocrati della politica. Abbiamo il dovere di cominciare a prospettare una società diversa, più giusta e più eguale. Sinistra Ecologia Libertà è mossa dall’obiettivo di trasformare il modo di produrre e i beni da produrre, di organizzare la società e le relazioni umane, di rapportarsi con le risorse naturali.
Una società non consumista, un’economia ecologica e non dissipativa, una tecnologia più evoluta mettono al centro i beni comuni da salvaguardare (acqua, aria, cibo, salute, conoscenza…) e al contempo danno valore alla vita di ciascuno. In altre parole, abbiamo l’ambizioso obiettivo di cambiare questo mondo.
Le elezioni, quindi, sono solo un passaggio perché il nostro obiettivo è quello di costruire una sinistra aperta alle nuove culture critiche, capace di conservare la memoria del passato ma nel contempo in grado di tenere lo sguardo rivolto al futuro. Pensiamo a una sinistra per la quale le idee valgano anzitutto come comportamenti, una sinistra che non si limiti a enunciare principi nuovi ma che provi ad indicare un nuovo modo di viverli.
La sinistra che vogliamo è del lavoro e dell’ambiente.
Questa assurda competizione globale, i cui effetti si percepiscono anche nella nostra regione, produce infatti una intollerabile crescita delle disuguaglianze mentre i cambiamenti climatici sono ormai diventati insostenibili. Questa situazione produce una sola risposta: un altro mondo non solo è possibile ma è anche necessario e urgente.
Sappiamo di trovarci di fronte ad un compito difficile. Ma abbiamo la certezza che le risorse umane, le esperienze, e le passioni civili che animano la nostra terra e l’intero Paese saranno nostri alleati. Ti chiediamo, quindi, il sostegno ed il voto per contribuire alla costruzione di una forza di sinistra, moderna, unitaria e plurale, che si ponga l’obiettivo di una gestione egualitaria, ecologica e pacifista delle risorse.
Dovremo mobilitarci assieme contro la svendita del nostro territorio alle multinazionali del petrolio e contro il nucleare. Dovremo profondere il nostro impegno per la ripubblicizzazione dell’acqua. Il nostro obiettivo è quello di un investimento nelle energie rinnovabili e per il riconoscimento dell’acqua quale bene comune e diritto universale inalienabile.
Il nostro impegno inoltre è per una rinnovata partecipazione e per il protagonismo delle persone alla politica ed alla vita collettiva, rimuovendo gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della personalità dell’uomo, provando a coniugare libertà e uguaglianza.
Diritto al lavoro, lotta alla precarietà, difesa dell’ambiente, diritto ad una scuola e sanità pubblica per tutti, produzione di energia da fonti rinnovabili contro il ritorno al nucleare, trasparenza e valorizzazione delle competenze nella gestione della cosa pubblica, sono i temi sui quali Nichi Vendola ha impostato la sua battaglia per una differente idea della politica che gli ha permesso di affermarsi nelle primarie in Puglia e di battere una cultura che anteponeva gli accordi di vertice agli interessi reali della gente.
Queste sono le ragioni per le quali ti chiediamo di sostenere Sinistra Ecologia Libertà con Vendola alle prossime regionali.


Potenza marzo 2009

Parliamo della nuova sinistra che vogliamo costruire

Questi ultimi giorni saranno decisivi per l’orientamento dell’elettorato.
Sono i giorni in cui candidati e partiti scendono in campo con tutte le loro risorse e, purtroppo, con strumenti non sempre civili di pressione.
Noi invece dobbiamo utilizzare questi giorni per parlare con sincerità con gli elettori, capirne i problemi, prospettando loro un nostro impegno politico per affrontarli e risolverli.
Andiamo nelle case, sui luoghi di lavoro, portiamo le nostre proposte e il nostro progetto.
Siamo entrati nella coalizione con tutta la nostra autonomia di giudizio, di proposta, di pensiero.
Crediamo che in Basilicata debba affermarsi un nuovo Centrosinistra, molto rinnovato nella sua strategia e nelle classi dirigenti. Un Centrosinistra in grado di governare percorsi difficili nei prossimi anni. Rinnovamento della politica, etica pubblica e privata, capacità di mettere in campo energie positive per affrontare anni difficili.
Per questo abbiamo proposto:
1) La nuova Giunta regionale deve essere composta da personalità esterne (incompatibilità tra consigliere e assessore). Si chiedono i voti per essere eletti consiglieri, non assessori. Il deludente tentativo di diversi candidati di accreditarsi già come assessori non è solo mortificante per gli elettori, ma denota una vecchia cultura politica che va rapidamente superata. Dobbiamo, invece, chiedere un contributo di governo all’altezza delle nuove sfide ad alcune persone per cinque anni. Gli assessorati non possono essere il luogo della perpetuazione di consensi personali. Si deve governare per fornire risposte ai problemi difficili di questa regione.
2) Il nuovo Consiglio regionale, con voto formale, assuma il Codice etico Europeo dei pubblici amministratori. Un Codice fatto proprio dal Consiglio Europeo che interviene in materia di conflitti di interesse, cumulo di cariche, trasformismo politico, sistemi clientelari.
3) Venga costituito un tavolo regionale delle regole. Esperti di partiti e della società che possano indicare al centrosinistra un vero e proprio Codice deontologico per evitare la personalizzazione della politica, la transumanza politica, un nuovo rapporto tra politica e economia e tra politica e società.
Dobbiamo, inoltre, convincere gli elettori di sinistra innanzitutto a votare e votare SEL. Intercettiamo questi elettori e parliamo della nuova sinistra che vogliamo costruire.
Un nostro ulteriore sforzo in questi ultimi giorni può contribuire a un risultato positivo.
Buon lavoro a tutti.

Carlo Petrone

domenica, marzo 21, 2010

Atella, lavoratori pronti a rilevare lo stabilimento Vicenzi

di FRANCESCO RUSSO

ATELLA - Da quindici mesi sono in cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. E presto potrebbero finire in mobilità. Ma i lavori dello stabilimento della ex Vicenzi di Atella non si danno per vinti. Ed alcuni di loro starebbero pensando di mettere su una cooperativa, per la gestione degli impianti produttivi fermi ormai damesi. «Un gruppo di operai - ci spiega il segretario regionale della Fai Cisl, Antonio Lapadula - sta mettendo su un'idea progetto, per la gestione degli impianti dello stabilimento di Atella. I lavoratori stanno studiando la forma associativa più idonea, che potrebbe essere una cooperativa. A mio avviso - dice ancora - si tratta di una idea positiva, che permetterebbe di avviare finalmente gli impianti». La cooperativa per la gestione dello stabilimento, ad oggi, è ancora un'ipotesi. Ma l'iniziativa potrebbe incontrare consensi, anche da parte della Regione Basilicata. «Credo che per realizzare un progetto del genere - dice in merito Lapadula - bisognerebbe trovare un'intesa tra le varie parti interessate, come la Regione e la stessa Vicenzi che ha deciso di chiudere gli impianti. Questo, per garantire un minimo di produzioni allo stabilimento di Atella, che nel frattempo inizierebbe a rivolgersi al mercato e a lavorare per diversi marchi. In pratica, la cooperativa potrebbe operare anche per conto terzi, in modo da avere una continuità produttiva». Nei prossimi giorni sarà convocato un incontro in Regione, proprio per fare il punto sulla situazione dello stabilimento di Atella. «In quella riunione, voluta dall'assessore alle attività produttive, Gennaro Straziuso - spiega Lapadula - si saprà qualcosa in più sul futuro dei lavoratori, che ormai da oltre un anno sono in cassa integrazione straordinaria. Sarà anche l'occasione, perché no, per parlare del progetto dei lavoratori che intendono costituire la cooperativa». La fabbrica di Atella, ricordiamo, è chiusa da quando la proprietà, nel 2008, decise di cessare le attività, rinunciando anche ad finanziamento pari a 10 milioni di euro per la realizzazione di una nuova linea. I soldi sarebbero dovuti arrivare in buona parte dalla partecipazione ad un bando regionale per usufruire di fondi comunitari. Il 31 ottobre del 2008, giorno di scadenza del bando, la Vicenzi si tirò indietro annunciando prima la volontà di ridurre il personale del 60 per cento, e dopo alcune settimane, di voler chiudere definitivamente la fabbrica. «I lavoratori - continua Lapadula - attendono risposte. Ben venga quindi, il progetto di una cooperativa, che eviterebbe la fine di uno stabilimento che ha ancora molto da dare per l'economia del nostro territorio. E' chiaro però, che nel caso dovesse essere avviato, le istituzioni regionali dovrebbero sostenere quel progetto».

giovedì, marzo 18, 2010

Petizione di Sinistra Ecologia e Libertà per l'acqua bene comune pubblico

Una recente legge del governo Berlusconi prevede l'affidamento della gestione dei servizi pubblici locali a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%; la stessa legge approvata prevede la cessazione degli affidamenti cd. "in house" a società interamente pubbliche e controllate dai Comuni entro il 31.12.2011.

Il governo Berlusconi espropria così gli Enti locali e le comunità locali della libertà di scegliere la forma attraverso la quale gestire ed erogare i servizi pubblici locali; la complessiva normativa italiana sull'acqua risulta non organica e contraddittoria e manca ancora a livello internazionale il riconoscimento formale e solenne dell'acqua come bene comune e diritto umano; in questi quindici anni non sono state attuate coerenti politiche idriche e l'acqua non è stata gestita correttamente a livello di bacino idrografico.

La privatizzazione dell'acqua è un epilogo da scongiurare con ogni mezzo, essendo la risorsa idrica un diritto universale e non una mercè né un mero bisogno; non è l'Europa ad imporre la privatizzazione del servizio idrico in nessun provvedimento normativo e in nessuna Direttiva Europea; due diverse risoluzioni del Parlamento europeo affermano il principio che l'acqua è un "bene comune dell'umanità" mentre gli organismi della UE hanno più volte evidenziato che "alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza"; le Istituzioni hanno la libertà e l'autonomia di scegliere se fornire direttamente un servizio di interesse generale o se affidare tale compito ad altro Ente (pubblico o privato) in piena legittimità e coerenza con le vigenti direttive europee sui servizi pubblici locali.

Nei Paesi della UE, dopo sporadici tentativi di privatizzazione di alcuni servizi pubblici locali e dopo aver constatato l'abbassamento della qualità dei servizi ed un vertiginoso incremento delle tariffe, si è registrata una decisa e ferma inversione di tendenza verso la ripubblicizzazione degli stessi (ad esempio il Comune di Parigi ha avviato l'iter di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato).

Noi sottoscrittori della petizione promossa dal forum ambiente di Sinistra Ecologia Libertà

1.riconosciamo l'acqua come bene comune e diritto umano, in particliare l'accesso all'acqua come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico
2.sollecitiamo il riconoscimento (a livello dell'ONU e delle norme costituzionali nazionali) dell'acqua come bene comune e diritto umano anche con specifici e vinclianti obiettivi internazionali di lotta alla sete e alla desertificazione;
3.impegniamo i consiglieri e assessori comunali e provinciali al riconoscimento di tale diritto dando loro mandato di proporre la modifica degli Statuti comunali e provinciali nei loro rispettivi enti di appartenenza per il riconoscimento del servizio idrico come servizio pubblico locale (privo di rilevanza economica), anche sperimentando nuove e diverse forme di strutturazione di società di diritto pubblico per la gestione delle risorse idriche, privilegiando quanto più possibile il livello del bacino idrografico;
4.impegniamo i consiglieri e gli assessori regionali, anche in vista del prossimo rinnovo di mliti consigli regionali, ad operare affinché le Amministrazioni Regionali, propongano ricorso presso la Corte Costituzionale su quanto previsto dall'art. 15 del DL 135/2009, come già stanno positivamente facendo alcune Regioni;
5.aderiamo alla manifestazione del 20 marzo promossa dal movimento italiano per l'acqua;
6.sosteniamo tutte le iniziative normative, amministrative e sociali contro la privatizzazione dell'acqua per la ripubblicizzazione dei servizi, anche verificando la possibilità della presentazione di un quesito referendario che abroghi il dispositivo previsto dall'art. 15 del decreto 135/2009.

martedì, marzo 16, 2010

giovedì, marzo 11, 2010

Puglia, con la sfida Vendola-Palese qui è finita la seconda Repubblica

Il governatore uscente fa campagna con slogan in rima baciata: è l'unico comunista osannato ad ogni manifestazione. Lo sfidante martella gli elettori con cifre e commi
di CURZIO MALTESE

BARI - Nel laboratorio Puglia si vede oggi quello che forse domani sarà la politica italiana. Qui la seconda repubblica è finita il 24 gennaio scorso. Era la notte delle primarie. Con la vittoria di Vendola e la nomina di Rocco Palese a sfidante, in poche ore è crollata a sinistra l'egemonia di D'Alema e a destra è cominciato il dopo Berlusconi. Fuori gioco il Padrone e lo Stratega, senza i quali in Puglia, ancor più che nel resto d'Italia, non si muoveva foglia da quindici anni, che cosa è rimasto sul campo? Una nuova sinistra di guerriglieri mediatici, una vecchia destra di notabili poco telegenici, un centro né nuovo né vecchio a fare da ago della bilancia. Sullo sfondo, un intreccio di affari, scandali e regolamenti di conti fra potentati economici. E il paradosso di una regione da sempre di destra che rischia di finire per la seconda volta nelle mani del più rosso dei governatori. "In Puglia almeno abbiamo presentato le liste, peccato non il candidato" dicono che ripeta Berlusconi. Questo Rocco Palese, ombroso braccio destro del ministro Raffaele Fitto, questo candidato in grisaglia, noiosamente onesto e antitelevisivo, al premier non è mai andato giù. "Rocco chi?!" aveva urlato in faccia a Fitto, durante un consiglio dei ministri. "Palese, come l'aeroporto" aveva sussurrato l'altro. "Ah, così la gente se lo ricorda" s'era calmato il Cavaliere. Ma pochi giorni dopo, con i manifesti "Palese presidente" già stampati, il premier era tornato alla carica, aveva convocato Fitto e i maggiorenti del partito per dire che "con questo Rocco, come si chiama?, non andiamo da nessuna parte. Per vincere dobbiamo allearci con Casini e appoggiare la Poli Bortone". Ma Fitto si oppose al punto di minacciare una scissione e Berlusconi, per la prima volta, fece lui un passo indietro.
E' partita così la strana sfida fra il Ragioniere e il Poeta, secondo la reciproca definizione. Dove il Ragioniere sta per Palese e il Poeta allude naturalmente a Vendola, il "poeta di Terlizzi", e ad altro. Come si evince dalla greve traduzione del terzo incomodo, Adriana Poli Bortone: "Vuoi vedere che fra un ragioniere e un diverso, stavolta ai pugliesi può piacere una donna?". Tanto per dire del livello. Il duello fra Vendola e Palese è lo spettacolare rovesciamento degli stilemi che hanno dominato la seconda repubblica. E' la sinistra che detta l'agenda e si diverte, sfrutta l'abilità mediatica, ricorre al populismo, inventa una trovata dopo l'altra, ribalta le accuse in punti di forza. La destra irride al Poeta di Terlizzi? E Vendola risponde con una campagna fatta di slogan, una ventina, tutti in rima baciata. "Si tratta di far mancare il terreno sotto i piedi alla propaganda avversaria" spiega Giovanni Sasso, capo dei trentenni creativi dell'agenzia ProForma, che cura la campagna di Vendola. Lo stesso che ha inventato gli slogan poetici, le videolettere e l'esilarante "mago pidiello" che spopola da settimane su Youtube. La destra è costretta a inseguire, a dire "anche noi siamo contrari al nucleare", "anche noi non vogliamo la privatizzazione dell'Acquedotto pugliese". "Ma l'avete detto a Berlusconi, a Fitto e al governo?" è la facile replica di Vendola. Quando si va sul territorio, come si dice, sembra di assistere al confronto non fra candidati, ma fra epoche storiche. Incrocio la campagna di Vendola e Palese per la prima volta a Taranto, la più cinica e indolente piazza politica d'Italia. L'arrivo del ciclone Nichi è una scarica d'adrenalina, si bloccano le strade del centro nuovo e perfino della città antica, che è un deserto di palazzi disabitati, percorsi ormai soltanto da bande di spacciatori. Il governatore stringe centinaia di mani, più che un comunista sembra un senatore dell'Illinois. Nelle stesse ore la convention di Palese si svolge nel lussuosissimo Hotel Histò a Mare Piccolo, in un salone dove si raccoglie la vecchia nomenclatura cittadina, ampie nuche democristiane, età media sulla sessantina. Al tavolo di presidenza spicca la pittoresca figura di Giancarlo Cito, ex sindaco e senatore, condannato per mafia, il proto Berlusconi di Taranto che già negli Ottanta faceva politica con le tv e le squadre di proprietà. E a Palese fa pure la lezione: "Ricordati che la battaglia politica si vince sui media". Scene simili a Foggia, a Barletta, a Brindisi. Nel Salento, dove la macchina del Pd è ancora nelle salde mani di Baffino, i dalemiani sfottono: "Stasera parla Vendola in piazza, portatevi i fazzoletti". Ma poi le piazze sono piene e la gente piange davvero. Ironizzano pure i berlusconiani sul loro candidato: "Stasera c'è Palese, portate le calcolatrici". E alla sera, al centro congressi, la gente sbadiglia di fronte all'alluvione di cifre da ordinanza regionale, "di cui al comma...". Il maggior vanto e merito di Palese sta proprio nell'opposizione testarda, meticolosa, da ragioniere secchione ma galantuomo, che ha guidato per cinque anni in consiglio regionale. Non senza ragione, viste le inchieste della magistratura. Il guaio è che la vena moralizzatrice della destra si è fermata al nome del candidato presidente e all'epurazione delle escort, tornate a popolare le notti di corso Vittorio. Per il resto le liste pulite qui non sono pervenute. A destra spicca il nome di Tato Greco, genero dei Matarrese, socio e amicissimo di Giampaolo Tarantini, già sponsor di Patrizia D'Addario. Per proseguire con Francesco Pistilli, ex sindaco di Acquaviva, condannato l'anno scorso per corruzione. Anche la Poli Bortone vanta in lista nientemeno che il ripescaggio di Cosimo Mele, l'ex deputato Udc sorpreso il 27 luglio 2007, in un albergo di via Veneto, nel mezzo di un'orgia a base di cocaina con un paio di prostitute. Oggi è in giro per le parrocchie del brindisino a spiegare il valore della famiglia. Nel centrosinistra ha fatto discutere, per opposti motivi, la candidatura a capolista dell'Idv di Lorenzo Nicastro, magistrato titolare per nove anni delle inchieste su Fitto e Angelucci. Attaccato dalla destra come "evidente caso di barbara commistione fra politica e giustizia". Difeso a spada tratta da Di Pietro, meno dal Pd e da Vendola, quasi per niente dall'Associazione nazionale dei magistrati. La civile idea che non si debbano candidare in lista delinquenti, corrotti e inquisiti, ma neppure i magistrati che li hanno indagati fino al giorno prima, pare minoritaria anche nei laboratori della Terza Repubblica. "Come sembrano minoritari i problemi concreti" obietta Alessandro Laterza, presidente degli industriali baresi. "In fondo si parla molto della personalità dei candidati, di chi c'è e di chi manca nelle liste. Ma che cosa vogliono fare nella sanità, che rappresenta l'80 per cento del bilancio regionale e il 90 per cento degli scandali, nessuno l'ha ancora ben chiarito. E alla prossima puntata Vendola non potrà più dire che alla sanità ha dovuto accettare l'assessore voluto da D'Alema. Stesso discorso per i miliardi dei fondi europei, gli ultimi, l'ultima occasione per rilanciare l'economia della regione". Sono tutti d'accordo nel dire che la battaglia fra il rock Vendola e il lento Palese si deciderà nel Salento, dove Poli Bortone rischia di togliere molti voti al centrodestra, e soprattutto a Bari. Qui Vendola e il sindaco Michele Emiliano hanno siglato sabato scorso una spettacolare pace, dopo mesi di conflitti. Si vocifera di un accordo già trovato fra i due per fare in modo che sia Emiliano il successore di Vendola, in caso di vittoria. Fra cinque anni o forse molto prima. Dipende da quando finirà la seconda repubblica anche nel resto d'Italia.

lunedì, marzo 08, 2010

Un golpe, un colpo di stato, un provvedimento fascista che aggredisce la democrazia

Furto con scasso nella notte
di Marco Travaglio

Come i ladri professionisti, che agiscono nottetempo con passo felpato, il Pdl (Partito dei Ladri) ha svaligiato ieri notte un altro pezzo di legalità e di democrazia. Il decreto che fornisce la cosiddetta “interpretazione autentica” delle leggi elettorali stravolgendole ex post a immagine e somiglianza delle illegalità commesse presentando la lista del presidente Formigoni in Lombardia e quella del Pdl nel Lazio, è un obbrobrio giuridico, l'ultimo sputo sulla Costituzione.La consueta firma di Ponzio Napolitano è anche peggio di quelle apposte su altre leggi vergogna come il Lodo Alfano, le norme razziali anti-immigrati e lo scudo fiscale. Stavolta cambiano in corsa le regole della partita elettorale per riammettere in campo chi ne era stato espulso per evidenti illegalità. Cioè per consentire di vincere a chi, secondo la legge, non dovrebbe proprio giocare. Il tutto in barba ai diritti di coloro che hanno rispettato le regole, raccolto firme autentiche, presentato le liste in tempo utile. Senza contare la legge (nr. 400/1988) che vieta espressamente i decreti in materia elettorale.Personalmente era da un pezzo che non mi sentivo più rappresentato da Giorgio Napolitano e nutrivo sempre maggiore nostalgia per i veri garanti della Costituzione come Einaudi, Pertini, Scalfaro e persino Ciampi. Da ieri – a giudicare dai centralini intasati del Quirinale – ho l'impressione di essere in ottima compagnia.Per 50 anni Napolitano è stato accompagnato dal nomignolo di “figlio del Re” per la sua straordinaria somiglianza con Umberto II di Savoia. Ma era il re sbagliato: Napolitano è il degno erede di Vittorio Emanuele III, il sovrano che nel 1922 non mosse un dito contro la marcia su Roma e nel 1943 fuggì a Brindisi. Anche lui, nella notte.

Eccolo il nostro presidente Napolitano alle prese con un giornalista tedesco che gli chiede conto di alcuni rimborsi:

lunedì, marzo 01, 2010

Primo Marzo 2010 Sciopero degli stranieri

Oggi, 1 marzo 2010, sciopero degli stranieri in Italia. Manifestazione simbolica per cercar di far capire agli italiani quanto sia importante e neccessario il contributo degli extracomunitari alla nostra economia, alla crescita culturale e sociale del nostro paese.Un paese, il nostro, attraversato da un forte vento xenofobo e razzista a cui si può porre freno solo attraverso una corretta informazione, un'adeguata accoglienza e integrazione degli immigrati che arrivano in Italia.
Comprendere e valorizzare l'apporto e la contaminazione positiva che questa gente può darci, questo il vero segno caratterizzante all'altezza di un paese civile.

Di seguito un contributo di Erri De Luca che ci aiuta a comprendere il dramma che vivono gli immigrati per raggiungerci: